Ha ricevuto uno dei 47 premi speciali della giuria internazionale, il brevetto presentato dal dipartimento di Chimica e tecnologia farmaceutica dell’Università di Palermo al 36° Salone internazionale delle invenzioni, delle tecniche e dei prodotti nuovi di Ginevra. I chimici palermitani hanno scoperto la formula per trasportare le proteine allo stomaco attraverso una semplice pillola da deglutire e non più con l’iniezione, come avviene con l’insulina per i diabetici.

In tutto 1.200 i brevetti completamente inediti, e di ogni settore dell’attività produttiva, in mostra alla più importante esposizione di invenzioni del mondo presentati da ricercatori e inventori, da universitari e organismi privati e statali, da società industriali e commerciali.

La gara, cui l’Ateneo ha partecipato attraverso il suo Industrial Liaison Office, si è appena chiusa al Palexpo sotto l’alto patronato della presidente della confederazione svizzera, dello Stato e della città di Ginevra e si è conclusa con l’assegnazione del Grand Prix del salone e dei 47 premi speciali. La giuria internazionale, composta da 78 membri, ha premiato il brevetto palermitano dal titolo: “Vettori colloidali a struttura poliamminoacida per il rilascio orale di peptidi e proteine e relativo metodo di produzione”, scegliendolo tra i progetti iscritti sotto la voce “medicina”.

In rappresentanza del dipartimento, ha ritirato la coppa la professoressa Gennara Cavallaro, coautrice del brevetto assieme a Gaetano Giammona, Giovanna Pitarresi e Mariano Licciardi. All’invenzione firmata dai chimici palermitani il riconoscimento è stato conferito dalla delegazione italiana del Salone. Il premio: una coppa, una medaglia d’oro con i complimenti della giuria internazionale e un diploma di accompagnamento con le motivazioni del premio. «Il nostro brevetto – spiega la professoressa Cavallaro – è stato premiato sia per l’innovativo sistema di veicolazione delle molecole attraverso una compressa che per l’impatto positivo che può avere sulla salute pubblica e sulla compliance dei pazienti».

Adesso il brevetto potrà essere lanciato sul mercato, venduto o dato in licenza. «Contestualmente faremo l’estensione europea del brevetto, che è in italiano. I tempi materiali – aggiunge la docente – dipendono dallo studio sull’uomo del brevetto, che finora è stato sperimentato in laboratorio sui ratti. Servirà l’impegno di risorse economiche notevoli, da parte di aziende farmaceutiche che abbiamo interesse a commercializzare attraverso una compressa sia proteine come l’insulina che i petpidi, proteine di formato più piccolo». L’invenzione può trovare applicazioni utili anche nel campo della lotta ai tumori. «Le proteine anti-tumorali oggi vengono somministrate sempre per endovena. In futuro – spiega Cavallaro – potranno essere assunte per via orale».

(ilo.unipa.it)

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