Com’è noto, molti reperti archeologici di Selinunte si trovano in altri musei come il Salinas di Palermo, dove è possibile trovare, tra le altre cose, anche le meravigliose Metope di Selinunte.
A tal proposito l’Avv. Giovanni Miceli, grande esperto di storia ed archeologia, già direttore del Campus Archeologico Museale di Triscina, ha lanciato su facebook un iniziativa di protesta per invitare chi di competenza affinchè queste opere tornino “A casa”.
Se la zona archeologica di Selinunte appartiene al Comune di Castelvetrano – scrive Miceli – viene spontaneo chiedersi: PERCHÈ QUESTO REPERTI SI TROVANO IN ALTRI MUSEI E NON NEL NOSTRO? PERCHÈ IL NOSTRO COMUNE NON LO HA MAI RICHIESTO?
Se anche tu vuoi che queste opere d’arte ritornino a Castelvetrano condividi questo post e tutti gli altri che seguiranno.
UNIAMO LE NOSTRE FORZE E RECLAMIAMO QUELLO CHE CI APPARTIENE. LA NOSTRA CITTÁ RISCHIA DI PERDERE OGNI GIORNO LA SUA MEMORIA STORICA. PAESI COME RIACE, AIDONE, CERVETERI E MOLTI ALTRI CI SONO RIUSCITI !
Già, perché?
La risposta è più semplice di quanto possa a prima vista apparire. Perché i nostri amministratori non hanno mai mostrato alcuna sensibilità nei confronti della nostra cultura, della nostra storia.
In tutt’altre faccende affaccendati non hanno mai saputo o voluto investire, al di là delle sterili dichiarazioni di principio, in un patrimonio incommensurabile che chi ha vissuto prima di noi in questa terra ci ha lasciato e che abbiamo sperperato. “Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”, scrive Luis Sepulveda
Sarebbe una bella cosa veder tornare a Castelvetrano i reperti che si trovano in altri musei; però suppongo che sia una pura illusione. Castelvetrano è stata e continua ad essere depredata dei suoi tesori. Parlando di fatti recentissimi, mi chiedo in quanti siano accorti che il Museo Civico sta per essere privato e svuotato di tutti i reperti più interessanti. Si è vero che qualcosa non ci apparteneva, …… ma allora siamo stati usati solo per far comodo a qualcuno per tenere i reperti i sicurezza? Visto che parecchi reperti li dovevano portar via, perché si è permesso di farne un deposito temporaneo? Si doveva dire NO!!!!!
E poi i reperti di nostra proprietà, anch’essi mandati in giro, quando rientreranno?
Castelvetrano non è stata depredata solo di materiale archeologico, ma di ben altro. Nel 1949 dalla chiesa di San Domenico sono state portate a Mazara (Sede Diocesi)ben 53 beni mobili, quasi tutte tele, che fine hanno fatto? Di tutte queste tele ne sono tornate soltanto due. Lo sapevate che alcuni dei pezzi d’argento più importanti del Museo Diocesano di Mazara, provengono dalle nostre chiese? Perché si trovano li e non a Castelvetrano?
Nella chiesa della Madonna dell’Itria erano custodite ben 9 statue, dove sono andate a finire? Perché nessuno le richiede? (Forse fortunatamente tornerà la sola statua di marmo, che ridicolosamente adorna il pianerottolo della scala della Soprintendenza di Trapani). Ci sarebbe ben altro da dire………….
Condivido il pensiero di Giovanni Miceli , e sono anch’io convinto,che i nostri rappresentanti politici,forse succubi di decisioni dall’alto, non si son mai posti o non hanno mai imposto la sacrosanta richiesta di far tornare nella nostra città tutti i nostri reperti sparsi nei vari musei. Io tempo addietro avevo lanciato l’idea che venisse arricchito, ed anche spostato in una sede più ampia e più consona il museo di Via Garibaldi, per creare a Castelvetrano una struttura museale di grande richiamo, chiedendo di riportare anche l’Efebo a Castelvetrano, dopo la lunga ed inutile” vacanza al parco archeologico” dispendiosa e che ha fatto diminuire le già poche visite dei turisti a Castelvetrano. Una struttura museale nella nostra città, completa e ben gestita, un parco archeologico gestito direttamente e con competenza, senza i continui alibi (dipendenza dalla regione e mancanza di fondi) potrebbero fare di Castelvetrano e della nostra Selinunte una meta turistica di richiamo mondiale. Forse, anzichè inseguire la chimera “sito Unesco” dovremo tutti lavorare ed impegnarci concretamente per il progetto museale. Le risorse si potrebbero trovare. La pro loco è pronta a portare aventi l’iniziativa. Aspetto adesioni e consensi.mail: prolocoselinuntecv@gmail.com
Più volte, intervenendo sui giornali online della nostra Città, più volte in passato, ho sollecitato il Sindaco ad attivare una forte azione politica per pretendere il ritorno ” a casa” delle metope e degli altri reperti selinuntini custoditi a Palermo, per la enorme ricaduta positiva sul numero dei visitatori che la loro presenza avrebbe comportato per Selinunte.
Ringrazio, pertanto Giovanni Miceli che ha raccolto l’idea e mi auguro che tanti tanti cittadini la supportino, e che il Sindaco si attivi subito per rivendicare il diritto di Selinunte a conservare i suoi reperti.
Condivido l’iniziativa, i reperti decontestualizzati perdono il valore storico, scientifico, identitario. I reperti tornino dove la storia li mise. Roberto Lai.