[di Antonio Colaci] Pregiudizio e contrapposizione, tipici atteggiamenti di molti castelvetranesi, compresi giornalisti e commentatori. Parla Antonio Colaci, presidente del Comitato “Orgoglio Castelvetranese”.
Chi non ha contezza delle cose di cui si scrive (giornalista o commentatore) farebbe bene a tacere, anche su Fb, che purtroppo da’ voce a tutti, anche agli sprovveduti, ai parolai, ai mentitori di mestiere.
Non condividere la strenua battaglia portata avanti per la tutela dell’ospedale dal sottoscritto (Presidente) e dai soci del Comitato, come dai tanti medici ed operatori sanitari, rappresenta l’ennesima testimonianza che a molti castelvetranesi (giornalisti o commentatori) piace molto la contrapposizione, la disgregazione, tutto ciò che ha portato la nostra città allo stato di degrado che è sotto gli occhi di tutti. Chi mi conosce sa che al sottoscritto (manager a Milano ed imprenditore a Castelvetrano) non importa proprio niente delle campagne elettorali e di chi si occupa di temi sociali solo per motivi strumentali, politici o professionali che siano. Il collega Morici (sono giornalista anch’io ed ho scritto anche per diverse testate nazionali) ha dei buoni motivi per attaccare il Comitato; e glieli ha dati il nostro Vice-Presidente, l’Avvocato Franco Messina, rivolgendosi a lui come rappresentante della stampa, più nazionale che locale, che ha sempre volutamente ignorato le vere motivazioni del Comitato e delle sue battaglie civiche.
Sebbene professionista di grande esperienza, è stato ingenuo il nostro “leader”, come lo definisce Morici. Attaccando lui, unico rappresentante della stampa in quella assemblea di soci del Comitato e di tanti medici, gli ha dato il la’ perché il livore nei confronti di chi fa qualcosa per Castelvetrano in maniera disinteressata, togliendo la scena a speculatori e politici navigati, si manifestasse per l’ennesima volta. Perché il civismo, la correttezza etica, il perseguire il “bene comune” a Castelvetrano sono una anomalia che non è digeribile da chi, come dicevo, esercita con piacere il pregiudizio e l’avversione per tutto ciò che non è partorito dalla propria fulgida mente o che non esalti il proprio ego.
Basta però; da quando si è costituito il Comitato, che sono onorato di presiedere per libera elezione e con il consenso di tutti gli appartenenti, abbiamo fatto non so quanti comunicati stampa per farne capire le motivazioni. Abbiamo scritto e ricevuto risposta di attenzione persino dal Presidente della Repubblica; ma ho ancora l’ennesima necessità di dovere spiegare che si può fare qualcosa per il bene comune senza averne interesse personale?
Ho parlato anche a quattr’occhi con Morici, con umiltà, per fargli capire le motivazioni mie e di tutti gli appartenenti al Comitato. Così come, dopo l’Assemblea del 3 settembre al Circolo della Gioventù, l’ho cercato al telefono inutilmente per tre giorni, per comunicargli ancora una volta cosa stava succedendo realmente nella lotta a difesa dell’ospedale, per chiarire che l’attacco da lui subíto non gli era stato destinato dal Comitato, ma che era stato frutto di eccessiva foga dovuta anche alla fatica mentale e fisica di chi, come me, l’Avvocato Franco Messina e molti altri, sta lavorando strenuamente e disinteressatamente alla tutela dell’ospedale Valle del Belíce.
Ma ormai il danno era fatto; Morici non mi ha risposto al telefono, si è arroccato ed appena ha potuto ha sparato cannonate dall’alto della sua “turris eburnea” che ha intitolato con il motto del Marchese del Grillo: “Io sò io, e voi nun sete…. nessuno” (Sordi definiva diversamente il suo prossimo ma non è il caso che io sia scurrile).
La battaglia continua, così come la chiamata a raccolta da parte del Comitato, di tutte le forze professionali, associazionistiche e politiche perché l’ospedale Valle del Belice conservi la sua indispensabile funzione sociale a tutela del primo vero bisogno di una comunità: la salute pubblica.
A Morici l’ennesimo invito a guardare alle azioni del Comitato con occhio imparziale e costruttivo, come fanno i buoni giornalisti che, oltre a stigmatizzare i comportamenti speculativi o delinquenziali di alcuni appartenenti della comunità castelvetranese, oltre a fare della buona cronaca giudiziaria, hanno l’obbligo morale di divulgare il più possibile quanto di onesto e positivo accade a Castelvetrano.
E lo sfido a provare che il sottoscritto nel suo agire non sia stato sempre onesto ed orgogliosamente positivo e propositivo.
Antonio Colaci
AUTORE. Antonio Colaci
Ah quindi Morici è giornalista???
Pensavo fosse un frustrato dal momento che non ho mai letto un suo articolo imparziale.
Ritengo che il Sig. Colaci sia una delle rarissime persone serie della nostra comunità castelvetranese. Il suo impegno civico per la nostra “depressa ” cittadina è di certo rappresentativo della limpida sensibilità del medesimo per la rinascita del posto in cui tutti viviamo. È evidente, a mio avviso, che il suddetto non possa giammai considerarsi “interessato” ad ottenere visibilità tramite questa sua attività civica (inutile nasvondere cge cio viene alluso nei bar nei confronti suoi e di tutti i componenti attivi del Comitato) poiché, di sicuro, una persona così ampiamente realizzata, sul piano professionale (a livello nazionale) ed umano ( a livello personale ), non necessita delle “luci della ribalta” di questa piccola e problematica cittadina. Io addirittura Mi auguro inoltre che, un domani (politica permettendo), possa anzi aversi l’onore di una candidatura politica dello stesso. Cio di sicuro proporrebbe un validissimo UOMO alla guida della collettività. Alla luce del mio pensiero ringrazio ,dunque, da castelvetranese, il Sig. COLACI per l’impegno profuso. Mi auguro che possa continuare nello stesso senso con sempre più supporto da parte dell’intera collettività.