È un momento difficile per quello che fu l’impero economico di Giuseppe Grigoli, l’imprenditore castelvetranese «ex re dei supermercati Despar in Sicilia occidentale» condannato a 12 anni di carcere per associazione mafiosa. Confiscata dallo Stato, la sua catena commerciale, gruppo «6Gdo», negli ultimi tempi, per vari motivi, ha subito «un forte calo nel fatturato».
A evidenziarlo, ai primi di luglio, esprimendo forti preoccupazioni per le sorti della società e per il futuro occupazionale dei lavoratori, è stato il segretario provinciale della Filcams Cgil Vito Gancitano. «L’azienda è ancora viva e sta lottando per sopravvivere. Creare allarmismo sui media può fare solo danni» ha poi dichiarato l’amministratore giudiziario Nicola Ribolla.
Adesso, si apprende che è stata avviata la procedura per il licenziamento di quaranta dipendenti (su un totale di circa 500), che andranno in cassa integrazione.
«Non è possibile – dice Gancitano – che ciò che è gestito dallo Stato non debba funzionare…». Sul tavolo c’è, intanto, la richiesta della Filcams Cgil di un incontro tra le parti per «valutare la situazione che si è venuta a determinare, anche in rapporto alle scelte imprenditoriali e amministrative adottate in questi anni».
La richiesta di convocare un incontro è stata avanzata al prefetto. «Stiamo lavorando in modo incessante a tutti i livelli – afferma l’amministratore giudiziario Nicola Ribolla – abbiamo coinvolto nuovamente il ministero, faccio riunioni sia con l’autorità giudiziaria che in prefettura. Si sta cercando in tutti i modi di porre la problematica all’attenzione delle istituzioni. L’unico percorso che si può fare è, infatti, quello di cercare di sollecitare l’intervento delle istituzioni per abbreviare i tempi del finanziamento da parte delle banche e al tempo stesso, nel nostro piccolo, cercare di trovare degli accordi commerciali con i vari fornitori per proseguire l’attività.
Questa è la parte più complicata. Sia perché i fornitori sono molto numerosi, sia perché c’è una diffidenza estremamente diffusa». Già da qualche mese, proprio diversi fornitori hanno tirato il braccio indietro. A differenza, infatti, di quanto avveniva in precedenza, pretendono pagamenti immediati alla consegna della merce. La conseguenza è che nei supermercati Despar parecchi scaffali sono desolatamente vuoti. Ribolla, però, non si arrende. «Ci davano già per morti lo scorso ottobre – dice l’amministratore giudiziario – eppure siamo ancora qui. Magari feriti e zoppicanti, ma ancora in piedi. Nessuno, comunque, si illude che stiamo facendo una passeggiata. Stiamo combattendo una guerra».
Antonio Pizzo
per La Sicilia
passatevi una mano sulla coscienza……altro che vari motivi…. vergognoso
Lo Stato o i suoi rappresentanti, godono ottima salute e il loro portafogli non piange miseria! Non devono fare i conti per arrivare a fine mese, se il resto dell’Italia, con tutti gli italiani muore, non è un loro problema!
E’ importante dare il contentino alla Boldrini, alla Cecilia, ma il popolo… Ma quanto valore può avere il popolo italiano? E quello siciliano ancora di meno, visto che stanno facendo di tutto e anche di più, per destabilizzare tutta la Sicilia! Curaggeddu, saremo invitati tutti alla corte di re giorgio!
ma sapere i costi del comitato di gestione.no.non s puo?