L’avvocato d’ufficio del superlatitante Matteo Messina Denaro, l’avvocato Salvatore Baglio, ha chiesto alla Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta la nullità del decreto di latitanza e di conseguenza anche quella del decreto di citazione in grado d’appello. Così come scrive il Giornale di Sicilia oggi, «Matteo Messina Denaro, 25 anni fa, non poteva sapere che nei suoi confronti sarebbe stato emesso un ordine di carcerazione». Il superlatitante è accusato di essere uno dei mandanti delle stragi in cui morirono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
«Non vi è prova – ha detto il legale – che Matteo Messina Denaro, un quarto di secolo prima abbia avuto conoscenza che sarebbe stato emesso un ordine di carcerazione nei suoi confronti per i fatti che gli sono contestati in questo processo dove è accusato di essere il mandante per le stragi di Capaci e via D’Amelio». Il sostituto procuratore generale Lucia Brescia ha chiesto un rinvio del procedimento al fine di consentire al collega assegnatario di potere interloquire sull’eccezione formulata dalla difesa. La Corte d’Assise d’Appello ha rinviato all’udienza del 6 luglio. Lo scorso maggio fu riaperta l’istruttoria dibattimentale. Messina Denaro, nell’ottobre del 2020, in primo grado venne condannato dalla Corte d’Assise di Caltanissetta all’ergastolo. Ma sul suo conto pesa anche una condanna per le bombe al Nord Italia del 1993.