Il Sindaco della città di Castelvetrano, Dr. Gianni Pompeo ha aperto i lavori della presentazione del progetto di completamento del Sistema delle Piazze con la creazione di un Urban Center: “ Siamo particolarmente lieti poiché con la realizzazione di questo progetto si completa un opera a cui teniamo molto che è la riqualificazione del cuore pulsante della città avviata negli anni con la ripavimentazione e la pedonalizzazione del Sistema delle Piazze- ha detto il primo cittadino- inoltre grazie alla genialità dei nostri tecnici siamo riusciti ad intercettare l’ennesimo finanziamento con la creazione di uno strumento come l’urban center che vi anticipo- ha concluso Pompeo- sarà dedicato alla memoria di Pasquale Culotta che è stato il progettista del sistema delle piazze”.
Il dirigente dei lavori pubblici, Ing. Giuseppe Taddeo, nel dare la parola al progettista dell’opera, l’architetto palermitano Tania Culotta, ha parlato del padre Pasquale definendolo un maestro di vita ed ha chiarito anche gli aspetti economici dell’intervento che comporterà un impegno di spesa pari a 2,5 milioni di euro, finanziati integralmente nell’ambito del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale- PO FESR- 2007-2013.
Il progettista ha poi chiarito cosa sarà l’Urban Center che sarà ubicato dove si trova l’attuale Ufficio Turistico ed avrà lo scopo di dare informazioni ai cittadini ed ai turisti sui principali avvenimenti del territorio di Castelvetrano. Le informazioni saranno date tramite materiale cartaceo e attraverso la struttura stessa dell’infopoint con scritte luminose da applicarsi sulle pareti esterne della costruzione ed all’interno e sarà dotato di moderni sistemi di comunicazione multimediale e di postazioni internet informando la città sulle trasformazioni realizzate e sui programmi, in corso di realizzazione e progettate dall’Amministrazione comunale, presentati con disegni, fotografie, modelli, inoltre una cartellonistica informativa sarà posta lungo i percorsi urbani per informare cittadini e turisti sulle iniziative dell’Amministrazione.
L’intervento progettuale si inserisce nella decisione di pedonalizzare il centro storico di Castelvetrano che ha conferito alla città una nuova immagine e ha consentito un nuovo stile di vita ai suoi abitanti. Le automobili sono state allontanate e lo spazio delle strade e delle piazze adesso è utilizzato per passeggiare. Coerentemente a queste scelte le strade limitrofe alle piazze saranno pavimentate con lo stesso materiale e la medesima tessitura.. Sedili in pietra, cestini per la spazzatura, dissuasori saranno opportunamente collocati in relazione agli spazi da pavimentare. L’impianto d’illuminazione sarà dotato di corpi illuminanti a basso consumo energetico e di dispositivi che consentano un minimo inquinamento luminoso. In continuità con l’impianto delle piazze realizzate, gli apparecchi per l’illuminazione saranno il più possibile posizionati su pali o gruppi di pali in modo da liberare gli edifici storici e ed avere una illuminazione con un rapporto luce-ombra ben proporzionato.
Il prossimo appuntamento con le conferenze stampa si terrà Venerdì 25 novembre alle ore 10.00 con la presentazione del progetto : “Ingresso al Parco Archeologico di Selinunte, lato Triscina”;
AUTORE. Comune di Castelvetrano
Non è esagerata la frase: “grazie alla genialità dei nostri tecnici…”? Speravo inoltre che ci fosse un cambio di tendenza rispetto agli orribili pali della luce presenti nel sistema delle piazze. Mi sembra che anche l’allora vice sindaco Calcara li avesse criticati… Sono contento della ripavimentazione delle vie limitrofe. L’Urban Center poi mi sembra quantomeno superfluo… le priorità dovrebbero essere ben altre. In tutti questi anni, ad esempio si è investito poco sul recupero del patrimonio architettonico del paese e pochissimo sul verde pubblico.
Condivido la critica ai pali da stadio che, insieme al monumento a Gentile, rovinano il sistema delle piazze
Il ringraziamento del Sindaco ai tecnici comunali era dovuto, giacché nell’ambito del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale PO FESR 2007-2013,il nostro comune ha registrato il record regionale, per aver ottenuto il finanziamento di tutti e sette i progetti esecutivi presentati, e questo è merito anche della capacità professionale dei nostri progettisti. Ricordo inoltre che Castelvetrano ha ottenuto il maggior finanziamento complessivo, pari ad € 17.307.0000 sui 106 milioni di euro assegnati alla Sicilia, con una percentuale del 16,19%, e questa è una grande vittoria per la nostra città.
Per quanto attiene alla piazza, a suo tempo effettivamente ho criticato la tipologia dei pali illuminanti, anche se, a seguito di tante conversazioni coi progettisti, mi sono reso conto che l’intento – per altro perseguito in molti altri interventi di riqualificazione in altre città- è quello di adottare una soluzione “neutra”, di minimo impatto morfologico e di rispetto delle architetture degli edifici. Forse andrebbe ripensata la collocazione dell’elemento illuminante di piazza Umberto che, se spostato di qualche metro sulla destra, guardando la Ninfa, consentirebbe una visione più libera della quinta. Ritengo, comunque, che di là da qualche critica, resta inalterato il valore storico di una decisione di civiltà come la pedonalizzazione del centro storico. Sul monumento a Gentile, inviterei a riflettere sul significato di quella pagina strappata che ricorda la morte violenta del Filosofo. Onestamente non mi pare un inserimento così traumatico nel contesto della piazza. Per quanto riguarda, infine, la rivalutazione del patrimonio architettonico, desidero ricordare il recupero funzionale della Collegiata di S. Pietro, del Collegio di Maria, della chiesa del Purgatorio, del Conservatorio delle Orfane, di Sant’Agostino, e i prossimi interventi per il Convento dei Minimi, dove sarà trasferita la Biblioteca, e per la Chiesa dell’Oreto (ex ECA.
Ops, chiedo scusa per il grave errore: “chiesa di Loreto” (non Oreto); la corruzione dialettale m’ha tratto in inganno.
La ringrazio per la risposta, professore Calcara. Tuttavia vorrei replicare su alcuni punti: 1) non criticavo il ringraziamento del Sig. Sindaco all’ottimo lavoro svolto dai tecnici per il reperimento dei fondi per i progetti su indicati ma l’utilizzo dell’aggettivo “geniali”: credo che una simile parola vada spesa per pochissime persone. 2) Sarei curioso di conoscere quali argomentazioni hanno utilizzato gli addetti ai lavori per convincerla della “neutralità” e del “minimo impatto morfologico e […] rispetto delle architetture degli edifici” in relazione a quell’impianto d’illuminazione. Immagino che si riferisca al concetto di “falso storico architettonico”… La mia opinione è che il culto della contemporaneità ha stravolto questa parola per portare avanti un lavoro spesso sciatto. Il sistema di illuminazione del sistema delle piazze è brutto e stridente con il contesto. Il fatto di non creare un falso storico non implica che l’immissione di qualsiasi elemento architettonico che non lo crea sia giustificabile. Si potrebbe inserire un sistema di illuminazione che non sia quantomeno identico a quello presente in via Marinella. Inoltre se si parla di “minimo impatto morfologico e […] rispetto delle architetture degli edifici” l’intero intervento sul sistema delle piazze si rivela un intervento parecchio invasivo e irrispettoso delle architetture degli edifici: basta pensare a come siano stati modificati i livelli dei vari edifici. L’entrata della chiesa Madre priva di due gradini originari è un esempio lampante. 3) Quando parla di “rivalutazione del patrimonio architettonico” lei riporta interessanti esempi di recupero funzionale ma penso che la maggior parte dei Castelvetranesi sia amareggiata per il fatto che edifici come il palazzo Piccione – Mangiapane, palazzo Pavone e, soprattutto palazzo Signorelli siano in rovina. Il fatto che siano di proprietà privata non dovrebbe impedire a nessuna amministrazione l’esproprio e il recupero. Spero che lei, da candidato sindaco della città possa fare qualcosa, in caso d’elezione, per i palazzi su menzionati. 4) Noto con rammarico che non fa nessun accenno al verde pubblico del paese.
Cordiali saluti, un suo potenziale elettore.
Gentile signor Paolo, la ringrazio innanzitutto per il tono pacato e costruttivo della sua replica (cosa che non sempre accade sul sito). Ovviamente, il dibattito sulla bellezza di corpi illuminanti delle piazze lascia spazio alle idee più svariate. Sono daccordo con lei circa l’esasperazione del culto della modernità; ho voluto solo comunicare la mia evoluzione(o involuzione, a seconda dei punti di vista) di opinione, anche a seguito di quanto, ad esempio, ho visto a Firenze ed anche a Milano. La cosiddetta “illuminazione artistica”, come lei riconosce, è infatti un falso storico, che può andar bene per riqualificare ambiti ad architettura mista, ma stride in contesti fortemente tipicizzati come il nostro centro. Che dire? Sarà forse l’abitudine, ma a me quei “pali” oggi non sembrano più così brutti e, mi creda, mi consolo avendone visti di peggiori in giro. Quanto al livello delle piazze, la invito a considerare i plinti delle paraste degli edifici (Chiesa Madre, Purgatorio, Collegiata, Municipio) per rendersi conto che difatti alcuni gradini sono il frutto delle “sistemazioni” ottocentesche, quando il livello della piazza fu abbassato per livellare le quote e creare i marciapiedi. Consideri, ad esempio, che la prima vasca della Ninfa aveva un ruolo funzionale (vi si attingeva praticamente acqua) e dunque era a un livello molto più basso. Non sono un architetto né un urbanista, mi occupo un po’ di storia locale e so che ogni tempo ha cercato di lasciare qualcosa. Nel complesso, ritengo che il risultato dell’intervento alla fine evidenzi strategie minime di impatto morfologico e che si sia conseguito l’obiettivo di restituire alla città il suo originario spazio aggregativo che, ovviamente, richiede ancora tutta una serie di “operazioni” a complemento.
Quanto all’aggettivo “geniale”, convengo che forse l’espressione è un po’ esagerata, ma se la riconduciamo alla sua etimologia per indicare la qualità di cui si deve pur essere un po’ dotati per farsi chiamare “ingegneri”, forse l’enfasi del Sindaco può essere giustificata.
Infine, convengo con lei circa l’amarezza nel vedere molti edifici storici in rovina; ma lei sa che spesso si tratta di fabbricati di privati (a volte diversi, a volte residenti fuori) per i quali gli spazi (e le risorse) per l’intervento pubblico sono limitati.Uno dei progetti approvati riguarda proprio palazzo Pavone (in via Marconi), mentre si attende il finanziamento per la casa Pardo per la quale c’è un bellissimo progetto dell’arch. Luca Corda. Come vede, il lavoro non manca. L’importante è parlare dei problemi con onestà intellettuale, cognizione di fatto e non per i soliti luoghi comuni.
Cordialmente
P.S. Voglio anticiparle una buona notizia: tra poche settimane ritornerà a Castelvetrano il famoso “Trittico dell’Annunziata” per il quale il Comune ha finanziato il restauro che è in corso presso la Galleria di Palazzo Abbatellis di Palermo. Nell’occasione, il vescovo si è impegnato a restituire il “S. Francesco di Paola” che è a Mazara. Mi creda, in mezzo a tante difficoltà, non stiamo con le mani in mano!
Potreste risparmiare su questo discutibile “urban center” rimettendo una VERA rete di hotspot WiFi (di modo che il turista possa collegarsi e cercare sul web o su Poynt o su Zagat o TripAdvisor o Google Maps o FourSquare ed altre centinaia di app o siti quello che gli interessa e possibilmente condividere le foto ed i video della sua visita in tempo reale) e creare un portale del Comune decente e multilingue (non stupidi autotranslator con biechi copia/incolla). Si risparmierebbe sul personale, sperando che comunque vada non piazzate i soliti “in attesa da 20 anni” capaci (spero di no) di dir solo “I no spicc Germany”, e sul cartaceo. Dovrete pur stamparlo a rotazione il volantino o il pieghevole… Tutti dindini che restano in cassa per fare qualcosa di più utile.
Professor Calcara, sono contento di poter interloquire con lei. Sono certo che il suo impegno a favore di Castelvetrano sia assolutamente positivo, anzi, stridente con il livello medio della classe politica del paese. La sua disponibilità al dialogo all’interno di un portale pubblico è già di per sé un importante segno di attenzione nei confronti dei cittadini. Sono convinto che Lei, in mezzo a tante difficoltà non sta con le mani in mano. Purtroppo non posso dire la stessa cosa di altri suoi colleghi. La notizia relativa al “Trittico dell’Annunziata” è davvero ottima: attendo fiducioso il suo rientro per poterlo ammirare dopo il restauro. Per quanto riguarda Palazzo Pavone e Casa Pardo in effetti ero già a conoscenza dei progetto di restauro, ma sa, fino a quando non termineranno i lavori per me quelli saranno due capitoli aperti (la situazione della chiesa di San Domenico mi spinge sempre alla massima prudenza). Neanche io sono un architetto o un urbanista ma ho avuto la fortuna di discutere con alcuni di loro: il punto è che le “sistemazioni ottocentesche” erano ormai ampiamente storicizzate e che proprio per questo, se volevamo attuare un intervento con “strategie minime di impatto morfologico” non si sarebbe dovuto minimamente intervenire su questo aspetto. Inoltre, mi perdoni per l’accento polemico, come dovremmo considerare la sostituzione dei portoni in legno di palazzo Pignatelli con gli sgargianti portoni in alluminio che ci sono adesso. Lo so che la sovrintendenza ai beni culturali ha dato il suo benestare ma io, da collaboratore dell’amministrazione avrei fatto sentire la mia voce. Infine, per quanto riguarda il famigerato sistema di illuminazione mi domando quali orrori abbia visto a Milano e a Firenze per rivalutare i nostri. Forse avrà capito che io guardo con simpatia al restauro stilistico, che con il falso storico in architettura ha notevoli consonanze, ma anche non volendo assumere una posizione minoritaria all’interno degli addetti ai lavori mi spiega perché un palo della luce deve somigliare ad un patibolo per l’impiccagione o ad un palo da stadio? Questa è ricerca stilistica oppure aderenza ad un prodotto industriale il cui unico scopo è quello di minimizzare i costi di produzione?
Rinnovandole la mia stima, le porgo i più cordiali saluti.
Gentile signor Paolo (mi scusi se la chiamo per nome, ma non evinco il cognome dai suoi messaggi. Le sintetizzo, per opportuna riflessione, quanto ho potuto cogliere dalle relazioni dei progettisti dell’intervento nel sistema delle piazze.
I nuovi locali sono concepiti in chiave contemporanea, pensando ad allestimenti in cui le architetture interne si rispecchiano all’esterno grazie all’uso di materiali moderni come vetro e acciaio.
E’ auspicabile che le nuove attività siano riconoscibili dai giovani e confrontabili con quelli dei centri storici delle grandi città: basti pensare a Barcellona, Lisbona, Amsterdam, ma anche Catania, Palermo o ai negozi di via condotti a Roma, dove i palazzi rinascimentali e barocchi che ospitano i brand internazionali presentano infissi e vetrine in acciaio e vetro.
Tutte le porte sono pensate solo in vetro per dare l’idea del “buco”nel muro, un buco che permette di traguardare all’esterno e all’interno nello stesso tempo, cosa sicuramente negata dagli oscuri attualmente posti a protezione degli ingressi esistenti: infatti al posto del telaio fisso in legno si sono alloggiate tutte le parti del serramento in alluminio color acciaio.
L’attraversamento tra l’esterno della piazza e l’interno dei locali (concetto fondamentale di soglia nel linguaggio architettonico) avviene quindi attraverso un diaframma in vetro definito da una linea sottile che solo l’acciaio consente di ottenere.
Tale filtro trasparente permette l’osmosi tra il “fuori” dello spazio pubblico e il “dentro” dello spazio commerciale, in un rapporto dialettico continuo.
Se il vecchio edificio era opaco, pesante, ermetico, autoreferenziale, il nuovo si fa trasparente, leggero e offre vedute sulla piazza.
Questi ragionamenti e criteri di intervento danno risposta alle richieste dell’amministrazione di lasciare i locali illuminati tutta la notte per dare luce alla piazza focalizzando l’attenzione su negozi, pizzerie, botteghe artigianali che devono animarla.
Sulla stessa linea di pensiero si pone la scelta degli elementi illuminanti della piazza, con un basamento in pietra Botticino ed un anima in acciaio che culmina con lampade dal design volutamente moderno:
Cambia la consapevolezza semantica del linguaggio espresso dalla tecnologia ma anche dalla reinterpretazione dei materiali tradizionali come la pietra, il legno, i metalli assemblati in forme nuove o in concorrenza con le nuove trame e le nuove consistenze materiche della plastica, delle leghe metalliche, del vetro: un nuovo codice che declina le linee guida per i successivi interventi nella piazza e nei negozi.
Dovremmo, secondo questa logica progettuale, allenarci nella metamorfosi piuttosto che nella distinzione tra antico e nuovo, dando un senso alle operazioni, trovando di volta in volta le ragioni, appoggiando o sostenendo le trasformazioni.
La storia dell’architettura è fatta di esempi che riguardano la vita degli edifici: la crescita di una parte, addizioni, lo spostamento di una scala, porte e finestre smontate e rimontate in posizioni più opportune con materiali diversi cambiano l’uso degli edifici per nuove esigenze di rappresentatività.
Il dibattito è ovviamente aperto.
Cordialmente
leggendo queste interpretazioni architettoniche, mi viene da pensare come non si faccia una richiesta,a chi di dovere, per poter cambiare i portali della Chiesa Madre e metterci delle belle vetrate che facciano risaltare l’interno, magari lasciando le luci accese perennemente. Boh, vorrei sapere che c’azzecca l’architettura già costruita con una certa caratteristica, con le idee di qualche giovane design. Che ne direste di sostituire qualche capitello dei templi di Selinunte con qualche sostegno in acciao? sarebbe una nuova idea.
qualche piccola critica da profano:
– nella piazza forse c’è troppo poco verde;
– il monumento a giovanni gentile poteva essere posto in un altra zona della piazza in maniera da essere un pò meno invasivo;
– poi esisteva un progetto per eliminare quell’obrobrio che è la struttura aggiunta del circolo davanti il selinus, che fine ha fatto, non sarebbe ora di abbatterlo considerato che non c’entra niente con la piazza e che, a parer mio, darebbe più risalto alla colleggiata della chiesa di san pietro.
Egr. Prof. calcara mi sa dire se è previsto un intervento del genere?
Ho notato che per ben due volte il Prof. Calcara a glissato sull’argomento del verde pubblico sollevato dal signor Paolo.
Cosa intende fare il candidato sindaco per il futuro? A quando una nuova grande area verde? Perchè non si adornano le nuove vie con alberi?
caro Rododentro che il Prof. Calcara sia affascinato da questi “buchi” e dai pali dell’illuminazione che in fin dei conti come dice non sono affatto brutti, non può che lasciarci disorientati ma sempre rispettosi delle valutazioni che possano provenire da chiunque, a maggior ragione da parte di uno studioso altamente qualificato come il Prof. Calcara!
Il discorso sul livello delle Piazze mi lascia alquanto perplesso in quanto noto con grande disappunto che il piano di calpestio realizzato supera di gran lunga i livelli di ingresso dei principali Palazzi e cosa dire del disturbo visivo causato dalla collocazione di elementi che niente hanno a che dividere con le stesse Piazze?
Mi riferisco ai pali dell’illuminazione, ad una struttura in legno da cui fuoriesce un palo della luce, il tutto in maniera amorfa, al monumento al Gentile, tutti elementi che altro non fanno che modificare ed interrompere non solo le fughe prospettiche ma che alterano in maniera vergognosa le “quinte scenografiche” impresse nella “memoria storica” di ognuno di noi.
Che cosa dire inoltre dell’abbassamento degli edifici che di fatto ne hanno modificato la forma?
Chi prima saliva dalla via Pietro Colletta meglio conosciuta “di li scarpara”, all’improvviso vedeva apparire in tutta la sua bellezza il piano della Piazza Umberto , la maestosità della Chiesa Madre, del Campanile, di Palazzo Pignatelli e della Fontana della Ninfa che interagivano fra di loro suscitando sensazioni ed emozioni indescrivibili, solo che oggi queste sensazioni ci sono state rubate.
Sono stati bravissimi perché alla fine è venuto fuori un intervento che potrebbe benissimo essere raffigurato in un quadro di De Chirico.
“Spazi deserti, assenze di persone, architettura metafisica, coni d’ombra sono quanto di più inquietante è stato dipinto nel ventesimo secolo”.
Ci siete riusciti……bravi!
Infatti caro Antonino Leone….Solo una mente contorta poteva concepire una piazza di simili dimensioni senza prevedere del verde o una minima alberatura all’interno di essa…a proposito del monunmento a Gentile poi, se si fosse sistemato parallelamente agli edifici esistenti forse avrebbe avuto un impatto più felice…ma che vuoi…gli artisti hanno deciso così. E poi volevo dire una cosa, io non farò mai il Sindaco e non mi umilierei mai nel farlo. Ma se per assurdo qualcuno mi obbligasse a farlo farei tornare SUBITO transitabile alle auto il tratto di fronte il teatro Selinus (in sintesi quello al quale si arriva dalla via Pappalardo) riuscendo così in due intenti:
1) Non obbligherei gli autisti tutti a passare con i propri mezzi da una stradina larga solo m. 1,80 (davanti Onoranze funebri Vaiana)
2) Ritornerei a onorare il lavoro di alcuni commercianti (fatti fallire volontariamente) ovvero cartoleria, tabaccheria e farmacia alcuni dei quali nel tempo obbligati a vendere la propria attività. Mi auguro che ben presto qualcuno riconosca umilmente la bestialità commessa.
Non sono “affascinato” da un bel niente; sto cercando solo pacatamente di capire e di sottoporre a riflessione alcune considerazioni di professionisti e specialisti del settore. Ho già ampiamente manifestato tutte le mie riserve e le mie perplessità, ma sono abituato per forma mentis a valutare anche le ragioni degli altri e a non innamorarmi mai delle mie idee (a parte di quelle che concernono certi principi). Egregio Signor Aldo, non sono qui a dover fare gli esami, lo farò a suo tempo se dovrò sostenere un mio programma. Non ho (con l’acca) glissato, semplicemente perché non mi sono mai occupato di verde pubblico per il quale – ovviamente – come cittadino mi auguro una maggiore cura. Mi piace comunque ricordare, e ciò va a merito del settore, che, contrariamente a quanto successo a Mazara e Marsala, almeno le nostre palme si sono salvate dal punteruolo rosso…
Per quanto riguarda la Chiesa Madre, la provocazione non regge giacché le porte di palazzo Pignatelli non avevano davvero nessun pregio artistico né architettonico. Desidero ricordare, visto che ci siamo, che proprio sulla Chiesa Madre, quando ero assessore, ho sollecitato e ottenuto un intervento del Comune per il campanile e per il risarcimento di alcuni elementi del prospetto, oltre ad avere ottenuto (grazie alla sensibilità dell’ing. Taddeo che non finirò mai di ringraziare) la riparazione dei tetti e la ricollocazione della croce che mancava del 1968. Peccato che di queste cose nessuno se ne accorge.
P.S. Quali negozianti sono falliti?
Mi sembra davvero ridicolo questo fare le pulci su tutto da parte di improvvisati architetti e urbanisti (come al solito, non abbiamo solo 60 milioni di commissari tecnici…), e non apprezzare la valenza STORICA (per Castelvetrano) di avere pedonalizzato il centro storico. Non ho nessun rimpianto per quella piazza piena di macchine e ossido di carbonio, ridotta a una sorta di svincolo stradale. Bisogna continuare nella pedonalizzazione, altro che aprire la via Pappalardo.
Ma di quali alberi parlate? Ci sono alberi in piazza Duomo, in piazza S. Pietro, in piazza S. Marco? Ma di quali negozi falliti parlate? Io vedo nuovi esercizi e piano piano il cambio delle abitudini dei cittadini. Non facciamo battaglie di retroguardia e cerchiamo di essere costruttivi.
Non mi interessano tutte queste sterili polemiche, Vi dico soltanto che qualunque “forestiero” di mia conoscenza abbia messo piede a Castelvetrano (americani, tedeschi, francesi….. Ma anche italiani!) ha avuto pArole d’ammirazione per il sistema delle piazze così com’è adesso. Questo per Voi non significa nulla? Se vogliamo crescere dobbiamo “imparare” ad “amare” la nostra terra
.
beh la piazza è sicuramente più bella ora chiusa al traffico, ma paradossalmente prima, quando era aperta al traffico, c’era più verde. Poi, dico io, perchè prendere esempio da chi (parlo del verde) sta peggio di noi e non da chi sta meglio. Aspetto ancora una risposta per l’obrobrio
Caro gaetano cuttone…in Piazza Duomo non capita mai che un signore anziano deve attraversare 200 mt di piazza sotto il sole cocente, con la temperatura di 43° e col reverbero del sole accecante dovuto ad un rivestimento “bianco”…te capì???? e poi te lo dico io che qualcuno ha dovuto venedere la propria attività per risparmiarsi dal fallimento…informati…
Egregio sig. Cuttone, mi spiace sottolineare che la sua insipienza è un pozzo di cui non si vede il fondo. Come osa paragonare un sistema delle piazze di una cittadina di provincia con piazze di altro spessore, nate in altri contesti storico – architettonici?
Ma ha mai girato per i centri storici dei centri di provincia in zone più evolute della nostra?
Da quelle parti si fa a gara per abbellire i centri storici con verde e fiori, grandi viali e piazze alberate, scenda dal suo trono aureo e si faccia ogni tanto un giretto, anche virtuale sul web, e dia una occhiata magari a qualche altro paesino dove viene valorizzato l’uomo e la natura e non l’astratta arte metafisica in cui i vuoti e gli spazi agorafobici sono gli elementi dominanti.
Per quel che mi riguarda da parte dei turisti, quei pochi coraggiosi che ho incontrato, altro che americani, tedeschi ecc. e non solo stranieri, ho sentito parole di elogio per certi dettagli architettonici (risalenti alle strutture preesistenti, ma anche di sconforto per lo squallore e la desolazione che regna incontrastata nel centro storico della nostra città, certo lo spettacolo delle automobili strombazzanti ed inquinanti non era per niente edificante, ma con questo progetto siamo passati da un estremo all’altro, da una giungla di metallo e petrolio, ad un deserto di pietra bianca.
Qui non si tratta di essere architetti o esperti di storia dell’arte che comunque non sono gli unici a potere esprimere il loro parere, si tratta di sentire le voci dei cittadini che si esprimono per come sono stati spesi i loro soldi, si tratta del parere del cliente che all’architetto ha affidato un determinato incarico. E mi risulta che se il cliente è insoddisfatto, ha tutto il diritto di esprimere il proprio parere. Sbaglio signor Cuttone?
Egregio signor Titone, non stia a difendere una posizione ormai persa, sia Lei costruttivo e, visto che la propositività è il suo elemento naturale, dia una soluzione per dare vita a quello che è diventato un deserto di pietra. Stia con i piedi per terra e non cerchi di contare i turisti che non passano o i fantasmi di un passato remoto.
Scusandomo per l’imperdonabile errore, voglio far notare al prof. Calcara che parla come uno che non abbia mai amministrato questa città, in ruoli chiave, anche se non specifici alla fattispecie.
L’assoluto disinteresse al fattore ambientale, non è da imputare solo alle ultime amministrazioni, per la verità.
Da aspirante storico il prof. Calcara sicuramente saprà a quale “secolo” riguarda la realizazione dell’ultima grande area verde in questa città.
Per quanto riguarda il punteruolo rosso, aspetterei a cantare vittoria, viste le ultime voci circa l’acquisita resistenza ai rimedi fitoterapici a cui è stato sottoposto.
la croce caduta per il terremoto mancava dalla chiesa del purgatorio e non dal duomo. strano che cervelli fini e intellettuali laureati non le hanno detto di avere sbagliato. per quanto riguarda il punteruolo rosso erano infestate le palme della via campobello, piazzetta marsala…io ho visto quegli insetti…
Purtroppo è saltato un rigo del mio commento, ovviamente mi riferivo al Purgatorio. Non c’è bisogno di essere un cervello fine e di essere laureato per capirlo. In ogni caso, la sostanza non cambia, e chi l’ha fatta rimettere, quella croce, è stato sempre il sottoscritto.
Davvero intollerabile, trasformare un interessante dibattito in un attacco personale al prof. Calcara, che io, da castelvetranese purtroppo all’estero, conosco solo di vista, per i suoi libri e per il suo indiscutibile impegno civile. Se l’unico suo merito fosse stato quello di avere salvato, riordinato e reso fruibile l’archivio storico e notarile, la città dovrebbe essergliene grata per sempre. A lui la mia solidarietà e i miei complimenti per la pacatezza delle sue risposte anche di fronte alla volgarità e gratuità di certi commenti.
Aspitante storico? Calcara e Giardina hanno scritto la prima vera storia organica di Castelvetrano, con rigore scientifico, acutezza di indagine, sterminata letteratura critica e bibliografica.
In ogni caso, la piazza di Castelvetrano è bellissima.
intanto ancora non ho avuto risposta su quella bruttissima struttura che c’è davanti il teatro selinuns. Debbo pensare che non si svuole smuovere nulla per dar la possibilità ai soci del Circolo, fra cui molti amministratori del comune, di poter continuare a fare le loro feste.
Ma quale attacco personale! Ma delle civili ed educate critiche, che un uomo pubblico deve saper accettare.
Sottoscrivo in pieno quanto detto dal dott. Lombardo e noto che il prof. Calcara non può essere chiamato a rispondere di ogni cosa solo perchè, contrariamente a molti altri politici, come cittadino partecipa con compostezza a una discussione. Signor Aldo, dare dell'”apirante storico” a un autentito uomo di cultura come il prof. Calcara cos’è se non un attacco personale che poco c’entra coll’oggetto della discussione?
Tornando alle piazze, condivido quanto dice il signor Cuttone. Da architetto dico che il paragone con le piazze delle grandi città è assolutamente pertinente, in quanto – fatte le debite differenze – si tratta di piazze artistiche, dove vale il principio che la presenza di alberi può disturbare la corretta percezione dei prospetti. Nel caso delle piazze di Castelvetrano gli interventi sono stati limitati e il risultato è assolutamente gradevole. Del resto, senza andare a scomodare le piazze delle grandi città, basti pensare a quelle della provincia: piazza della Repubblica a Mazara, piazza Loggia a Marsala, piazza Ciullo ad Alcamo: sono tutti esempi in cui la ristrutturazione ha eliminato, dove c’erano, gli alberi. Pensare ad un arredo a verde è un’operazione sempre possibile che, nel caso delle piazze di Castelvetrano, mi sembra comunque già sufficientemente avviata, seppure – come tutte le cose – è sempre perfettibile. Al di là da questo, resta il significato profondamentye civile di una scelta coraggiosa che da non castelvetranese ammiro e un po’ invidio, pensando anche che il progettista della risistemazione è stato il compianto prof. Culotta.
P.S. Perché i partecipanti al dibattito non si firmano con nome e cognome?
potevano farla mettere persone che hanno guidato cvetrano prima di lei e noti per il loro appariscente cattolicesimo, alle giunte che c’erano prima a quella in cui c’era lei, alludo.. tutti cattolici a parole. una città affosssata ..non metto becco…ha fatto mettere la croce, ha fatto solo il suo dovere.non sò dove era lei a tempo del terremoto, ma io l’ho vista crollare da piccola ,e da li’ ho capito che crollava il mio mondo…ancora piu’ di lei ,i miei ricordi sono legati a quella croce.. mi vorreste condannare… io la amo di più di voi…
Condivido in pieno quanto detto da ivana in merito al fatto di mettere nome e cogn ome negli interventi.Nascondersi nell’anonimato non e’ bello in democrazia e’ giusto che ognuno dica la sua liberamente
senza offendere nessuno. Per quanto riguarda il verde, non sono architetto, ma sono convinto che il verde ed il decoro non dovrebbero mai mancare in nessun progetto. In merito alla piazza, a parte i commenti di natura tecnica, dico che e’ stata una bella iniziativa adesso la scommessa e’ trovare il giusto equilibrio tra i due eccessi e penso che cio’ sia fattibile ormai sicuramente con il prossimo sindaco. La pedonalizzazione va bene ma in certi orari , soprattutto notturni ,si potrebbe permettere il traffico …..la via pappalardo dovrebbe essere riaperta al traffico e’ chiudere la via la farina . Ricordo che nel 2008 il consiglio comunale ,che rappresenta il popolo, ha votato una mia mozione in tl senso m il sindaco Pompeo la disattesa.
E poi signor Titone ma tutti questi turisti (AMERICANI FRANCESI TEDESCHI……..) dove sono ? Qualche sporadico turista non puo’ fare testo Dobbiamo fare ancora molto per vedere i turisti nella ns. piazza. saluti tutti
voglio intervenire sul punteruolo rosso sterminatore delle intelligenze castelvetranesi: la piazza era l’incrocio nord-sud, est-ovest della città. E’ stata d’imperio snaturata, senza sentire i cittadini e ora è una cattedrale (dimessa) nel deserto.
Ah quanto era viva prima, se c’era da rimettere in sesto bene, ma doveva essere consentito l’ordinato traffico e la possibilità di chiuderla al traffico nei fine settimana.
Chiedetelo alla maggioranza dei cittadini e vedrete le loro risposte. A casa tutti coloro che hanno amministrato la cosa pubblica come se se fosse loro.
vitop
Ormai il danno è fatto. Farla tornare transitabile dagli automezzi anche soltanto in alcune ore è impensabile stante i materiali “pregiati” che sono stati usati per l’ammattonatura della stessa e solo poche ore di questo utilizzo comporterebbero indelebili tracce di pneumatici e di macchie d’olio fastidiosamente visibili nelle ore di transito pedonale. La soluzione più intelligente rimane quella già precedentemente evidenziata da “giuseppe” e poi da “leo caraccioli” ove si dice di riaprire “totalmente” la via Pappalardo e ri-rendere transitabile agli autoveicoli quel tratticino di piazza che passa davanti alla farmacia Rizzuto, al tabacchi ed alla cartoleria.
Ovvio ed indispensabile adornare la piazza(magari nella zona centrale della stessa e per tutto il suo sviluppo)con delle ricche aiuole non rimovibili che contemplino anche una discreta alberatura lasciando, per via di questa posizione, la possibilità di transito per quei veicoli che per motivi del tutto eccezionali si dovessero trovare costretti a passare da li. Tutto il resto non ha più importanza. (punto)
Massimo rispetto per il professore Calcara. Si può non condivedere alcuni aspetti del suo pensiero e del suo operato ma è indubbio che sia uno dei pochissimi politici a Castelvetrano ad aver lavorato con serietà e amore. Mi domando a questo punto però se, in caso di elezione, lei voglia intervenire su alcuni aspetti del sistema delle piazze e, se si, in cosa. Inoltre sarei curioso di conoscere i punti del suo programma, soprattutto per quanto riguarda il patrimonio storico-architettonico e il verde pubblico del nostro paese.
Cordialmente, Paolo Cusumano.
Giusta la conclusione di giuseppe clemente ….la piazza
ormai esiste ed e’ un bene gurdiamo avanti e rendiamola fruibile….se simo bravi ed ormai con il prossimo sindaco la dobbiamo fare diventare il cuore pulsante della citta’. AL Futuro …….
Al neo baby pensionato Leo Caraccioli (complimenti) dico che la piazza c’era anche prima dell’intervento di stravolgimento, anche se era indubbiamente necessaria la riqualificazione, e dunque come la mettiamo nel caso in cui la maggioranza dei cittadini si esprimessero per una diversa fruzione della stessa.
caro vito p ..intanto presentati con il cognome cosi visto che mi conosci , almeno so con chi parlo.
Alla tua domanda se fossi io ad avere il potere di farlo rispetterei l’opinione della maggioranza dei cittadini.. l’importante che guardiamo avanti senza piangerci addosso e trovare soluzioni adatte alla fruibilita’ e vivibilita’- possibilmente aumentanto i parcheggi nella zona come quello dell’arena italia che reputo un grande intervento … e come si dice ci voleva..un grazie a qyuesta amministrazione ma anche a tutto i consiglieri che lo hanno permesso
ciao e buone feste