liceo-scientifico-castelvetranoSi svolgerà sabato 21 marzo alle ore 10:00, presso il Liceo Scientifico “M. Cipolla” di Castelvetrano, la cerimonia di intitolazione dell’Aula Magna a Peppino Impastato e Rita Atria. Dopo un lungo iter ed alcune polemiche sorte negli scorsi mesi si è riusciti finalmente ad ottenere tutte le autorizzazioni necessarie da parte della Prefettura e della Giunta del Comune di Castelvetrano.

Peppino venne ucciso quando aveva appena 30 anni. Rita morta suicida quando ne aveva 17, una settimana dopo la strage di via D’Amelio. Per fortuna, oggi i giovani possono mostrare apertamente le loro idee contro il sistema mafioso, grazie anche al processo di sensibilizzazione che è stato portato avanti negli ultimi decenni con estrema tenacia da parte delle famiglie, delle scuole e di tutte le associazioni antimafia attive nella nostra società.

Oggi, non viviamo certamente nel clima angosciante di omertà e paura in cui hanno “lottato” Peppino e Rita ma non bisogna arrestare il cammino verso una società libera da ogni forma di corruzione. Ricordare ancora oggi i loro nomi, all’interno delle nostre scuole, è “indispensabile”.

aula magna liceo scientifico castelvetrano

La preside Tania Barresi che ha invitato gli studenti ad un momento di riflessione in memoria di Rita e Peppino, ha esteso l’invito a tutte le istituzioni e le associazioni presenti sul territorio. E’ prevista la presenza di Umberto Santino, fondatore del Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato”, Giovanni Impastato, fratello del giovane ucciso dalla mafia, Nadia Furnari, fondatrice e anima dell’Associazione Antimafie Rita Atria.

 

peppino impastatoGiuseppe Impastato, meglio noto come Peppino (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978), è stato un giornalista, attivista e poeta italiano, noto per le sue denunce contro le attività mafiose a seguito delle quali fu assassinato, vittima di un attentato il 9 maggio 1978.

 
 

rita atriaRita Atria (Partanna, 4 settembre 1974 – Roma, 26 luglio 1992) è stata una testimone di giustizia italiana. All’età di undici anni Rita Atria perde il padre Vito Atria, mafioso della locale cosca ucciso in un agguato. A 17 anni, decide di seguire le orme della cognata, Piera Aiello, cercando la giustizia nella magistratura. Il primo a raccogliere le sue rivelazioni fu il giudice Paolo Borsellino

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