Non fa tempo la ruspa presente allo “scaro” a toglierla, ed il mare generosamente ne restituisce a tonnellate. Non si finisce più. La questione sta facendo discutere tutti: dai pescatori, a più fini intellettuali dell’ambiente.

Nel mezzo di questa situazione a dir poco grottesca, ci stanno i turisti, gli operatori economici, gli ambientalisti e l’amministrazione comunale che deve affrontare la delicata questione. Ieri, la spiaggia dello scaro si è allungata di almeno 10 metri in ragione delle alghe trasportate dalla recente mareggiata di maestrale. Tantissima posidonia si è depositata.

alghe posidonia selinunte

La polemica continua. Toglierle o non toglerle? Senza disturbare Shakespeare , sul punto alghe intervengono tutti. Alcuni pescatori se la prendono con il porticciolo che avrebbe cambiato il corso delle correnti marine; vecchi residenti di Marinella dicono che lo scirocco poi se le porta via in modo naturale;il comune intende rispettare la circolare regionale che indica l’obbligo di non toccarle da dove si trovano.

E adesso, anche un gruppo di cittadini di Castelvetrano capitanati da Francesco Bongiorno che sostengono l’ipotesi della rimozione di parte delle alghe, poiché tolte dal fondale del porto e quindi diventate melma, e di conseguenza rifiuto speciale da conferire in opportune discariche. Insomma, una sorta di torre di Babele che di fatto, genera solo grande confusione senza risolvere il problema.

alghe posidonia marinella

Di tangibile infatti, c’è la ruspa che lavora, la puzza per i turisti e residenti, e uno scenario complessivo utile far intendere un degrado permanente della zona storica di Marinella. Sulla complessa questione della posidonia, peraltro affrontata da diversi comuni rivieraschi e da università specializzate, interviene l’ingegnere Cristian Amico esperto di pianificazione e gestione ambientale dei rifiuti e consulente ambientale:

Spesso quando ci rechiamo sulle nostre spiagge- spiega l’ingegnere Amico- osserviamo il litorale pieno di rifiuti , tra cui ampi cumuli di foglie scure: la Posidonia. La presenza di queste foglie (senza altri rifiuti) che visibilmente ricoprono il litorale formano una struttura detta “banquette”.

Scoraggia i turisti e in generale la maggior parte dei fruitori di quel tratto di mare definendolo “sporco”, ed è così che sovente le Amministrazioni tendono a rimuovere la Posidonia dopo varie lamentele, per renderle più gradevoli e pulite. La Posidonia- continua l’ingegnere Amico- ha anche un ruolo importante nei processi relativi agli ecosistemi costieri e alle dune, la modellazione dei processi sedimentari e la compattazione delle spiagge di sabbia. Le foglie morte di Posidonia oceanica che si trovano in riva al mare agiscono come un naturale bacino di riduzione dell’energia delle onde, limitando al minimo l’erosione del suolo e della spiaggia.

Se però la posidonia è associata ad altre sostanze di natura chimica, va verificata analiticamente la composizione, per stabilire se è associabile a rifiuto speciale e di conseguenza trattarlo come previsto dalla legge

Secondo alcuni blogger Il dubbio da sciogliere rimane sulla posidonia rimossa dal porticciolo.

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