Si sono svolti nel decorso weekend dei mirati controlli amministrativi, nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Questore di Trapani Dott. Carmine Esposito, ai locali serali e notturni di Selinunte.
Il Servizio ha visto il coinvolgimento di personale del Commissariato, del Distaccamento di Polizia Stradale, della Polizia Municipale Vigili Urbani nonché del locale Ufficio SIAE, per un totale di 12 operatori ed ha avuto ad oggetto soprattutto alcuni locali della “Movida” selinuntina, già oggetto di lamentela da parte di alcuni residenti del luogo.
Oltre ad un considerevole numero di soggetti identificati e di controlli stradali effettuati, ad alcuni degli esercizi pubblici oggetto di verifica sono state contestate delle violazioni amministrative, quali l’effettuazione di pubblico spettacolo in difetto della prescritta licenza, l’effettuazione di riproduzione musicale senza l’autorizzazione SIAE nonché la violazione della ordinanza Sindacale relativa alla limitazione degli orari nei quali effettuare riproduzioni sonore; il tutto ha portato alla irrogazione di sanzioni per l’ammontare di alcune centinaia di euro.
Il servizio fa parte di un più ampio progetto di controllo del territorio, perchè l’auspicato svolgersi della Movida stiva possa comunque avvenire senza che ciò comporti disagi per i villeggianti del posto.
Il Dirigente del Commissariato
di Polizia di Castelvetrano
Dott. Giovanni Modica
Penso che bisognerebbe cambiare decisamente il focus dei reati da perseguire: invece di pensare al carrozzone SIAE da foraggiare, concentriamoci su frodi alimentari e reati ambientali..
condivido il parere di selinon. La Siae è uno di quei polipi succhiasoldi di rilievo nel panorama italiano degli enti mangiasoldi. Serve forse più tutela relativa all’emersione del lavoro nero (ove c’è) e sulle frodi alimentari. Ma serve anche la carota oltre al bastone: detassare gli operatori turistici virtuosi, agevolare le loro attività commerciali riducendo i tempi per visti, pass, autorizzazioni e cosivvia… Speriamo bene.
quando si applica la giusta sanzione per una omissione o una mancanza, i soliti facinorosi semianalfabeti spostano il problema su altri argomenti- La SIAE e’ una societa’ che riscuote i diritti d’autore, cioe’ il corrispettivo monetario per la produzione artistica e intellettuale. Con questi introiti vivono le persone creative, con gli incassi della serata invece i pubs e le discoteche. E’ certo comunque che tutti abbiano il diritto di vivere del loro lavoro.Sarebbe opportuno che imparaste a discutere in modo pertinente-
la pertinenza e l’opportunità la stabilisce lei signor Onofrio, che ritiene gli altri semianalfabeti sol perchè non la pensiamo come lei. Sappiamo benissimo cosa è la SIAE, cosa fa e cosa non fa per i creativi, genuflessa al potente di turno e spesso irrispettosa nai confronti di artisti minori. Le sanzioni non si discutono, si discutono sulla opportunità di priorità… è sufficientemente pertinente?
PS. Tanto per gradire, non solo sono io del settore, a non pensare completamente bene della SIAE. Allego per tutti la presente tratta da altro testo valido: “chiedendo alla Siae se ad un giovane autore conviene iscriversi ad essa, si ottiene l’ovvia risposta che tale autore ha tutto l’interesse ad aderire, in quanto solo la Siae può compiere quello sforzo organizzativo tale da rilevare tutti i diversi tipi di utilizzo della sua opera, e così assicurargli una tutela economica. Ma secondo una ricerca di Altroconsumo la Siae sarebbe in realtà un ente costoso ed inutile, perché, come da ammissione del suo stesso presidente, non riesce a garantire una redistribuzione dei diritti superiore al costo dell’iscrizione a circa il 60% degli autori iscritti. L’iscrizione è di circa 220 euro, oltre il rinnovo annuale di circa 91, per cui facendo i conti si scopre che la redistribuzione degli utili agli autori è veramente bassa. Questo dipende in parte dalle modalità con le quali vengono effettuati i controlli, ed anche dai criteri di redistribuzione, ma anche dalla parte trattenuta dalla medesima Siae, di non poco conto. Dalla ricerca di Altroconsumo si ricava che la Siae trattiene il 40% del ricavato di balli e concertini, il 9% del ricavato della musica su Cd e il 12% della musica scaricata via download, il 12% anche dalle suonerie, oltre l’equo compenso che viene pagato su una confezione di Cd o Dvd, pari a circa il 50%, equo compenso pagato anche se di quei Cd o Dvd ne facciamo un uso perfettamente lecito, cioè, ad esempio, per registrare i filmini delle vacanze. L’incasso annuale della Siae è di circa 700 milioni di euro (anno 2007), di cui oltre 100 vengono trattenuti dall’ente. Il resto viene ridistribuito agli autori. I costi sono pari a 193 milioni, di cui circa il 75% per il personale. In conclusione, secondo quanto si ricava dall’inchiesta di Altroconsumo, la Siae sarebbe utile per chi ha già inciso dischi o comunque ha un contratto con una casa discografica, insomma per i soliti noti, i big. In questo caso si guadagna, anche a distanza di anni. Ma per un giovane autore la cosa non va allo stesso modo, spesso non recupera nemmeno i soldi spesi per l’iscrizione, al punto che converrebbe autoprodursi, o casomai diffondere la propria musica attraverso la rete, anche per farsi maggiore pubblicità. Oltretutto, una volta divenuti soci Siae non si può più curare i propri interessi direttamente, perché la Siae rimane l’unica delegata a farlo. In pratica non si possono nemmeno più mettere i propri brani online per farsi pubblicità”.