Ragazzini disabili legati con catene ai letti. Altri minori legati con lo scotch alla sedia e altri ancora costretti a mangiare i propri escrementi. Una casa degli orrori quella che teoricamente sarebbe dovuta essere una comunità per minori con disabilità psichiche. Teatro delle terribili vicende è Licata, provincia di Agrigento.
L’inchiesta – coordinata dal procuratore capo di Agrigento, Renato Di Natale, dall’aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Alessandro Macaluso – è iniziata grazie alla segnalazione degli insegnanti della scuola che frequentavano i disabili.
Sono state le professoresse ad accorgersi del malumore dei ragazzi. Poi l’elemento che ha convinto la preside a chiamare i carabinieri: il disegno di uno di quei ragazzi in cui veniva raccontata una storia fatta di streghe, bambini picchiati, gente legata con le catene e terribili violenze.
Le insegnanti hanno così registrato con un telefonino i racconti degli alunni, hanno fotografato le ferite sui loro polsi e hanno passato tutto il materiale ai militari dell’arma della compagnia di Licata, diretta dal capitano Marco Currao. Le indagini, condotte con intercettazioni telefoniche e interrogatori, hanno così svelato il terrore che copriva quel centro per minori. Bambini incappucciati e legati alle sedie dopo essere stati scoperti a mangiare una merendina fuori dall’orario consentito, altri legati con catene e lucchetti ai letti per non aver finito il pranzo, altri costretti a mangiare i propri escrementi.
tratto da un articolo
di Silvio Schembri
per www.agrigentonotizie.it
LE LEGGI DEL NOSTRO ORDINAMENTO PREVEDONO LE PENE A SECONDA
DELLA GRAVITA’ DEL REATO COMMESSO. CERTAMENTE IN TALI CASI DI DILEGGIO DELLA PERSONA UMANA UNA VOLTA SCOPERTI E ARRESTATI GLI AUTORI, QUESTI DOVREBBERO ESSERE CONDANNATI AD ONORARE L’ALLOGGIO DELLE NOSTRE PATRIE GALERE E NON USCIRNE PER ALMENO TRENT’ANNI.