Sono costretto a replicare a ciò che ha pubblicato il giornalista Gianfranco Criscenti via web, in ordine al mio ruolo di “consigliere” del Preside Fiordaliso riguardo la mancata partecipazione degli studenti dei Licei di Castelvetrano alla manifestazione organizzata dall’associazione antiracket di Trapani, su espressa richiesta via face book del sedicente pentito Vincenzino Calcara e svoltasi il 19 gennaio scorso al Teatro Selinus di Castelvetrano.
Conosco l’opera giornalistica di Criscenti per averne, in questi anni, apprezzato e seguito gli articoli sulla stampa e sono certo di rivolgermi a persona intellettualmente impegnata ed intellettivamente reattiva, di cui non voglio dubitare dell’indiscutibile buona fede professionale ed essendo abbonato alla sua pagina “l’Isola”.
Ciò però non posso certo dire di lui nei miei confronti.
Egli dimostra di sapere le minimali informazioni su di me, ma dimostra di non conoscermi e soprattutto di non sapere nulla delle mie attività professionali, specie quelle di avvocato penalista.
Accetto serenamente il confronto, nonostante il piglio censorio del giornalista in ciò che ha scritto, che lascia trasparire chiaramente un inaccettabile pregiudizio nel riportare la notizia che dovrebbe essere dato storico e non attacco personale, inusuale questo nell’attività di cronaca.
Il Preside Fiordaliso, da oltre trent’anni impegnato nell’educazione alla legalità nelle scuole, nella sua qualità di mio dirigente scolastico, mi chiede un parere sull’opportunità di far partecipare i miei alunni del Liceo Scientifico nella mia qualità di referente del progetto istituzionalizzato per l’educazione alla legalità “da qui al 23 maggio” che, da oltre 11 anni ho il compito di organizzare nell’istituto scolastico in cui insegno discipline giuridiche ed economiche.
Ciò dopo avere acquisito il parere dei suoi collaboratori anche del Liceo Classico “V.Pantaleo” ed anticipandomi la sua decisione di negare la partecipazione di quegli alunni, il dirigente scolastico ha ritenuto di acquisire anche il parere dei suoi collaboratori del Liceo Scientifico “M.Cipolla” e fra questi anche del mio.
Ogni anno abbiamo scelto di celebrare il ricordo di una vittima di mafia, seguendo un percorso di studio e di lavori multimediali che gli studenti affrontano, anche attraverso tappe intermedie di incontri in aula magna, per pervenire alla manifestazione annuale del 23 maggio. Da quando ho partecipato come presidente dell’A.ge, alla fondazione della sezione Libera di Castelvetrano, ho sempre ospitato il direttivo nelle iniziative della scuola ed ho voluto che fosse ospite, nelle due edizioni, la carovana antimafia della Libera. In ordine a tale concreto impegno, propongo di consultare il sito scolastico del Liceo Scientifico “M. Cipolla” e di collegarsi con l’indirizzo www.daquial23maggio.it per avere contezza dell’iniziativa dei ragazzi liceali nel Corteo per la Legalità del 23 maggio 2010 a cui hanno partecipato oltre 2.000 giovani alunni che hanno sfilato per le vie di Castelvetrano.
Così come è calendarizzato anche quest’anno nella nostra aula magna, altro appuntamento con la previsione per il 16 e 23 maggio prossimo di uno spettacolo in onore e ricordo di Paolo Borsellino.
Quindi, il Preside Fiordaliso non “si consigliò con l’avvocato di Vaccarino”, ma bensì col docente referente del progetto legalità da undici anni svolto al Liceo Scientifico, componente del collegio dei docenti dell’istituto scolastico che ha poi sottoscritto un documento di solidarietà al dirigente scolastico, firmato anche da moltissimi altri insegnanti.
Sono docente dipendente in part time, per potere conciliare la mia attività di avvocato penalista che esercito sin dal 1984 iscritto al Foro del Tribunale di Marsala e proprio nell’esercizio della mia attività professionale, ho assunto l’incarico della difesa dell’ex sindaco di Castelvetrano Tonino Vaccarino sin dall’anno 1992.
Evidentemente Criscenti, da capace ed attento giornalista, conoscerà la vicenda processuale che si è sviluppata in quegli anni attraverso la pesantissima condanna del Vaccarino emessa dal Tribunale di Marsala, per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti in vari episodi contestati dalla D.D.A. presso la Procura della Repubblica di Palermo.
Su mio ricorso in appello, la Corte d’appello di Palermo, assolve Vaccarino per l’associazione mafiosa e per molti episodi di traffico di stupefacenti (DPR 309/90) e lo condanna per un unico episodio di un vecchio traffico di droga imputato agli anni 80. La Corte di Cassazione conferma e chiude la vicenda nel 1998.
In aprile dello stesso anno viene depositata alla Procura della Repubblica di Palermo una denuncia per calunnia aggravata nei confronti di Vincenzino Calcara, da parte del Vaccarino che veniva accusato ingiustamente per tutti gli episodi per i quali la Cassazione aveva confermato l’assoluzione.
Nel 2001 la stessa D.D.A. presso la Procura di Palermo, che prima aveva ottenuto la condanna di Vaccarino, chiede ed ottiene il rinvio a giudizio di Calcara che subisce un processo al Tribunale di Marsala, ove Vaccarino si costituisce parte civile attraverso la mia opera professionale, ma solo sino al 2003, quando egli ha ritenuto di revocare il mandato al difensore e a farsi assistere da altro collega palermitano.
Mi risulta che Calcara abbia beneficiato di una sentenza di prescrizione del reato di calunnia, nonostante la pesante richiesta di condanna da parte del Pubblico ministero di Marsala.
Orbene, se Criscenti avesse conosciuto meglio la mia attività professionale, sebbene di parte, avrebbe potuto valorizzare la mia innegabile conoscenza di quelle poderose carte processuali che mi hanno consentito di redigere una corposa relazione illustrativa sul contributo collaborativo di Calcara e di sottolineare le gravi incongruenze e imprecisioni del racconto di quel pentito, avendone offerto invio alla commissione ministeriale sulla valutazione dei collaboratori di giustizia e a tutte le cariche istituzionali dello Stato, compreso al Presidente della Repubblica, già nell’anno 1996.
Gli esiti di quel lavoro di studio sul contributo della collaborazione del sedicente pentito di mafia Calcara, sono stati confermati in molte sentenze successivamente emesse dall’Autorità giudiziaria che ha messo in dubbio la credibilità delle sue dichiarazioni. Sulla neppure sottintesa e malevola affermazione di Crescenti sulla mia “non obiettività” sull’affaire Calcara, anzicchè del riconoscimento della mia approfondita conoscenza processuale, rimando il giornalista all’attenta lettura di un breve studio monografico da me redatto e pubblicato nel luglio del 1998 sulla rivista internazionale “Il reo e il folle”, in materia di psicopatologia penitenziaria, sul tema “omertà e infamia” in cui viene affrontato l’argomento, fra gli altri, anche con Paolo Cendon, Paolo Mancuso, Alessandro Margara e Piero Luigi Vigna, che certamente Criscenti riconoscerà quali giuristi di fama nazionale.
Ebbene, alla luce di queste precisazioni, confermo la mia convinzione che è stato opportuno non far partecipare le scolaresche ad una manifestazione organizzata da uno screditato e contraddittorio pentito e su sua richiesta, poiché la scelta responsabile del dirigente scolastico è stata approvata e condivisa dai docenti dei Consigli d’Istituto del Liceo Scientifico, Classico e Pedagogico e da attestati di solidarietà sottoscritti da moltissimi insegnanti e alunni.
Sulla partecipazione a qualsiasi manifestazione antimafia, un principio sarà difficilmente contrastabile e cioè che nessun collaboratore di giustizia può impartire ai giovani alcuna lezione di legalità né, a maggior ragione, un collaborante che è stato platealmente smentito da tutti gli altri collaboratori di giustizia e la cui inattendibilità è stata stigmatizzata, fra tutte, dalla sentenza irrevocabile n. 9/98 emessa il 12 giugno 1998 dalla Corte d’Assise di Caltanissetta, che afferma che: “Il fatto che i predetti collaboratori escludono, molti di loro in modo perentorio, l’inserimento in COSA NOSTRA dello SPATOLA e del CALCARA, appare un dato assai significativo del mendacio di questi ultimi sul punto.” – “Sono poi le stesse dichiarazioni fornite dal CALCARA a dimostrare la sua estraneità all’associazione denominata COSA NOSTRA.” – “…. Circostanze tutte queste che appaiono incompatibili con l’inserimento organico del CALCARA nella predetta consorteria mafiosa ..” – “egli ha inoltre dimostrato delle conoscenze dell’organigramma e della struttura di COSA NOSTRA che si sono rivelate assolutamente errate ed inadeguate al ruolo da lui rivendicato. Le collaborazioni dei numerosi soggetti sopra indicati, tutte sopravvenute a quella del CALCARA, hanno infatti consentito di evidenziare l’erroneità delle indicazioni da lui fornite sugli argomenti summenzionati e che lo stesso ha potuto a lungo accreditare per vere solo perché nel momento iniziale della sua collaborazione unici altri collaboratori del trapanese erano SPATOLA Rosario – al cui esempio egli deve evidentemente essersi rifatto nello spacciarsi falsamente per un affiliato a COSA NOSTRA, e FILIPPELLO Giacoma ……non in grado di essere a conoscenza delle più recenti vicende della predetta organizzazione.”
“Ed è ancora assai più significativo che il CALCARA non sia in grado di indicare il rappresentante provinciale in MESSINA DENARO Francesco, che pure era anche il rappresentante della famiglia in cui il predetto CALCARA ha dichiarato di essere inserito. Le circostanze sopra indicate evidenziano che il dichiarante in esame non era inserito nell’organizzazione criminosa denominata COSA NOSTRA, dalle conoscenze spesso imprecise e lacunose ….”
Le ragioni del mendacio del CALCARA .. non sembrano riconducibili a spirito di vendetta nei confronti delle persone chiamate in causa, bensì dall’intento di conseguire dei vantaggi economici e dei benefici giuridico-amministrativi maggiori di quelli che avrebbe ottenuto limitando la sua collaborazione al settore della propria diretta esperienza criminale, senz’altro più modesta di quella di un associato a COSA NOSTRA.”
“E del resto della spregiudicatezza del CALCARA nel rendere dichiarazioni false pur di conseguire vantaggi al di là del dovuto costituisce sicura testimonianza la missiva dallo stesso inviata, durante la detenzione in Germania, al proprio difensore…, missiva con la quale egli si dichiarava disposto ad inventare delle false dichiarazioni sull’omicidio del Sindaco di Castelvetrano Vito Lipari, omicidio che aveva suscitato particolare clamore, pur di affrettare la propria estradizione.”
Cosa pensa Criscenti di tali affermazioni aventi forza di giudicato definitivo penale contenute nella sentenza citata, che sono di parte e non obiettive come il tacciato ruolo dell’avvocato Messina ex difensore di Vaccarino?
Prof. Avv. Francesco Messina
Per dovere di cronata ecco la nota del giornalista Criscenti
AUTORE. Franco MessinaMafia: Fiordaliso, quando decise di non mandare gli studenti all’incontro con Calcara, si consiglio’ con l’avvocato di Vaccarino
pubblicata da Gianfranco Criscenti il giorno martedì 15 febbraio 2011 alle ore 17.45
Il preside Francesco Fiordaliso – per chi non lo conoscesse, è quel dirigente scolastico di Castelvetrano che ha impedito ai suoi studenti di partecipare all’incontro con il pentito Vincenzo Calcara ed il procuratore Antonio Ingroia (Teatro Selinus, 19 gennaio 2011) – farebbe bene a cambiare ”consigliere” sulla legalità.
L’avvocato Francesco Messina, difensore di Tonino Vaccarino, nonchè docente di Diritto nel liceo scientifico diretto da Fiordaliso, nei giorni scorsi, nel corso di un incontro pubblico, ha affermato di aver ricevuto da Fiordaliso una richiesta di un parere sull’opportunità di partecipare all’incontro organizzato al ”Selinus” dall’associazione antiracket di Trapani. Lo stesso legale ha detto di aver sconsigliato la partecipazione.
Fiordaliso non poteva scegliere ”consigliere” migliore ed obiettivo… considerato che Calcara è uno degli accusatori dell’ex sindaco Vaccarino. Complimenti!
Apprezzo (senza retorica alcuna) il garbo dell’avvocato Messina e la disponibilità al dialogo ed al confronto. Qualità non molto diffuse di questi tempi.
Ma è lui stesso a confermare di aver assistito l’ex sindaco Vaccarino, come da me asserito.
Per correttezza – fermo restando che rispetto l’opinione che l’avvocato Messina ha del pentito Calcara – ribadisco che al teatro ”Selinus” era presente non il pretore di Roccapalumba ma il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, una garanzia, ritengo, piu’ che sufficiente per assicurare il giusto equilibrio nell’incontro con gli studenti.
Avete mai visto una manifestazione confezionata su espressa richiesta di chi dovrebbe poi essere invitato come protagonista dell’evento pubblico? Questo ha fatto il presunto pentito Calcara: ha richiesto tramite facebook di volere tornare nella sua cittadina per poter calcare ancora una volta un palcoscenico, questa volta non processuale, per dare lezioni di legalità. E’ incredibile la leggerezza e la superficialità dell’organizzazione che accoglie la richiesta del primo venuto su facebook e accontenta i desiderata del pentito. Poi, col senno del poi, anche se non del tutto consapevolmente, offre un corollario attorno al protagonista primo richiedente e, senza darne comunicazione adeguata, invita anche il Dr. Ingroia. Poi ravvisa anche la coincidenza della data di compleanno del martire Borsellino e tenta di dare, all’impronta, senza adeguatamente farne anticipata menzione, un contenuto celebrativo che però sfugge a tutti quanti. Il gravissimo e letale difetto di comunicazione e di organizzazione, conclama l’evento suicidario della manifestazione intitolata: “educare alla legalità”.
Evidentemente, se è questa la genesi motivazionale della manifestazione, essa si è fatta karakiri da sola.
Per questo qualunque elemento, come la mancanza di personale rappresentativo delle istituzioni, come le Autorità militari dei Carabinieri, il Questore per la Polizia e il Prefetto per il Governo, offre adeguata prova della inconsistenza organizzativa che ha meritato il fallimento dell’iniziativa. Questa è l’analisi basata sui dati di fatto incontrovertibili che tutti quanti dovrebbero riconoscere e, di fatto, molti hanno già riconosciuto. In altro momento potremo discorrere della inopportunità di invitare un qualsiasi “pentito” per parlare di legalità agli alunni delle scuole. Ma certamente, accettare la sollecitazione espressa da Vincenzino Calcara, è quanto più di inopportuno per far passare un messaggio di legalità serio ai nostri giovani.
Il referente del progetto legalità “da qui al 23 maggio”, istituzionalizzato dal 2000 al Liceo Scientifico “Cipolla” di Castelvetrano.
Mio commento a Castelvetrano Selinunte del 25 gennaio 2011 che sottoscrivo in pieno Prof. Avv. Franco Messina.
Dopo il presunto pentimento di Vincenzo Calcara del novembre 1991, per pochissimi mesi dichiarato al Dr. Borsellino che, purtroppo, appena il 19 luglio 92 rimase ucciso, vi furono un numero impressionante di veri collaboratori di giustizia …di Trapani che lo smentirono platealmente. Antonino Patti, Carlo ZIchittella, Vincenzo Sinacori, Francesco Geraci – quest’ultimo di Castelvetrano – , dissero tutti che si trattava di un millantatore che non aveva mai fatto parte di Cosa nostra. Anche la stessa D.D.A. di Palermo che prima aveva creduto in lui, dopo anni di denunce di un avvocato e di flop processuali delle sue dichiarazioni, chiese ed ottenne un processo a suo carico per calunnia aggravata verso cui aveva ingiustamente accusato. Si salvò solo grazie alla prescrizione, mentre il PM aveva chiesto la sua condanna ad una pena consistente. Numerosi collegi giudicanti in varie sentenze lo hanno giudicato inattendibile. Chi potrà ritenere un simile personaggio in grado di parlare di legalità agli studenti? E perchè la giovane associazione organizzatrice, non ha ritenuto utile assumere più rigorose informazioni prima di accogliere l’appello di un Calcara qualunque pervenuto via facebook? Nella sua richiesta organizzativa non ha fatto parola della partecipazione di un magistrato legatissimo alla memoria di Borsellino e ha celato l’intenzione di celebrarne il compleanno. L’organizzazione della discutibile manifestazione è stata incredibilmente deficitaria ed ha provocato gravi errori di comunicazione che hanno bruciato la possibilità di successo.
Commento su face book e Castelvetrano Selinunte 25 gennaio 2011 che sottoscrivo in pieno Prof. Avv. Franco Messina.
Non ho mai negato a chicchessia di essere stato il difensore di Vaccarino, ma non è questo, credo, l’oggetto della aspra critica del giornalista Criscenti. Bensì la circostanza di non potere, per questo solo, essere ritenuto obiettivo e di non poter permettermi di offrire consiglio ad un Preside (meglio al mio Preside), come se Criscenti non possa offrire consiglio al suo capo redattore poichè ritenuto di parte, per partito preso della sua pagina l’Isola.
La questione è che qualunque ruolo io incarni al giornalista non va bene e intende criticarlo, non importa se io abbia un’esperienza di vent’anni di progetti legalità nelle scuole, non posso essere credibile perchè faccio anche l’avvocato penalista. Questo è semplicemente preconcetto pregiudizio sterile e gratuito. Se poi Criscenti preferisce, per atto di fede, credere nell’obiettività del falso petito di mafia Calcara (lo dice una sentenza definitiva che invito a leggere), dovrò prenderne atto, ma anche questo penso sia un preconcetto, anche questo miope e smentito dall’A.G. che non potrà essere tacciata di partiggianeria, o no?
Prof. Avv. Franco Messina
Esprimo solidarietà all’avvocato Messina e approfitto per dire che non se ne può più di questi giornalisti, alla perenne caccia di scoop, che si arrogano il diritto di distribuire a destra e a manca patenti di legalità. In fin dei conti, un educatore avrà pure il diritto di decidere, assieme a chi lo collabora, cosa è utile e cosa no alla formazione dei suoi allievi, senza per questo essere messo alla gogna di chi crede di essere l’ombelico del mondo.
Del memoriale di Vincenzo Calcara si trovano tracce nelle motivazioni delle sentenze, di diversi processi, del processo Calvi, al processo Antonov per l’attentato al Papa, al processo Aspromonte, al processo per l’omicidio Santangelo, figlioccio di Francesco Messina Denaro, ai processi Alagna+15 e Alagna+30, alla sentenza del Giudice Almerighi, nei quali tutti si è dimostrata la piena attendibilità di Calcara nononostante i numerosi tentativi di screditarlo.
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/7276/136/
Lezioni da un mafioso. Impossibile? http://www.youtube.com/watch?v=IiefpWSxDAM#t=01m36s
Avvocato Messina, io ho apprezzato il Suo garbo, lo stile, ma non posso apprezzare che Lei faccia finta di non capire. Ritengo di aver spiegato, piu’ volte, quale voleva essere lo spirito dell’incontro (non certo pontificare Calcara): invitare i giovani a stare attenti, a non lasciarsi infatuare da Cosa Nostra; un invito che doveva essere rivolto da un ex criminale , che bene conosce queste dinamiche, alla presenza di un autorevole magistrato.
I pericoli di ”contaminazione” ravvisati dal preside Fiordaliso, li reputo pretestuosi. Il ”consiglio” Suo, seppur in buona fede, lo ritengo inopportuno.
Altra cosa – e non spetta a me entrare nel merito – è la credibilità di Calcara.
Questa è una terra in cui è apprezzata l’inerzia, oppure la realizzazione di iniziative stereotipate e standardizzate: la scuola che incontra il questore o il colonnello dei carabinieri… con le forze di polizia che descrivono una realtà fatta di successi e luci, senza ombre. Anch’io ho partecipato (attivamente) a questi incontri. Non vuole essere una critica. Bensi’ la constatazione che, quando si esce fuori dagli steccati, si incontrano difficoltà. E se ne incontrano ancor di piu’ quando non si coinvolgono (come parti attive) coloro i quali, nel territorio, sono – a volte per autodefinizione – i paladini della legalità.
Sempre pronto ad un confronto pubblico, pacato, sereno e civile.
Sig.Criscenti, secondo me è lei che non capisce o fa finta di non capire, forse le conviene così vista la brutta figura che ha fatto come giornalista e come organizzatore di eventi. Lei dice di aver invitato ad un evento antimafia “un ex criminale, che bene conosce queste dinamiche” per “invitare i giovani a stare attenti, a non lasciarsi infatuare da Cosa Nostra” poi dinanzi alle argomentazioni chiare ed esaurienti del bravo avvocato Messina dice che non importa se Calcara è credibile o no! Parole sue:“Altra cosa – e non spetta a me entrare nel merito – è la credibilità di Calcara”. Quindi, anche se pare assodato che, da tutte le documentazioni acquisite, Calcara è inattendibile e non conosce nulla sulla mafia, DOVEVA STARE lì a parlare ai giovani “a non lasciarsi infatuare da Cosa Nostra”!! Ma di che stiamo parlando? Con lo stesso criterio se dovesse organizzare una manifestazione sul tema della castità chiamerebbe Ilona Staller alias Cicciolina tanto per far capire ai giovani quanto è bello il mare a primavera. Senta, secondo me è inopportuno che lei faccia il giornalista.
Paolo Piazzini, è evidente che ha fatto un semplice copia incolla dal memoriale di calcara, e che si aspettava di trovare, l’ammissione di avere inventato un sacco di cazzate? Forse non ha letto bene le delucidazioni dell’avvocato Messina o era alquanto distratto. Le tracce ci sono eccome: della sua evidente inattendibilità.
Caro Criscenti, lei non conosce le manifestazioni intimiste ed informali che abbiamo sempre organizzato al Liceo Scientifico ogni 23 maggio, i cui protagonisti assoluti sono gli alunni: nulla a che vedere con le passerelle che dobbiamo sopportare nei cliscè delle solite organizzazioni. E’ lei che continua a non capire: senza sapere di cosa parla, mi ha accusato di essere il consigliori di qualcuno e mi ha tacciato di non essere obiettivo e di avere condizionato volutamente la scelta del mio Preside Fiordaliso. E’ questa la critica miope e sciatta che non ha ne capo ne piedi. Quindi non ho ben capito chi lei critica, l’avvocato (che non è dal 2003 di Vaccarino) ed è già grave o l’insegnante referente dei progetti legalità, che è ancor più grave, visto che lei non conosce nulla della mia attività scolastica? Insomma, non parliamo di altro: il punto è questo e su questo credo che lei avrebbe fatto meglio a chiedermi semplicemente scusa per ciò che ha detto, ma non lo fa. Il resto lo potremo discutere quando vuole, ma su Vincenzino Calcara falso pentito di mafia, io non intendo discutere, poichè ciò che affermo è contenuto nel giudicato penale definitivo di sentenze che non possono essere più discusse. Oggi, però, in occasione dela presentazione del libro del Dr. Ingroia a Selinunte, ove noi Licei eravamo presenti numerosi e lei non c’era, tutti hanno intelligentemente voluto chiudere definitivamente la polemica di quella manifestazione al Selinus del 19 gennaio. Abbiamo buttato tutto alle spalle per provare a dirigerci tutti nella stessa direzione che è quella dell’affermazione della legalità. Lei pensa che un avvocato penalista non possa coltivare questo obiettivo? E un insegnante referente, neppure? Ebbene, se rimane della stessa convinzione, sarà forse meglio che invece di parlare con me, si rivolga al Consiglio dell’Ordine forense e alla Camera Penale presso il Tribunale di Marsala, loro saranno ben felici di confrontarsi con lei che continua ad offendere la categoria degli avvocati.
La saluto e la ringrazio, Dr. Criscenti per questo confronto, duro ma franco e aperto e mi auguro di incontrarla in una occasione migliore e con un clima certamente auspicabilmente meno teso.
Cordialità.
Prof. Avv. Francesco Messina
Salve, non sono ne avvocato ne giornalista ne tanto più esperto di mafia nel senso giuridico del termine ma sono ancora e credo come me forse altri ancora un pò confuso sui processi e la figura di Calcara. Forse Nicola, che sembra preparato, può delucidarmi senza scomodare il professor Messina. Al punto dunque; non mi è chiara una cosa su Calcara nel senso che come ampiamente spiegato dal prof. Messina quelle sentenze lo danno per falso pentito, non appartenente a cosa nostra e sedicente mentre per altre, come riportato (anche se con copia ed incolla) da Piazzini, il Calcara comunque risulta se non attendibile al 100% almeno imformato di fatti inaccessibili ai più. Mi chiedo e vi chiedo ma Calcara è tutto da buttare oppure no? Cioè è veramente riuscito a fregare alcuni giudici ed altri no, oppure nella sua storia processuale dobbiamo fare dei distinguo? I suoi memoriali sono veramente tutti frutto di fantasia? Grazie del tempo dedicatomi e di eventuali delucidazioni.
Vedo, su face book, che gli animi sono ancora ingiustificatamente surriscaldati anche nella direzione critica del’assessore regionale Prof. Centorrino che oggi ha, opportunamente, gettato acqua sul fuoco, che viene continuamente e provocatoriamente attizzato a bella posta da Criscenti (ancora oggi pomeriggio) e da Calcara non so quando e non mi interessa neppure. Evidentemente dovrò defilarmi da queste piccole trappolette di infimo cabotaggio, tese da chi intende ancora cavalcare le polemiche, probabilmente perchè non ha argomenti seri da far valere e vorrebbe emergere dalle nebbie della confusione che intente artatamente disseminare. Basta.
Vi ringrazio comunque dell’attenzione e della solidarietà mostratami. Adesso non risponderò a nessun’altro e specie a quel finto pentito di mafia di Calcara che attenderà a vuoto una mia risposta che non avrà mai, almeno sino a che non ammetterà di non aver fatto mai parte dell’associazione mafiosa, in un gesto di grande coraggio e coerenza che non gli riconosco.
Ringrazio tutti e ritorno al mio lavoro di avvocato e di educatore, allontanandomi dalle inutili polemiche.
Prof.Avv.Franco Messina
e di questa lettera, ne vogliamo parlare?
20 gennaio 2011. Caro Vincenzo, con questa lettera aperta desidero esprimerti tutta la mia solidarietà e il mio sostegno per quanto accaduto ieri mattina in quella Castelvetrano che è e rimane la tua città natale alla quale, so bene, nonostante tutto sei visceralmente legato.
Purtroppo quel preside che ha “boicottato” il tuo incontro con gli studenti della sua scuola decidendo per loro, poco o nulla conosce del tuo percorso di “redenzione”, iniziato oramai nel lontano 1991 e giunto oggi ad un punto di non ritorno.
Ti è stato impedito non certo di tenere una “lezione di legalità” agli studenti del tuo paese ma semplicemente di raccontare loro il tuo vissuto, perché ascoltassero dalle tue parole come sia stato possibile, come è possibile, che un uomo di Cosa Nostra che si è macchiato di gravi delitti possa uscire da qual tunnel, rivedere la luce, e ritornare ad essere e a vivere come un cittadino normale, a provare sentimenti di amore, a crescere quattro figlie, chiamate “Agnese” “Lucia” “Fiammetta” e “Beatrice” come la moglie e le figlie del tuo adorato giudice Paolo Borsellino, lontano da quel mondo di falsi valori in cui tu eri nato e cresciuto.
Non hai nulla da rimproverarti, i cittadini onesti di Castelvetrano e della Sicilia tutta sono con te; come bene ha detto il Procuratore Aggiunto Ingroia, la grandezza di mio padre stava proprio nella capacità e volontà di dare un’occasione di riscatto a tutti e tu, più di altri, l’hai colta mutando radicalmente la tua vita.
Chi dice che nel tuo caso Borsellino è stato fuorviato, che non era un dio e che avrà preso qualche granchio anche lui, rispondo che se mio padre certamente non era un dio e prendeva granchi, è anche vero che vi considerava persone come lui, con gli stessi suoi sentimenti ma con la sfortuna di non esservi mai imbattuti in chi vi aiutasse a uscirli fuori, ad averne consapevolezza.
Sono orgoglioso in tutti questi anni di esserti stato vicino, anche materialmente, e non rinnego nulla di ciò che ho fatto per te e la tua splendida famiglia, consapevole di avere solo continuato l’opera che aveva avviato mio padre il giorno in cui gli hai confessato che avresti dovuto ucciderlo.
Manfredi Borsellino
I Quaderni dell’ora 19 Marzo 2011
L’hanno strattonata afferrandola per il bavero del giubbino. L’hanno sbattuta al muro di casa sua. Poi, ancora più minacciosi, le hanno gridato in faccia: “Devi dirci dov’è Vincenzo o ti facciamo schizzare sangue”. E ancora: “Devi dire a Vincenzo di stare zitto, di stare muto. Sta parlando troppo e non deve parlare più.”
http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=49