Sono davvero tante le opportunità di lavoro su cui può contare un sommelier professionista: una volta concluso il processo di formazione che è necessario affrontare per assumere questa qualifica, infatti, gli sbocchi professionali sono molteplici, anche in settori in cui non si penserebbe di riuscire a trovare un impiego. Certo, i contesti più frequenti rimangono gli hotel, gli alberghi, i ristoranti e ovviamente le enoteche. Per quanto riguarda il salario, invece, l’entità varia in base al livello di esperienza, ma anche il prestigio e il nome del luogo di lavoro hanno un’importanza decisiva in tal senso.
I corsi per sommelier di Degustibuss
Frequentare un corso sommelier a Torino come quelli proposti da Degustibuss è un ottimo modo per intraprendere una carriera in questo ambito. Il corso di primo livello spazia dai più importanti stili di produzione alle caratteristiche delle varietà di uve più comuni, passando per la viticoltura e la vinificazione. Tra gli argomenti affrontati ci sono, quindi, i sistemi di allevamento, i fattori che condizionano la coltivazione e i metodi di vinificazione. Dopodiché vengono prese in esame le peculiarità delle uve a bacca rossa – il Sangiovese, il Merlot, il Pinot Noir, il Nebbiolo, il Cabernet Sauvignon, e così via – e delle uve a bacca bianca – il Moscato, il Pinot Gris, lo Chardonnay, eccetera -.
La crescita del settore enologico in Piemonte
Non è certo una novità scoprire che i vini del Piemonte meritano di essere annoverati tra i più apprezzati a livello mondiale. Merito anche degli abbinamenti con proposte culinarie che, a loro volta, si rivelano di livello molto elevato: a proposito, un brasato al Barolo dovrebbe essere accompagnato da un vino rosso lievemente frizzante e corposo, mentre per i tipici agnolotti piemontesi il consiglio è di puntare su un rosato o, in alternativa, su un rosso vivace e giovane, con invecchiamento non superiore ai due anni, a condizione che la temperatura di servizio sia compresa tra i 12 e i 16 gradi. Uno spumante o un vino bianco di medio corpo, invece, sono raccomandati per il vitello tonnato; infine, il Moscato d’Asti è l’ideale per le paste di meliga, mentre una Malvasia di Castelnuovo Don Bosco è perfetta per il bonet.
Chi è e che cosa fa il sommelier
Una competenza approfondita sui vini è solo una delle tante doti che vengono richieste a un sommelier. Egli, infatti, deve essere munito anche di qualità comunicative e dialettiche importanti, e inoltre deve essere in grado di maneggiare con disinvoltura e facilità tutti gli attrezzi tipici del suo mestiere: non solo il cavatappi, ovviamente, ma anche il termometro e il frangino, vale a dire il tovagliolo che serve a pulire le bottiglie di vino.
Quali competenze sono richieste a un sommelier
Conoscere i vini per un sommelier non è sufficiente se egli non ha la capacità di divulgare quello di cui è esperto in modo seducente e informativo al tempo stesso. I tecnicismi non sono adatti, infatti, al grande pubblico: è per questo motivo che il linguaggio specialistico deve essere convertito in un vero e proprio storytelling, una narrazione che possa essere compresa anche da chi non è esperto.
La strada per diventare sommelier
Il compito del sommelier è quello di guidare il cliente lungo il percorso della degustazione facendo riferimento al proprio palato e al proprio gusto raffinato: i suoi consigli devono essere utili per individuare gli abbinamenti migliori. Infine, una curiosità: quello che un tempo era il simbolo del sommelier, cioè la ciotola in metallo argentato o in argento da portare al collo, oggi non viene più usato, perché il suo posto è stato preso da un bicchiere standard, il bicchiere ISO.