Nelle missive inviate tra l’ex sindaco Antonino Vaccarino e Matteo Messina Denaro quando era latitante, la calligrafia degli scritti è del boss. Lo ha accertato la criminologa Katia Sartori che ha avuto incarico dalla moglie dell’ex sindaco. La perizia – 237 pagine – è stata effettuata con lo studio e la comparazione di cinque diversi documenti inviati da Matteo Messina Denaro alla sorella Rosalia, ad Antonio Vaccarino e ai Lo Piccolo. «Come riportato nelle conclusioni della perizia redatta dalla criminalista Sartori – spiegano gli avvocati Baldassare Lauria e Giovanna Angelo – sono stati rilevati su tutti i documenti esaminati, alcuni connotati personali e connotati salienti».

«I contrassegni particolari riscontrati analogamente in tutti i documenti analizzati – si legge nelle conclusioni della consulenza – sono caratteristici dei singoli individui. A differenza dei connotati salienti, sono personali e riconducibili ad un particolare soggetto e solo allo stesso riferibili». Una consulenza tecnica, richiesta dalla magistratura in passato, aveva escluso la riferibilità a Matteo Messina Denaro delle missive inviate ad Antonio Vaccarino, durante il periodo in cui quest’ultimo collaborava con il Sisde al fine di arrivare alla cattura del latitante. «Oggi, con la comparazione di più scritti inviati a più soggetti – affermano gli avvocati Lauria e Angelo – possiamo escludere che a Vaccarino scrivesse una persona diversa da quella che scriveva a tanti altri soggetti, compreso esponenti di primo piano di Cosa nostra e familiari del boss».

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