Legambiente lancia l’allarme: in Sicilia, 642 edifici scolastici su 697 in caso di terremoto potrebbero crollare. Circa il 94% delle scuole siciliane – dato che non tiene però conto della situazione di Agrigento e Siracusa, non entrate nell’”XII Rapporto di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi nel 2011”, elaborato sulla base dei dati forniti dalle amministrazioni comunali – rientrano oggi in quei fabbricati costruiti sotto regime di «politica suicida» alla quale va aggiunta una serie di scelte politiche nel comparto scolastico (prima fra tutte la costituzione delle “classi pollaio”) che qualora dovesse verificarsi un terremoto nell’isola porterebbe nuovamente alle lacrime politiche ed alla “strage” scritta sui giornali essendo coinvolti circa 167mila studenti tra scuole elementari e medie.
Dal rapporto emerge come meno di un quarto degli edifici, il 18,82% – in alcuni casi neanche pensati per diventare plessi scolastici – sia costruito tenendo conto dei criteri sismici ed un altro 18,84% sia stato sottoposto a verifica di vulnerabilità sismica. Molto, come abbiamo imparato in questi ultimi giorni, dipende anche alle leggi in materia vigenti nel periodo in cui gli edifici sono stati costruiti e che, in Sicilia, corrisponde per lo più ad un periodo compreso tra il 1940 ed il 1990, nel quale è stato costruito circa il 70% degli edifici (il 46,41% tra il 1940 ed il 1974; il 22,55% tra il 1974 ed il 1990). Più della metà degli edifici, continua il rapporto, necessita di interventi urgenti. Ed è tenendo conto di quella «politica industriale suicida» che lo scorso anno sono stati dimezzati gli investimenti per la manutenzione straordinaria, coerentemente con la politica dei tagli degli ultimi anni, passata dai 51mila 265 euro del 2009 ai 15mila 611 euro del 2011. Cresce, invece, la spesa per la manutenzione ordinaria, passata dai 2mila 296 euro del 2009 ai 7mila 190 euro dello scorso anno.
I dati, che fanno seguito all’allarme lanciato da Alessandro Martinelli, presidente del centro ricerche Enea di Bologna, sono di facile fruizione per chiunque voglia conoscerli.
Nel suo insieme questo paese non può più aspettare l’ennesima tragedia per chiedere che la classe partitica intervenga a sanare situazioni ben note ma accantonate, basti considerare che mentre in Emilia-Romagna le scosse sismiche non si fermano, i partiti si concentrano sul finanziamento pubblico, la legge elettorale o le “aperture” a destra e a sinistra invece che su una politica edilizia che imponga di usare il cemento quando c’è da usarlo o di attenersi alle leggi sismiche. Non possiamo più permetterci, insomma, di tagliare il necessario sperperando il superfluo.
Anche perché la prossima volta non ci sarà alcun 2 giugno sul quale far sfogare i cittadini.
foto foto. comitatoscuolapubblica.wordpress.com
fonte articolo. www.infooggi.it
Un Piano di Protezione Civile pubblicato rimane lettera morta se
non vienereso operativo, quindi, chi viene coinvolto in un disastro ha il diritto /
dovere di chiedere al proprio Sindaco, mettendo in indirizzo la Procura della
Repubblica, quanto segue:1) Esiste un Piano Comunale di Emergenza?2) In quali
tempi deve essere operativo?3) Nei giorni precedenti e durante gli eventi, chi
deve essere presente nella Sala Operativa e in quali orari?4) Scattata l’allerta,
quali dipendenti comunali devono essere chiamati in servizio?5) Quali compiti
devono svolgere e in quali orari? Chi registra le assenze?6) Scattata
l’emergenza, quali dipendenti comunali devono essere chiamati in servizio?7)
Quali compiti devono svolgere e in quali orari? Chi registra le assenze?8) Quali
membri del consiglio comunale e della giunta devono entrare in servizio?9) Quali
compiti devono svolgere e in quali orari? Chi registra le assenze?10) Quali sono le
relazioni che i singoli responsabili devono redarre giornalmente?11) Quali sono le
procedure prescrittive da attivare per prevenire e poi affrontare gli eventi?12) A
quali soggetti devono inviate? Chi registra se i destinatari si attivano o meno? 13) Chi è¨
preposto a rilevare le criticità , cioè¨ cosa impedisce poi di attivare quanto
previsto e a chi deve inviare le relative relazioni?14) Quali precise indicazioni di
comportamento e/o prescrizioni devono essere inviate ai cittadini e quali canali
devono essere utilizzati predette comunicazioni? 15) Quali sono gli edifici
individuati e segnalati ai cittadini per accoglierli al coperto in caso di
emergenza?16) Quali sono i campeggi ormai dotati di strutture fisse per
l’accoglienza individuati e segnalati ai cittadini per accoglierli al coperto in caso
diemergenza?17) Quali sono gli alberghi individuati e segnalati ai cittadini
peraccoglierli al coperto in caso di emergenza?18) Quali sono i campeggi ormai
dotati di strutture fisse per l’accoglienza individuati e segnalati ai cittadini per
accoglierli sia al coperto sia allo scoperto in caso di emergenza?19) Quali sono le
aree attrezzate individuate e segnalate ai cittadini per accoglierli allo scoperto in
caso di emergenza? Le suddette domande sono la base per valutare se un Sindaco ha
fatto il suo dovere come prescritto dalla Legge dal 1992 e successive modifiche oppure
ha preferito dedicare il suo tempo per partecipare a sagre o incontri radiotelevisivi,
tralasciando di attivare i piani per la messa in sicurezza dei cittadini in caso di
emergenza e procedere a improvvise esercitazioniper testarne la validità . DISASTRI:
DIPENDE DAL CITTADINO PORTARE SUL BANCO DEGLI IMPUTATIIL SINDACO CHE NON HA VARATO IL
PIANO COMUNALE DI EMERGENZA,TESTANDOLO SECONDO IL METODO AUGUSTUS. La sicurezza parte
dal cittadino che, quando ha notizia di un disastro(terremoto, incendio, alluvione,
frana, incidente chimico, blocco dellaviabilità , blocco dei trasporti, blocco della
vita civica, ecc… ) domanda e si domanda: Il mio Sindaco, il Sindaco il cui
territorio è coinvolto da uno di detti eventi ha adottato il PIANO COMUNALE DI
EMERGENZAtestandolo secondo il METODO
AUGUSTUShttp://www.ispro.it/wiki/images/9/95/Metodo_Augustus.pdf ?In parole povere,
oltre alla carta per scriverci sopra il Piano, il sindaco ha messo in campo improvvise
esercitazioni per verificare se i dati e gli interventi poi corrispondono alle
aspettative?Se il sindaco non risponde, aprite il sito internet del Comune
perverificare se almeno esiste una traccia di detto Piano e chi ne sono
iresponsabili, quali sono le lore email. Ricordati che la Legge e le indicazioni
utili ai sindaci sono a loro disposizione dal lontano 1992 ma se il cittadino non
interviene la spada diDamocle sarà sempre sulla loro testa. Verifica inoltre se i
residenti, ben sapendo di NON essere stati coinvolti in esercitazioni improvvise di
Protezione Civile, hanno inviato un esposto al Sindaco e alla Procura della
Repubblica?Ultima considerazione, perché a pagare i danni di tali omissioni
devono essere sempre i cittadini italiani con le collette o con tasse straordinarie? I
suddetti temi sono stati trattati con speciali dossier e per leggerlibasta aprire
http://www.incamper.or/ g selezionando inparticolare
la rivista numero 128, 130 e
131(http://www.incamper.org/sfoglia_numero.asp?id=131&n=110&pages=100 ) A leggervi, Pier Luigi Ciolli
http://www.ispro.it/wiki/images/9/95/Metodo_Augustus.pdf
http://www.ispro.it