E’ stata grande la partecipazione al convegno di ieri mattina, organizzato con lo scopo di sensibilizzare le autorità sullo stato della Riserva Naturale Orientata “Foce del Fiume del Belice”.
I naturalisti rivendicano una maggiore tutela dell’area, considerando la riserva orientata solamente sulla carta ma non di fatto.
In modo particolare, uno dei relatori, Enzo Sciabica ha fatto presente che mentre in posti civili sarebbe bastato un cartello per le indicazioni di utilizzo dell’area, qui, in questo territorio, c’è bisogno di un servizio di guardiania e di guide controllate dell’area.
Di veduta differente, è stato invece l’intervento del Dott. Roberto Fiorentino, ispettore delle Riserve in gestione alla Provincia di Trapani.
Il tecnico ha portato l’attenzione anche sulla questione delle strutture turistiche che pur non essendo presenti all’interno della Riserva (ad eccezione del Paradise Beach) hanno il diritto di un posto al sole per gli ospiti.
Dopo aver rivendicato il lavoro di tutela dell’area, Fiorentino ha fatto presente alla platea che dopo 27 anni dalla costituione della Riserva, non è ancora stato redatto un piano di utilizzazione di detta area, di competenza del Comune di Castelvetrano, e nemmeno un piano di gestione, di competenza invece della Provincia di Trapani.
L’evento di oggi è nato da alcune polemiche poste in essere dopo la pubblicazione, su questo sito internet, del video “La riserva della vergogna“, di Egidio Morici.
Adesso non rimane che augurarci di non attendere altri 27 anni affinché vengano elaborati i piani di gestione e utilizzazione di questa meravigliosa area che conserva elementi di flora e fauna di notevole importanza.
AUTORE. Redazione
Per la conservazione e la tutela del patrimonio naturale ed in particolare delle zone umide del trapanese (dovrebbero essere le prime in Italia per l’applicazione dell’accordo AEWA, legge n. 66/2006) ho dovuto frequentare gli Uffici preposti dei Comuni e della provincia di Trapani. In nessun dipendente (tecnici come li ha definiti la Redazione) di questi Uffici ho mai notato: passione, competenza, consapevolezza. Il dott. Roberto Fiorentino per il lungo periodo di tempo che ha ricoperto nel controllo delle riserve naturali affidate in gestione alla Provincia (è la Regione che attraverso contributi ordinari e straordinari finanzia tutti gli Enti gestori e nel 1988 ha assegnato alla Provincia £. 183.227.988 per le spese di primo impianto, rinnovabnili annualmente in base ai risultati ottenuti e sulla scorta delle richieste per gli anni successivi)è sicuramente il dipendente che dimostra maggiore preparazione teorica. La preparazione sul campo (quella fondamentale) è un’altra cosa. La gestione del patrimonio naturale in Sicilia ha un costo non indifferente, ma affinchè sia reso effettivamente compatibile agli obiettivi che la L.r. 98/81 si è prefissa, è fondamentale che l’affidamento della gestione delle riserve naturali non sia solo un fatto di natura esclusivamente politica che ha indotto alcune associazioni ambientaliste (prime tra tutte quelle più a sinistra, cosa dimostrabilissima) a rendersi dei veri e propri sottoboschi politici. Il valore del presidente Crocetta (politico di sinistra)si vedrà anche dal modo in cui lavorerà per condurre gli Uffici dell’ARTA, preposti alla Tutela del patrimonio naturale, sul giusto binario.
La gestione della riserva presuppone la conoscenza della sua biodiversità dominata essenzialmente da microrganismi,artropodi, molluschi ed ovviamente vegetali. Le reti trofiche hanno le loro leggi, spesso non intuitive, decifrate dai naturalisti che tranne rare eccezioni, erano i veri grandi assenti nell’incontro di cui sopra. Ho sentito di leggi e leggine, chiacchiere da politicanti volponi, ma poca scienza e nessun interesse per le chiavi di volta della biodiversità. Se i naturalisti non assumeranno il ruolo che compete loro, questi incontri resteranno vuote e retoriche esibizioni.
Caro Davide, ti sbagli di grosso perchè se è vero, come è vero che la ricerca, l’identificazione e la valutazione della cosiddetta “biodiversità” (termine alla moda ma da chiarire e fare comprendere al grosso pubblico con altri incontri, conferenze, dibattiti e visite guidate presso le aree naturali protette) è nell’interesse dei naturalisti (nell’Aula magna del Liceo di Castelvetrano degnamente rappresentati da almeno 5 personaggi e i naturalisti, a differenza degli ambientalisti, non è che si trovino appesi ad un albero), è altrettanto vero che se al grosso pubblico non illustri i principi basilari che introducono alla conoscenza e alla tutela (dettata da leggi, direttive, convenzioni e regolamenti) della biodiversità, mi sembra inutile cominciare, soffermandosi, per esempio, sul Thorectes marginatus o sulla Glareola pratincola o sull’Erianthus ravennae (spesso confusa anche dai naturalisti frettolosi con l’Imperata cilindrica), specie vegetale invasiva che sta modificando l’ecologia della riserva (influendo, ti dirò il perchè, probabilmente anche sulla scomparsa del Thorectes marginatus). Tieni conto che nella conferenza del 10 c.m., per la prima volta in provincia di Trapani, si è parlato di tutela di u’area naturale protetta senza veli, aborrendo la sterile propaganda, accompagnata da tarallucci e vino, che ha sempre caratterizzato convegni di questo genere.
Carissimi,
quella di sabato scorso è stata per me una iniziativa molto importante, non tanto per la partecipazione dei tanti relatori, tra i quali sono stato indegnamente collocato.
Ma soprattutto per la partecipazione dei tanti giovani studenti. Non mi sembra che sabato siano stati fatti discorsi da politicanti.
Per nostra fortuna non la pensiamo alla stessa maniera e il dibattito così si arricchisce.
Peccato che la lodevole e partecipata iniziativa non abbia visto la presenza del mondo della politica, che avrebbe avuto molto da imparare ed alfabetizzarsi.
Mi auguro che la proposta di istituire il PARCO DELLA VALLE DEL BELICE possa vedere in tempi brevi la costituzione di un ampio comitato promotore, al fine di creare anche la necessaria coesione territoriale che finora è mancata e senza la quale questo ed altri territori non avranno speranza di competere con altri territori che si sono già in tal senso attrezzati, e con i quali saremo costretti sempre più a “competere”.
Voglio concludere queste mie brevi considerazioni con una battuta, “se non risolviamo prima a problemi a monte non risolveremo mai quelli a valle e alla Foce”.
La natura ha le sue leggi che non necessitano e prescindono dalle leggi umane. Se avessi voluto parlare di leggi avrei fatto l’avvocato…. categoria che odio in quanto le leggi li fanno i più forti per opprimere i più deboli e, fatta la legge creato l’inganno! Non riconosco altre leggi che quelle della biogeografia, della fisica, della chimica e della biologia molecolare ( per dir poco). A me piace la Scienza. Odio i politicanti ( tutti disonesti) i sepolcri imbiancazti, gli sbruffoni e chi vuol atteggiarsi quello che non è! Non ritengo che il pubblico sia costituito da deficienti da indottrinare o da deboli di mente a cui non si può propinare la verità perchè non la percepirebbero. Per me il pubblico è degno di conoscere e deve conoscere la verità, non le leggine. E la verità è, che , almeno per quello che ho sentito nell’incontro, a molti interessa l’interese e non la conoscenza. Io sono per la conoscenza, per cui negli incontri politici ( e non scientifici), non mi chiamate!
@davide castelli: per come la vedo io ( ma credo di essere in buona compagnia) le leggi stanno alla base della convivenza civile. Tanto più se sono emanate a conclusione di procedure democratiche. Già..la democrazia..che per dirla con Churchill, “E’ un pessimo strumento di governo ma, disgraziatamente, non ne é stato ancora trovato uno migliore”. In tutta franchezza, le sue tesi mi fanno spavento..
Caro Davide Castelli,
apprezzo la tua schiettezza e la tua sincerità, ma non condivido del tutto la tua opinione. Se tu avessi avuto la possibilità di seguire il convegno anche dopo l’intervallo, magari avresti espresso un’opinione diversa. Non hai ascoltato l’intervento dell’Arch. Carlo Foderà, il quale ha proposto l’istituzione di un “Parco della Valle del Belice”. Non ho ascoltato interventi di “politicanti volponi” come tu li definisci, anzi al contrario il Sindaco e il Vicesindaco (unici politici presenti) hanno dimostrato di essere interessati al patrimonio naturale del territorio Castelvetranese, considerandolo una risorsa. Mi dispiace se non hai apprezzato la caratura di tutti i naturalisti intervenuti. Certo il tempo a disposizione non ha permesso di descrivere in maniera esaustiva la ricchezza animale e vegetale della foce del Belice. Fra questa ricchezza non si può dimenticare l’avifauna, specie quella acquatica. Quello di sabato non lo qualifico un incontro politico, ad ogni modo, siamo liberi di esprimere la propria opinione. Essendo stato io, ad invitarti a partecipare al convegno, mi chiedo perchè non hai rifiutato direttamente l’invito quando hai letto i nomi degli ospiti sul pieghevole e mi dispiace apprendere che non hai gradito il convegno soltanto leggendo i commenti lasciati su questo portale e non da una tua telefonata. Con stima, Antonino.
Caro Antonino: avrei gradito più scienza e meno leggine. Più naturalisti e meno solleciti da parte del preside di terminare il mio intervento che evidentemente non gli era congeniale. La politica, si hai ragione, la odio, perchè sempre contro gli interessi della gente.
Non sono l’avvocato difensore di nessuno, il preside del resto non ha bisogno che io lo difenda. Ma voglio dirti che la colpa dei solleciti non è del preside, piuttosto mia e che ho invitato forse troppi ad intervenire. Il poco tempo a disposizione per ognuno è stata la conseguenza. Più scienza e meno leggine, hai ragione. Fatto sta che alla fine chi amministra la riserva in questione non è un naturalista o comunque una persona con la dovutà sensibilità nei confronti della natura e delle sue leggi, o sbaglio?!A quel punto si che ci sarebbe più spazio per la scienza!!
Perchè la zona della pre-riserva è sempre piena di spazzatura e rifiuti ingombranti? Perchè gli incivili la sporcano? e perchè dopo che è stata sporcata nessun ente pubblico si preoccupa della sua manutenzione e se lo fa, lo fa male? Se fosse più pulita, non sarebbe un luogo migliore per le specie animali e vegetali? Nessuno l’estate scorsa ha notato il televisore gettato a terra circondato da una quantità industriale di spazzatura? Forse non è questa la sede adatta per questo argomento, ma non si può nascondere la testa sotto la sabbia ignorando questo problema.
Caro Antonino: sono contento che sei sulla mia lunghezza d’onda quando affermi che le riserve devono essere gestite dai naturalisti. Inoltre, non si puó proteggere ció che non si conosce, per cui una prospezione della biodiversità è essenziale. La biodiversità non è costituita solo d’oceddri, anzi le sue chiavi di volta sono i microrganismi, i vegetali, gli artropodi ed i molluschi. Se questi gruppi tassonomici sono negletti( il mio powerpoint fu trattato a pesci in faccia), allora è inutile affermare che si vuol proteggere il biotopo. Dobbiamo onestamente ammettere che vogliamo fare esclusivamente birdwatching.
@ se le mie tesi le fanno spavento le ignori e si tenga la sua democrazia( a proposito mi permetto solo di ricordarle che esiste un teorema matematico, il cui autore fu premiato con il Nobel, che dimostra l’impossibilità della stessa) forse lei scambia la democrazia con la demagogia, plutocrazia e partitocrazia. Ma questi son affari suoi.
Se per politici si intendono solo coloro i quali cercano il consenso tra il popolo per poi, nel bene o nel male, rappresentarlo dove si esercita il potere, allora debbo ammettere che nel corso della conferenza sulla riserva del Belice ho contato (come si fa con gli uccelli acquatici nel corso dei censimenti invernali ufficiali Wetlands International ex IWRB) tre di questi politici.
Se per politici si intendono tutti coloro i quali vogliono incontrarsi per discutere, capire, proporre, tentare di affrontare i problemi comuni nel migliore possibile dei modi, allora è onesto e doveroso dire che, a cominciare dagli studenti che brillantemente (lo ha fatto notare anche il prof. B. Massa nel corso del suo intervento) hanno aperto il dibattito, tutti, escluso D. Castelli per sua ammissione, sono stati dei politici che alla fine hanno pure trovato una soluzione per migliorare le condizioni della riserva del Belice e delle altre aree naturali collegate; per migliorare le condizioni socio-economiche dei Comuni della Valle del Bèlice (mi sia concesso l’uso dell’accento come da Dizionario enciclopedico Treccani).
L’Organizzatore/Moderatore, dal canto suo, è stato impeccabile, visto che ha garantito a tutti (non è stato così neanche in una conferenza, altrettanto partecipata, organizzata dal CNR) i relatori di concludere i loro interventi, nel tempo improrogabile programmato, ore 9 – ore 13.
Gentile Sig.ra Loredana, non cada negli stessi errori di chi sogna di essere l’unico naturalista e se vede televisori o altri rifiuti in zona A (sono stati depositati pure in questa zona di massima protezione) e B di riserva faccia la sua doverosa denuncia. Se poi questa non dovesse andare avanti, chieda i motivi al sig. Procuratore della Repubblica, presso il Tribunale di Marsala.
Naturalista è chi ha a cuore la difesa del patrimonio naturale conoscendone le fondamenta scientifiche che radicano nella fisica, nella chimica ed in tutte le discipline di base. Non si puó improvvisare naturalista chi semplicemente ama la natura ma ne disconosce i feedbacks essenziali ed i principi del suo funzionamento. Poeti, sognatori, animisti e quant’altro s’ispirano alla natura ma disconoscono la sua filosofia di base.
A quale autorità competente devo fare denuncia se trovo rifiuti in zona di pre riserva? Non ho problemi a muovermi in tal senso e non voglio fare la naturalista nel senso ironico del termine; ammesso che ci sia dell’ronia. Il decoro di tutto l’ambiente comune è questione di intelligenza buon senso e rispetto. Mi chiedo solo se nessuna autorità giudiziaria abbia visto i rifiuti e si sia occupata della loro rimozione. Non si può poi parlare di sviluppo turistico. I turisti sono disposti a spendere i loro denari in luoghi non solo naturalmente dotati, ma anche umanamente mantenuti. Non sto parlando di turisti chiassosi che cercano la movida. Se non si opera in tal senso il turista viene una volta, la seconda no e cosa peggiore dice: si è un posto meraviglioso, peccato che sia tenuto come una discarica a cielo aperto. Cordilità
Politicante( uso il dispreggiativo) è chi approfittando della pseudodemocrazia rappresentativa vigente, approfitta del proprio potere intessendo una rete infame di favoritismi, sotterfugi intrisi con potere mafioso e/o statale( mafia e stato non sono poi così diversi). La politica politicante odia la scienza( la maggior parte di questi nostri parassiti ha lauree letterarie, giuridiche o economiche ma non naturalistiche). Come seguace dell’Ecologia profonda, proposta da Arne Naess auspico che questi demagoghi che nulla sanno di Scienza, vengano spazzati via dall’ondata montante della democrazia diretta.
A scuola non si studiano le Scienze Naturali nè quelle fisico matematiche. Solo cavolate letterarie! Tutti sanno che Giove ere il padre degli Dei ma pochi conoscono i parametri chimico fisici del pianeta Giove. Io che sono scientista e non credo nella critica letteraria vado fiero della mia scienza e mai nomineró una leggiuscula umana trattando del grande libro dell’esistenza.
@Loredana: forse non ha avuto modo di partecipare al convegno del 10/11, in quella occasione il Dott. Fiorentino ha dichiarato di non poter impedire l’accesso alla riserva a 2 ipotetiche persone con le moto perché altrimenti il giorno dopo questi soggetti tornerebbero ad incendiare la riserva (?!). Incendi che, tra l’altro, ogni anno la riserva subisce con tutte le conseguente del caso.
Le persone incivili purtroppo esistono non possiamo eliminarle, ma possiamo educare chi ci sta vicino con il buon esempio. Sempre il Dott. Fiorentino, ha dichiarato al pubblico presente, che il sottoscritto è contrario alla presenza dei bagnanti alla riserva (notizia che smentisco!!). Questo dopo che io ho mostrato le immagini dei sacchetti della spazzatura in piena zona A della riserva che contrariamente a quello che pensa il Dott. Fiorentino non sono rimasti sulla spiaggia soltanto per un giorno. Il Dott. Fiorentino ha fatto finta di non capire il messaggio che io ho voluto trasmettere e cioè che la riserva è mal gestita e la vigilanza è assente. Una gestione migliore porterebbe un numero maggiori di visitatori con il beneficio per le strutture di ricezione. La fruizione della riserva deve esserci, sono contrario alla cosiddetta “mummificazione” della natura ma deve essere una fruizione controllata. I turisti devono essere accompagnati in gruppi limitati da personale competente. Se invece dobbiamo andare tutti a fare il bagno liberamente alla foce del Belice, tanto vale togliere il vincolo di protezione.
@Davide Castelli: comprendo in pieno il tuo pensiero “non si può proteggere quello che non si conosce”. Tu sai benissimo che le scienze naturali non si studiano nelle scuole con la giusta attenzione. Il tuo intervento forse è stato un po’ troppo tecnico per essere pienamente apprezzato dal pubblico presente, contrariamente a quanto ho potuto apprezzare io. Sfondi una porta aperta con me, dicendo che la biodiversità non è costituita solo da uccelli, non sarei un vero naturalista nel dire diversamente. Non ti avrei invitato se non fossi pienamente convinto dell’importanza ecologica dei microrganismi, artropodi, molluschi e vegetali (vedi la presenza del Dott. Alfonso La Rosa). E’ pur vero che fra gli uccelli sono presenti delle specie cosiddette bandiera che più coinvolgono maggiormente i non addetti ai lavori. Il birdwatching senza li “scravacchi” non lo possiamo praticare, perché si trovano ai livelli più bassi delle reti trofiche. Concedimi una battuta: “no scravacchi, no party!”
Antonino Barbera
Naturalista, secondo la più ricorrente delle definizioni è intanto “chi si occupa dello studio delle scienze naturali”. Definizione che personalmente ritengo riduttiva, definizione che il mio amico D. Castelli riterrà “una cavolata letteraria”. Definizione che mi sembra interessi poco a chi in Italia fa il chimico, il fisico od altro, a meno che non sia anche un appassionato di scienze naturali. Dal mio punto di vista, naturalista è “chi prova una vasta gamma di sensazioni ed emozioni quando entra come visitatore partecipe nell’ambiente naturale”. Naturalista è colui il quale “vive l’ambiente naturale”. Scrive Bruno Massa nella presentazione del mio libro “Capo Feto”: “L’Autore ha avuto la fortuna di conoscere Capo Feto quando, sebbene le sue acque fossero già state in un certo senso “arginate”, la sua superficie era molto più ampia. E Capo Feto è stata per Enzo Sciabica una sorta di palestra ornitologica, in cui si è andato sempre più approfondendo il suo rapporto con gli uccelli, ove ha collaudato il suo primo binocolo e la sua prima macchina fotografica e dove ha trascorso molte domeniche e giorni festivi, sottaendoli alla sua famiglia”. Dice Fabio Perco (docente dell’Università di Trento, uno dei più noti zoologi italiani), sempre a proposito della palude di Capo Feto: “La classe degli uccelli rappresenta uno degli elementi faunistici di spicco del sito di cui si tratta, ma anche tra i più sensibili al “disturbo” “. Un naturalista non sarà mai un buon ornitologo o entomologo o botanico se prima non ha maturato la conoscenza degli habitat oggetto della ricerca, se prima non ha acquisito l’etologia delle specie animali. Il naturalista per essere tale deve sapersi rendere parte dell’ecosistema. Se lo studioso di scienze naturali non raggiunge questi traguardi è come “un alunno che entra in un’aula scolastica o in un museo, per vedere, annotare, o come un ginnasta che entra in una palestra DOVE OGNI OGGETTO HA LA FUNZIONE DI ESALTARE LE SUE CAPACITA’ FISICHE. Partecipare, integrarsi, ritornare al mondo antico da cui deriva anche tutta la nostra CIVILTA’ è tutt’altra cosa”. Per vedere praticamente chi è il naturalista propongo all’amico Davide, accompagnati da un gruppo di intenditori che ci osservino, di compiere un’escursione, per esempio, tra la foce del Modione e Porto Palo di Menfi o anche dove ritiene più opportuno.
Ogni polemica è sterile, specialmente quando si ha a che fare com appassionati naturalisti che molto hanno fatto per il progresso delle conoscenze scientifiche come Enzo Sciabica. Ma non sono in sintonia con lui sul modo d’intendere la natura. Il suo approccio è più intuitivo e poetico mentre il mio è essenzialmente filosofico e scientifico. Io sono un cultore della sistematica e della biogeografia e per me è essenziale la comprensione del significato biotassonomico sistematico dei taxa per la ricostruzione della storia dei popolamenti biologici e della storia del pianeta. Per tale comprensione gli insetti sono gli strumenti per concepite una storia naturale che assume un ruolo essenziale nell’interpretazione totalmente rivoluzionaria del pensiero umano. Forse l’amico Enzo non ha mai considerato la carica dirompente che emana dalle scienze naturali, forse non ha approfondito abbastanza il pensiero Darwiniano e le scienze della complessità che conducono ad una sola conclusione: la cultura prescientifica, letteraria, per intenderci quella dell’Uliade, Odissea, Dante ecc ecc è cultura truffaldina che cala dall’alto a plagiare gli animi per creare schiavi. Una pseudocultura schizofrenica che ha agganci nella retorica, nelle belle parole che nulla hanno a che fare con la verità che sta solo nelle scienze ed in quelle naturali in particolare. Probabilmente Enzo mi prenderà per pazzo o forse non lo farà perchè troppo educato per fare tali asserzioni. Termino assicurandogli che non intendo affatto fare vittime con un fuoco amico. Dico soltanto che se sacrificasse un poco il suo istinto naturalistico per dedicarsi un pó di più alla letteratura scientifica avanzata, forse si avvicinerebbe di più alle mie tesi e lascerebbe perdere le supposte radici della nostra civiltà che affondano nello schiavismo, nell’ingiustizia, nell’ignoranza e nella pseudodemocrazia.
E’ vero, non ho partecipato all’incontro di sabato scorso: “vivo Selinunte” alcuni periodi dell’anno. Forse in mezzo a tutti questi commenti il mio potrà sembrare fuori luogo per la ovvietà di ciò che dico circa i rifiuti che troneggiano indisturbati lungo l’area della pre-riserva e della riserva stessa. Ovvietà perchè non occorre essere dei luminari per accorgersi della loro presenza. Non ho mai capito, aihmè, chi deve manuntere quella zona, se la provincia o il comune. Nel primo caso è sotto gli occhi di tutti che la provincia latita; quella zona però sorge nel comune di Castelvetrano, mi domando allora come fa un comune a tollerare uno scempio del genere visto che parla tanto di promozione turistica come chiave di volta per lo sviluppo del territorio. La denuncia allora non dovrebbe partire dal cittadino, ma dal comune stesso. Se invece quel territorio è di competenza del comune, la domanda è perchè non si bonifica quell’area da tutti i corpi estranei che abbondano e che si rendono particolarmente visibili al termine di ogni incendio. Personalmente educo i miei “cuccioli d’uomo” a rispettare l’ambiente che ci circonda dando il buon esempio affinchè l’evoluzione della specie porti a generare uomini migliori di chi ci ha preceduto. Penso anche che viviamo in un sistema aperto che è il risultato dell’interdipendenza delle azioni di ciascuno. Non sono una naturalista e non abbraccio il credo di Margherita Hack; credo alla bellezza e alla complessità dell’universo come dono di Dio; La riserva ne è un esempio. Entrambe queste posizioni sono degne di rispetto: la prima può essere suffragata da leggi scientifiche fino a quando le stesse riescono a farlo, la seconda non è verificabile se non con il personalissimo sentimento di fede di ogni individuo. Tornando alla riserva, ognuno la può vedere secondo il proprio credo e magari non trovare un punto d’incontro. Il dato oggettivo verificabile da tutti, scienziati, politici, politicanti, uomini comuni è che la riserva versa in cattive condizioni per la stupidità dell’uomo che la sporca, e per l’uomo che potrebbe pulirla e vigilare su questo spettacolo naturale.
Cordialità
@davide castelli. ci può giurare. Intendo sul ‘tenermi stretta la mia democrazia’. Che poi non è solo mia, ma anche la sua. E che é costata, nei secoli, e fino a pochi decenni fa, tanto sangue. Sangue umano, non animale. Sì lo so, per Lei la natura viene prima degli uomini, esseri che, dalla natura, debbono gioco forza trarre il loro sostentamento. Alla pari di tutti gli altri animali. Fino a quando potranno. Poi chissà. Qualcuno ha ipotizzato ( ma Ella su questo potrà darmi senz’altro scuola e dopo-scuola ), che gli umani, come i dinosauri, sono destinati a mutarsi in idro-carburi. E tra qualche milione di anni, tutti noi saremo benzina che finirà nelle auto delle insetti, nuova specie dominante ( resistono anche alla radiazioni!), per le loro gite fuori porta. Da quel che leggo, ella troverà, probabilmente, tutto questo molto commovente. A me invece scoccia un pò…
Caro Davide, ora che cominciamo a ragionare, mi permetto farti ricordare che sulla sistematica, sul pensiero Darwiniano, sulle controversie tra la scuola morganiana – mendeliana e la giovane (per gli anni Sessanta del secolo scorso) scuola dei genetisti sovietici (disonestamente presentata in occidente, effetto probabilmente della guerra fredda), siamo stati sempre sulla stessa lunghezza d’onda. Non ti nascondo, comunque, che i più vivono tutte queste vicende da spettatori. Basta consultare dei buoni testi scientifici e, se hai la predisposizione, ti puoi fare benissimo una vasta cultura in questo senso. Avvicinarsi, rispettare, amare, vivere, interpretare (per quanto è concesso all’intelligenza umana) la natura è una cosa nettamente diversa. Occorre sicuramente anche la buona teoria di base (non disporrò dei tuoi stessi testi ma credo che quelli in mio possesso siano sufficienti), ma senza le qualità naturali, la passione, la perseverenza, il rischio, difficilmente possiamo dirci naturalisti. Ripeto, stare tutto il giorno davanti al computer o indottrinarsi di letteratura scientifica (al pari della classica, contrariamente a quanto lasci capire, non è indenne dalle truffe) è una cosa , ma fare ricerca seria sul campo, non limitata (come vorresti fare credere) ai soli aceddi o ai soli scravacchi (mi dispiace scendere a questo livello, ma la partenza è stata questa, basta rileggere i commenti), immergersi, vivere la natura, ritornando tra la “biodiversità” è tutt’altra cosa. Il buon naturalista, tra l’altro, non può prescindere dall’essere ecologista che, oltre ad essere lo studioso di ecologia, è anche il difensore dell’ambiente naturale, colui il quale “lotta contro quanto ne turba l’equilibrio”. Ora caro Davide, dopo tutte le chiacchiere che abbiamo mandato in onda, dopo il trampolino di lancio che ci è stato offerto con la conferenza del 10/11, mi vuoi dire quali lotte stiamo intraprendendo contro il sistema dell’affidamento (viziato da una legge che tu ti rifiuti di conoscere, come se vivessi sul pianeta Giove) in gestione delle aree protette siciliane, contro la politica dissennata e dispendiosa di tutela e cura del patrimonio naturale italiano, contro i traffichini che ci hanno rilegato all’angolo, impossessandosi dei nostri biotopi, rendendoli simili al famoso Tempio, dove il buon Gesù dovette brandire la cinghia e gridare: “Scribi e farisei ipocriti, io vi ho dato il Tempio e voi ne avete fatto una spelonga di ladri e speculatori. Fuori!”. Davide più che contro la cultura umanistica (per l’UOMO, ormai prigioniero delle città d’asfalto, altrettanto imprescindibile, quando propugnata onestamente), cerchiamo di non indugiare a mirare sul giusto bersaglio, seguiamo l’esempio di Piero Palermo che, per l’ecologia, non indugia ad affrontare chi attraverso il potere continua a speculare con la protezione del nostro patrimonio naturale.
Carissimi, Vi ricordo che mentre Noi discutiamo di questi condivisibili, o meno, argomenti non stiamo parlando neanche lontanamente dell’argomento, a mio avviso più importante. Mi riferisco alla necessaria discussione per avviare, o meno, la istituzione del PARCO DELLA VALLE DEL BELICE. Vi ricordo che l’iter non è semplice, in ogni caso non è breve !!!! Se ci crediamo è necessario avviare nel più breve tempo possibile le procedure di condivisione partecipata.
In poche parole di un processo democratico, sulla base di argomentazioni tecnico-scientifiche.
E’ su questo terreno che dobbiamo sfidare, soprattutto, i politicanti, evitando di avvantaggiarli continuando a “litigare” tra di noi.
Mi auguro che queste mie brevi note possano spostare l’asse della discussione in atto.
Cordiali saluti a tutti.
Carissimo Enzo: forte della nostra pluridecennale amicizia e stima che nutro nei tuoi confronti, mi permetto di dissentire da quanto scrivi sulla documentazione scientifica ( alias letteratura scientifica). Se resti 6 mesi senza aggiornarti sugli avanzamenti teorici e pratici della scienza sei tagliato fuori! conosco colleghi che non hanno assimilato nemmeno le idee di Dawkins e colleghe che chiedevano ( ai corsi di aggiornamento) al prof Zunino se potesse passar loro i testi in italiano visto che non intendevano l’inglese e lo spagnolo. L’esimio Prof rispose loro che potevano andare a far le lavandaie in quanto l’italiano per la scienza non serve! E senza la scienza, caro Enzo, senza 10-12 ore giornaliere di studio per 365 giorni all’anno, si rimane nel birdwatching o come scrisse l’esimio direttore di Mazara online, un cogghiscavacchi! Piero Palermo sarà una brava persona servizievole ed amante della natura ma di scienza non ne capisce nulla e senza scienza si resta nell’Opinione ( non la rivista, ma nella doxa). Non ti sto scrivendo della scienza di classe nè di quella delle multinazionali, ma della scienza di Arne Naess ( hai letto Ecologia Profonda?), di Stephen Hawking, della scienza Gaiana che richiede una concezione olistica la cui comprensione necessita tutta la scienza e la filosofia del mondo ( e quindi studio, non solo osservazione e segnalazione di specie). La tua concezione, la rispetto ma non la condivido. Io sono un tuttologo e come Kurt Godel, non ho bisogno di osservare le scienze per saperne parlare, le analizzo con il problem solving. I libri di scienza non sono romanzi, non sono cazzate pubblicitarie sono sottoposte al peer rewiew e le loro idee si dibattono al Santa Fe Institute mica a Castelvetrano tra 4 furbastri!
@ Carlo Foderà: per istituire qualcosa bisogna conoscere intanto la valenza scientifica di ció che si stituisce. Nella fattispecie delle foci, la sua biodiversità, ma non solo di uccelli, in particolar modo delle chiavi di volta che sorreggono le reti trofiche. Da più di 20 anni studio tale biodiversità ed ho prodotto volumi alcuni dei quali si trovano nelle più importanti università. Malgrado ció ho avuto l’impressione che a nessuno interessi il significato scientifico di tali studi( nessuno ha chiesto sulla presenza di endemismi e sul loro significato). Allora l’argomento scivola dal piano scientifico culturale a quello politico clientelare e quindi non è più pertinente o meglio di mia pertinenza.
@davide castelli: sì, d’accordo, ma, concludendo, cosa propone per la riserva del Belice?
L’abolizione della riserva! Dopo decenne di ricerche ho tentato di far capire( ma lei non l’ha capito o era assente) che per centinaia di migliaia di anni il monumento naturale del Thorectes marginatus si è conservato alle foci dimostrando con la sua presenza milioni di anni di evoluzione geotettonica. Istituita la riserva, lo stesso Thorectes si è estinto. Perchè? Lo domandi ai demagoghi, ai conservazionisti, ai verdi agli pseudoecologisti! Si è estinto da quando la perversità umana ha interferito con la naturalità dell’evoluzione e della dinamica speciativa/ estintiva. vergogna!!!!!
Caro Carlo, conosco Davide, animale veramente capace di stare per 365 giorni, anche per 10-12 ore consecutive, sui libri, ma incapace (è normale dopo 10-12 ore) di affrontare tante altre cose che gioverebbero veramente al miglioramento e alla salvaguardia dei resti del nostro patrimonio naturale. Ha iniziato inaspettatamente con la “scienza”, probabilmente per defilarsi (non è la prima volta) e t’assicuro che “l’asse della discussione” non si sposterà. Proseguiamo, pertanto, per la nostra via, ben consepevoli che non sarà semplice costituire il Parco, ma possibile.
Sig.ra Loredana, spero che Lei aderisca al Comitato promotore per la costituzione del Parco della Valle del Belice.
Ringrazio vivamente l’amico Enzo per avermi definito animale e distinto così dall’intellettualità prettamente umana di un auditorio, come quello dell’incontro al Liceo Classico castelvetranese retto dal preside Fiordaliso, a cui nulla interessa della biodiversità di quanto si dovrebbe proteggere( non si è degnato di alzare lo sguardio nemmeno quando il sottoscritto ha proclamato solennemente di mostrare la foto naturalistica più importante del web). Una semplice rettifica all’umorismo nero dello Sciabica: Davide Castelli studia anche 12 ore al giorno ma parla di scienza. Nessuna traccia nemmeno di piccola scienza si è riuscito a percepire negli interventi di quanti hanno sblaterato su leggi e leggine o hanno fatto sfoggio di conoscenza di lingue morte. Chiudo, senza ironia ricordando all’amico Enzo la lettura di un libro che potrà scaricare con modica spesa da Amazoncom.it:” Elogio dell’Imbecille”Sotto la lente d’ingrandimento della logica darwiniana, scoprirà certamente qual’è, nel contesto della sua concezione della natura e della conservazione, il suo ruolo, quello dei cani di caccia che utilizza e quello estremamente odioso dei lupi che l’aspettano al varco.
Caro Enzo,
il Saggio dice: che quando a certi problemi non c’e rimedio è meglio pensare ad altro.
Devo confessarTi che da qualche tempo pratico questa massima e con successo. Funziona.
Vedi anche per me passano gli anni e non voglio perdere il mio tempo a convincere, per forza, le persone.
In ogni caso non sono solito insultarle, soprattutto se non le conosco.
Il progetto del PARCO DELLA VALLE DEL BELICE, come ben sai, ne abbiamo parlato in più occasioni, va ben oltre la Riserva della Foce del Belice.
E’ soprattutto un progetto di sviluppo territoriale.
E’ un progetto che consentirebbe di superare i limiti di questo tipo di ricostruzione post-terremoto.
E’, soprattutto, il futuro dei nostri giovani che si vedono costretti sempre più numerosi ad emigrare.
Non è il progetto contro qualcuno.
E’ il progetto a favore di tantissimi ….
E potrei continuare ancora per molto.
Continuo a sperare che l’asse di questo dibattito si sposti su un fronte foriero di più utili ricadute per il territorio della Valle del Belice.
Vi saluto cordialmente
Caro Enzo e Davide,
il vostro approccio alla scienza è sicuramente differente. Vi stimo entrambi, non è una novità e lo sapete. Non posso dare torto a Davide Castelli quando propone di abolire la riserva, tanto è vero che l’avevo preceduto in un mio commento rivolgendomi alla Sig.ra Loredana. Ma sono consapevole che questo non succederà mai e che in ogni caso non porterebbe ad un miglioramento della situazione.
Per questo condivido pienamente il pensiero di Carlo Foderà. Per istituire il PARCO DELLA VALLE DEL BELICE dobbiamo unire le nostre conoscenze.
Resto a disposizione per qualsiasi inizativa PRO PARCO!!
Il marginatus si è estinto con l’istituzione della RNO. Questo è un dato di fatto. Per quanto riguarda approccio alla scienza, se per scienza s’intende taliari l’oceddri, allora Einstein e Darwin erano ciabattini.
“Parco della valle del Bèlice”, esattamente di cosa si tratta? Cosa “farà il parco”? Viene nominato in più post, sembra una rivoluzione, ma non comprendo cosa rientra in questo parco e che scopo ha. La sua portata sarà sicuramente stata illustrata nel corso del convegno di sabato scorso. Sarebbe una gentilezza poterlo spiegare anche a chi non ha potuto partecipare.
Cordialità
@davide castelli. Lei si esprime con toni molto duri, anche nei miei confronti. Ma uno dei vantaggi di intervenire sui blog con un nick-name è quello di poter escludere in partenza ogni attacco alla persona, cosa che, specialmente qui in Sicilia, regno della suscettibilità, torna particolarmente utile e consente di passare imemdiatamente al confronto sugli argomenti, che é quel che preme veramente a noi tutti. Da profano concordo con Lei: l’istituzione di parchi e riserve si é spesso rivelata contro-producente alla tutela ambientale. Non sono uno scienziato, ma spero voglia prendere in considerazione queste mie valutazioni empiriche riferite a realtà a noi vicine: 1) A.M.P. isole Egadi, zona ‘A’ di Marettimo; posta a ponente dell’isola, impraticabile per avverse condi-meteo per gran parte dell’anno, quando era un anonimo tratto di costa di rado veniva avvicinata da naviganti, scoraggiati dalla frequenza delle mareggiate. Oggi, divenuta ‘zona A’ di riserva, e quindi richiamo,nei giorni di bel tempo viene invasa dal naviglio dei locali, autorizzati per legge, che ricevono i turisti già all’aliscafo e, quando il tempo lo consente, sfruttano al massimo l’occasione 2) Riserva dello Zingaro, uno dei posti più irti ed inaccessibili della cost nord della Sicilia; habitat di diverse specie animali selvatiche e di tipica macchia mediterranea. Non vi si avventurava quasi nessuno. Divenuta R.N.O., e pubblicizzata con il mare sullo sfondo, richiama migliaia di bagnanti che si avventurano per gli scoscesi sentieri in ciabatte e costume da bagno, sciamando per le calette; e, chissà perché, da allora vi scoppiano sempre incendi..3) Pantano Leone..depressione naturale ove confluivano naturalmente i liquami della città di Campobello di Mazara, era divenuto meta di fauna avicola di ogni specie. Classificato come ZPS e ‘bonificato’ dai reflui, oggi si presenta asciutto e di uccelli non se ne vedono più…potrei continuare…
Gentile Loredana,
stiamo lavorando su un articolo sul progetto: “Parco della valle del Bèlice”
Sarà online tra qualche giorno.
Caro Signor Valenziano…. mi permetta di dissentire sull’uso dei nick name. per me sono sinonimi di vigliaccheria, io mi firmo Davide Castelli, naturalista e sapendo ciò che affermo lo sostengo fino alle ultime conseguenze. Quell’incontro è stato una pagliacciata una vergognosa esibizione di titoli non meritati e spesso nemmeno conseguiti, un’apoteosi della non scienza ed un trionfo della politica della più bassa specie sulla Scienza con la S maiuscola. il sottoscritto ha studiato per decenni la fauna entomologica del belice, ha pubblicazioni scientifiche in parecchie università straniere ed italiane, una delle maggiori collezioni entomologiche d’italia. é stato disturbato fino a casa riluttante com’era in quanto subodorava losco……. Detto fatto: Foto celebrative e menzione( direi meglio minzione) di parecchi, ma nessun cenno sull’operato del sottoscritto. Questa è una lurida meschinità ed il sottoscritto, che a differenza sua si firma e controfirma lo farà rimarcare a tutti i livelli. Circa l’utilità di questo tipo di riserve orientate o meno, mi sono già espresso. Il
Thorectes marginatus si è estinto perchè dopo l’istituzione della RNO, il pastore non andò per un certo periodo sulle dune, di conseguenza lo stercorario si estinse. Non fate ridere i polli, ( sultani o meno, me ne frego)dimostratevi quello che siete e non cercate d’imbrogliare chi ( forse ) è nato prima di voi e di natura ne sà certamente di più.
Prof. Castelli, non contavo su un Suo riscontro, ma apprendo con vivo interesse le ragioni per cui si é estinto lo stercorario. Sì perché mi sovvengono le polemiche sorte, anni fa, circa il transito dei pastori e relative greggi nell’area della R.N.O. dello Stagnone di Marsala, cui si opponeva con veemenza una nota ambientalista. L’avevo detto che potevo continuare sul tema, limitandomi alle aree protette delle nostre zone ( decine e decine solo nell’ambito della c.d., nonché moribonda, provincia di Trapani ) Sull’uso dei nick name, per Lei sinonimo di vigliaccheria, col suo permesso, dissento. E con me milioni di persone che frequentano, a volte anche utilmente, portali e blogs..
Il progetto per la costituzione del Parco della Valle del Belice è un’idea geniale (io personalmente da estimatore delle zone umide, parlandone qualche anno addietro con il Senatore G. Bongiorno, mi ero fermato al Parco costiero della Sicilia sud-occidentale, che avrebbe dovuto comprendere i Comuni rivieraschi tra Mazara del Vallo e Porto Palo di Menfi) di Carlo Foderà che, da tecnico, vuole dimostrare come si può gestire e tutelare correttamente il territorio che oltre al Belice e ad altre aree semi e sub naturali di straordinaria valenza ecologica e paesaggistica, accoglie più Comuni che a mio modesto avviso difficilmente intendono rinunciare a perseguire uno sviluppo socio-economico sostenibile (mi sia consentito l’uso del termine ormai inflazionato ma non correttamente compreso), difficilmente rinuncerebbero alla tutela dei valori naturali e ambientali, nonchè storici, culturali e architettonici tradizionali. L’idea è stata lanciata nel corso della conferenza sulla RNO del “Fiume Belice e Dune Limitrofe”, voluta dal Preside Fiordaliso. Per iniziare c’è bisogno, però, della partecipazione di tutti che dovrà convergere in un Comitato promotore per la Costituzione del Parco. Grazie alla partecipatione preventiva di Castelvetranoselinunte a giorni ne sapremo di più.
@Valenziano: sull’uso dei nickname potrei anche essere d’accordo per le ragione che ha dato in un precedente commento. Ma l’uso di due o più nickname mi sembra esagerato!Per quanto riguarda il Pantano Leone…è sicuro di averlo visitato di recente?!
Per dovere di cronaca e in ossequio alla scienza, debbo precisare che la probabile estinzione del Thorectes marginatus non è da ricercare nell’allontanamento delle greggi in seguito all’istituzione della riserva naturale. Questa, infatti, si è rivelata una mera teoria, visto che i pastori, nei periodi confacenti, non hanno mai abbandonato l’abitudine di condurre le greggi a pascolare nell’area protetta. Cosa che, tra l’altro, ho fatto notare anche ad alcuni studenti del Liceo classico di Castelvetrano proprio nel coso della visita che ha preceduto la conferenza del 10/11/2012. Credevo che lo scienziato, visto che ne avevamo discusso, ne avesse preso atto, ma a giustificazione dell’azzardata teoria, si concede ancora (commento del 15, ore 12,18) di scrivere: “Il Thorectes marginatus si è estinto perchè dopo l’istituzione della R.N.O., il pastore non andò PER UN CERTO PERIODO (da sempre a pascolo esaurito fin quando l’erba non ricaccia o non si rinnova le pecore vengono spostate) sulle dune…”. Senza neanche annotare per quanto tempo le greggi siano rimaste fuori dalla riserva, oltre agli usuali periodi, senza neanche accertare quanto tempo il geotrupide può resistere in assenza di sterco fresco, come si possono fare di queste affermazioni? Caro Davide non l’avere a male, ma la scienza è un’altra cosa.
@ Signor Carlo Foderà: Egregio Signore, non so chi sia e non voglio avere il dispiacere di conoscerla. Ritengo che l’amico Enzo Sciabica sarebbe sopravvissuto senza il suo consiglio omertoso. In realtà, chi non risponde si cela dietro falsi motivi perchè non ha argomenti. Da quanto scrive presumo che lei sia un tecnico di quelli che si spartiscono la torta……. stia attento all’indigestione, perchè se si scontrasse con tipi come me, potrebbe, oltre alla dispepsia avere delle spiacevoli scariche diarroiche……
In osse3quio alla Scienza? caro Enzo, credevo che avessi smesso di polemizzare con chi ti può far da maestro in materia di entomologia. Tu sei il re dei volatili ed io dei volatili me ne frego, ma tu, constato, sei presuntuoso e vuoi entrare in un seminato che non ti appartiene. Vai allora a documentarti sulla bioecologia dei geotrupedi, ma non in rete, sui trattati, ad esempio sul Berlese ( 2 volumi dell’inizio del secolo ventesimo) ed apprenderai che dopo il periodo d’ibernazione o estivazione, bastano poche settimane di assenza di sterco per far estinguere l’animale che ha un rapido metabolismo post-letargico. Io ho seguito il Thorectes per più di 20 anni. era frequentissimo PRIMA dell’istituzione della RNO, subito dopo c’è stato una lunga latenza del pastore ( documentata dai miei studi) e quindi la rapidissima estinzione della specie. Spero essere stato chiaro e t’invito gentilmente a non voler fare affermazione fideistiche al di fuori del tuo birdwatching. La scienza è sì un’altra cosa, ma non ti è pertinente.
@ Enzo Sciabica: Carissimo Enzo, mi sovviene or ora un dubbio( atroce?) leggendo una tua risposta ad un tal Peppe. Tu scrivi di amore alla natura, encomiabile sentimento che provo anch’io, da me però soverchiato dall’incalzante “Problem solving” di deutchiana memoria e non dal cieco induttivismo dilettantesco. Ho già espresso per telefono i miei encomi nei tuoi riguardi per quanto hai fatto e continui a fare per la protezione degli habitat e per il monitoraggio dell’avifauna. Hai dei meriti eccezionali te lo scrivo e lo sottoscrivo e per questo ti ho sempre ammirato. Il mio approccio alla realtà naturale è però molto diverso. lo studio sul campo l’ho fatto per trent’anni e quando posso lo continuo ancora ma amo il problem solving, ovvero trovare soluzioni teoriche a problemi filosofico-scientifici, soluzioni che poi devono essere confermate sperimentalmente e con ricerche sul campo. Mi permetto quindi di ricordarti che non bisogna denominare scienza ciò che scienza non è. Io cerco il valore biogeogeografico dei taxa ed il loro posto nel tree of life, sono quindi un piccolissimo Darwin della seconda metà della sua vita. tu , al massimo, sei un primo Darwin, allo stadio di cacciatore-raccoglitore, ma non teorizzatore e razionalizzatore. Non per questo il tuo intervento nello studio della realtà faunistica è inferiore o di minor pregio… è solamente diverso dal mio. Penso quindi che non c’è alcun bisogno di polemizzare, visto che entrambi condividiamo il grande interesse ed amore per le cose naturali. In te c’è soltanto meno amore e minor fiducia nella Scienza ( almeno così credo di avvertire). Concludo scrivendoti dell’incontro: converrai con me che il sottoscritto è stato snobato, bistrattato ed umiliato. Visto che mi avete chiamato voi, sarebbe stato vostro dovere dare a Cesare quel che p di cesare e non fare figli e figliastri. Che ne dici? Vorrei un tuo parere a tal proposito. Con stima!
Davide, in privato ti ho già detto come sono andate le cose. Colti dall’entusiasmo e dalla grande disponobilità del Preside abbiamo proposto inviti ed interventi di naturalisti (anche ex dirigenti del Ministero dell’Ambiente disponibili) di mezza Italia. Poi dal calcolo del tempo che sarebbe occorso per fare parlare tutti abbiamo dovuto desistere e stabilire la durata per ogni intervento. Solo così c’è stato spazio per tutti i relatori selezionati. Tu in particolare, gravato da altri impegni, hai fatto una richiesta che, se vogliamo centellinare, bene o male è stata esaudita. Sei sempre stato ritenuto parte del gruppo del quale faccio parte anch’io per cui se avessi voluto avresti potuto partecipare anche agli incontri preventivi col Preside e con il Suo collaboratore. Cerchiamo di chiuderla qua, visto che le beghe personali (se ci sono) non possono interessare al lettore che va piuttosto informato e coinvolto nell’azione di salvaguardia fattiva del patrimonio naturale. Il bersaglio lo conosciamo, non rimane che puntare su quella direzione.
Caro Enzo Sciabica: Sei troppo intelligente per far il finto tonto e cercare di eludere il problema. Tu mi hai invitato ad un incontro( per mortificarmi? Spero di no), che doveva celebrare quanto giá da voi pianificato e condurre nell alveo di l’oceddri e delle leggi del cavolo quello che invece sarebbe dovuto essere l’apoteosi dell’interesse scientifico per i taxa presenti alle Foci.. Ho trattato l’argomento che mi era stato proposto, ho illustrato lil valore scientifico della coleotterofauna….. Non una menzione sul mio operato peraltro riconosciuto con documenti di studiosi di tutto il mondo che conservo gelosamente e posso mostrare all’occorrenza. Ho evidenziato una specie nuova per l’Italia, altre di una raritá incalcolabile, ma il mio intervento non è stato nemmeno citato su quell’infame articolo che sembra un dictat hitleriano con la glorificazione delle forze naziste. Ma che fa scherziamo? Cu ccù pinsati di uncirvi, cu lu zu Peppi ? E poi mi dici di finirla lì, passando per lo scemo della compagnia, avendo glorificato dei palloni gonfiati che nulla sanno di scienza e di conoscenza epistemologica? Io desidero una spiegazione da te su quanto esposto. Avete deciso di osannare i papabili ed avete abusato del mio prezioso tempo, ponendomi tra l’altro in ultimo negli interventi, a guisa del minchione di turno( per usare termini di una tua conversazione privata telefonica con il sottoscritto). Non potevo mai aspettarmi tale carognata dall’amico Enzo Sciabica!
Come avrai notato, se non per una toccata e fuga nel contesto del discorso, non ho trattato minimamente dell’avifauna del Belice. Sarei andato fuori dal tema (“la RNO Foce…nel contesto della rete ecologica…e non altro”), il tempo non sarebbe stato sufficiente e, al primo approccio, avrei sicuramente annoiato gli spettatori. Così continuando tu, proprio nei miei confronti ti stai dimostrando, comunque, persona poco onesta, perchè più volte, prima di prendere contatti con il Preside, cioè sin dal mese di agosto, ti ho sempre stimolato a farmi compagnia. Tu, come al solito, quando c’è qualcosa di veramente importante da affrontare, ti sei defilato. Vuoi perchè a Catania per impegni di famiglia, vuoi perchè colto da malesseri. Evito di raccontarti la storia di Maria Callas e Mario Del Monaco quando debuttarono al Metropolitan (poi non duettarono più), ma tieni conto che il tuo atteggiamento a quel debutto mi sembra che si ispiri. Se hai qualcosa da dirmi, per esempio, sulla buonanima del prof. Berlese o sulla sua incompiuta, se hai qualcosa da rimproverarmi parliamone ancora (come accaduto qualche giorno addietro in seguito a mia telefonata), ma tra di noi.
Invece al lettore interessano molto queste beghe..non in quanto personali, naturalmente, ma perché vedono contrapposte scienza, da un lato, ed ambientalismo, o naturalismo, che dir si voglia, dall’altro! @antonino barbera: no, ammetto di non avere conoscenza diretta della situazione attuale del pantano Leone, però mi risulta che lo si vorrebbe irrigare, destinandovi parte ( buona parte, in verità ) della riserva d’acqua ( non sovrabbondante, in verità ) destinata all’agricoltura. Mi chiedo come mai.
P.S.: a proposito della teoria sulla scomparsa del theorectes marginatus vorrei ricordare, visto che mi pare che si faccia confusione, che, ai sensi del vigente Regolamento di fruizione della Riserva, approvato con decreto del 30.5.1987, art. 2, lettera ‘o)’, nel territorio della riserva é espressamente vietato esercitare il pascolo.
Le teorie possono essere oggeto di opinioni e critiche contrastanti (non è il caso del marginatus e delle pecore della riserva), ma se un naturalista (cosa diversa dagli odierni ambientalisti) ha la conoscenza piena di un ecosistema, se frequenta regolarmente e assiduamente i biotopi, allora la confusione può essere diradata. Come ho avuto modo di dire in altre occasioni, le riserve naturali del trapanese (a prescindere da chi siano gestite) sono tali, sicuramente, sulla carta. L’uso, però, può fare a pugni, con le Leggi i Regolamenti, le Direttive CEE, visto che le riserve possono essere anche SIC e ZPS.
@Enzo Sciabica: O fai finta di non capire o non mi spiego. Nell’articolo c’é un personaggio che si celebra e sei tu. Tutti gli altri piú o meno siamo dei minchioni. Ovviamente
il tutto é stato pilotato, l’hanno capito tutti ( scrivono di personaggi senza spessore e della dicotomia tra scienza ed ambientalismo).Voglio solo farti notare che il sottoscritto aveva previsto quasi tutto e non si defila, semplicemente non si mette in fila perché non va in branco.
Caro Davide, se tu preferisci rimanere fossilizzato tra le mura domestiche, se ti lambicchi il cervello per “prevedere tutto” o “quasi”, io, come ha anticipato Valenziano, comincio a temerti, mentre penso che: “l’aceddu dintra la gaggia canta p’amuri o pi raggia”.
@valenziano: a proposito del Pantano Leone, a me risulta che si intende costruire una condottta di risalita che dal depuratore alimenti il Pantano Leone. Dal canto mio, penso che sarebbe stato più intelligente costruire il depuratore a monte del Pantano Leone anzichè a valle. Tale scelta avrebbe avuto il duplice vantaggio di continuare ad alimentare il Pantano Leone e di evitare di scaricare l’acqua non depurata in mare in caso di guasto o malfunzionamento dell’impianto…
Caro Enzo Sciabica: ho fatto ricerca sul campo per una vita, non è che adesso non la faccia più, ma devo scrivere le mie memorie scientifiche( non le mie prigioni, perchè a Costiera vivo a contatto con la Natura in piena libertá. Poi c’è per me l’esigenza quotidiana dell’aggiornamento, dell’affinamento nella conoscenza delle lingue straniere indispensabili nella Scienza, e la stesura di articoli e libri che vado preparando. Ancora, la mia collezione conserva una tal quantitá di dati scientifici, che anche se li studiassi per 2 vite di seguito, non riuscirei a tirarne fuori tutte le potenzialitá. Sicuramente non sono un uccello in gabbia e non canto pi raggia, in quanto non mi hanno mai interessato le scelte delle altre persone. Comunque ammiro molto la tua scelta se questa ti appaga e ti soddisfa. Lungi da me qualsiasi critica, anche perchè i dati che fornisci all’ornitologia sono davvero preziosi. Come ti scrivevo prima, non mi va ancora giù il brutto scherzo che mi avete giocato: mi servirá da lezione per il futuro.
In questa pagina, per l’attivismo di alcune persone civili e preparate di Castelvetrano, si è parlato della R.N.O. Foce del fiume Belice e dune limitrofe e ai lettori è stato additato uno dei responsabili dell’abbandono e del degrado del biotopo, l’Ente gestore. Prendersela, però, con un solo dei responsabili non conduce molto lontano. Come si suol dire bisogna andare alla testa dell’acqua per iniziare a sperare di ottenere qualche risultato significativo nella direzione della fattiva tutela delle riserve naturali del trapanese. Sulla scia della I conferenza del 10/11, parallelamente alle iniziative per il Parco, sarebbe opportuno, pertanto, organizzarne altre, dalle quali si tenterà di far capire agli studenti, al pubblico, che il più grande responsabile della frammentazione, del depauperamento del nostro patrimonio naturale, è l’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, dove si tenterà di fare capire che il povero (ci sono altri controllori peggiori di lui che mi sembra non abbia mai avuto la sfacciataggine di professarsi ambientalista) dott. Roberto Fiorentino è semplicemente un dipendente pubblico che tenta di fare il suo dovere, ma è condizionato dal sistema che i più, per motivi diversi, sconoscono. Dispongo di una messe di note pubblico/personali del Ministero dell’Ambiente che, per garantire reale protezione ai nostri ambienti naturali, stimola la ns. Regione di andare nel summenzionato senso. La nostra, Regione a Statuto speciale, ha risposto o non ha risposto a queste note del Ministero? Le responsabilità preponderanti sono dei politici che si sono avvicendati (11 Assessori in 10 anni) alla guida dell’Assessorato regionale o dei dirigenti, attaccati sempre alle loro poltrone?
@Antonino Barbera. Condivido. E mi pare incredibile che abbiano fatto diversamente. Nel frattempio però, mi pare che il ‘pantano’ tanto ‘pantano’ non sia ( a meno che non provvedano Circe o Minerva ), e togliere l’acqua alle colture assetate da un estate affollata da Caronti & C. mi pare quantomeno opinabile..
@valenziano: togliere l’acqua alle colture è certamente opinabile!Però il Pantano Leone superata la crisi idrica estiva, è tornato ad essere inondato dall’acqua piovana, almeno fino al prossimo periodo di siccità. Il variare del livello idrico ha delle conseguenze sulle reti trofiche del pantano, in inverno ad esempio è frequentato da rallidi, anatidi, rapaci e trampolieri mentre in estate man mano che il livello idrico si abbassa si registra un aumento del numero dei limicoli. Solo per citare la classe degli uccelli.
Cordialità
@Antonino Barbera: se é per questo, qualche anno fa il lago Preola si prosciugò completamente, tanto da poter essere percorso in bicicletta, come documentò qualcuno. Poi la natura rimise le cose a posto,tanto da far rivivere anche gli adiacenti laghi di Murana, rimasti a secco per quasi mezzo secolo. Personalmente sono del parere che bisognerebbe lasciar fare un pò di più alla natura, evitando interventi eccessivi di ‘incoraggiamento’ o ‘tutela’ da taluni avventatamente auspicati o promossi. Ricambio cordialità
@valenziano: è vero, ma quello del lago Preola è un fenomeno di origine carsica, quindi naturale. Diversa è la situazione che sta attraversando il Pantano Leone.
Ma che grande e bella discussione di maestri.. Per risultato unico che ci troviamno con delle sedie sdraie e ombrelloni in zona A ! Concessione ceduta dall’ispettore della riserva, in barba ad ogni regolamento ed ogni logica, magari cosi la moglie andrà a curcarsi li con la famighia, grande spettacolo per le tartarughe. Dovete semplicemente VERGOGNAVI !!!!