Ieri pomeriggio a Caltanissetta si è riunito il coordinamento regionale sanità dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ( per brevità A.n.c.i. , n.d.r.), presieduto dal sindaco della città di Castelvetrano, Dr. Gianni Pompeo.
L’assemblea è stata fortemente voluta dal presidente regionale Anci, il sindaco di Siracusa Giambattista Bufardeci, che ha stimolato la nascita dei vari coordinamenti sanità, ambiente, ed altri, che serviranno a difendere ed a meglio concertare gli atti relativi agli enti locali.
Scopo dell’incontro, a cui hanno preso parte anche i sindaci di Caltanissetta, Salvatore Messana, di Leonforte, Giovanni D’Anna, di Bompensiere, Salvatore Licata, e gli assessori alla sanità dei comuni di Caltanisetta, Silvano Licari, di Sutera, Antonino Ippolito, ed il consigliere provinciale nisseno, Gino Vassallo; era quello di chiedere la sospensione del decreto regionale, firmato dall’assessore Roberto Lagalla, che prevede la soppressione di 65 presidi di Guardia Medica.
Nel corso dell’incontro, sono emerse anche delle perplessità sulla valenza del cosiddetto piano di rientro, che prevede ampi tagli alla spesa sanitaria ed un piano di contenimento e riqualificazione del sistema sanitario regionale.
L’assemblea A.n.c.i, presieduta dal coordinatore Gianni Pompeo, ha messo sul tavolo varie ipotesi di lavoro che intende sottoporre al rappresentante del governo regionale, in un apposita conferenza di servizio che sarà convocata con il carattere d’urgenza. A tal proposito una recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia, ha ribadito che : “Le regioni adottano o adeguano i piani sanitari regionali, prevedendo forme di partecipazione delle autonomie locali, ai sensi dell’art.2 comma 2-bis, nonché delle formazioni sociali private non aventi scopo di lucro, impegnate nel campo dell’assistenza sociale e sanitaria, delle organizzazioni sindacali e degli operatori pubblici e privati e delle strutture accreditate dal servizio sanitario nazionale.” E sul tema delle unità di servizio pubblico è stata citata una sentenza del T.A.R. veneto, la n°922 del 12 aprile 2000, confermata poi dal consiglio di stato con sentenza n°2281, del 29 aprile 2002, che dice: “ il Comune è legittimato ad impugnare provvedimenti di riorganizzazione sanitaria, lesivi degli interessi dei cittadini della comunità locale, di cui è ente esponenziale, ed è portatore di interesse diretto all’annullamento di tali provvedimenti.”
In virtù di quanto sopra esposto, ed in considerazione della ricaduta negativa sul territorio della paventata chiusura, l’Anci Sicilia esprime le forti perplessità sia sul metodo adottato, che non ha previsto una discussione con i sindaci, che hanno appreso del provvedimento solo a cose fatte, ma anche sulle modalità che prevedono di assestare un duro colpo alla fondamentale assistenza territoriale. Per non parlare del presunto contenimento dei costi, che a fronte di un grosso sacrificio chiesto alla popolazione, consentirebbe un risparmio di soli 8 mln di euro annui. L’assemblea ha quindi deciso di affrettare i tempi ed ha chiesto un incontro all’assessore regionale alla sanità come ci conferma il coordinatore, Gianni Pompeo: “ Abbiamo inoltrato la richiesta all’assessore Lagalla, ed in attesa di ricevere la convocazione abbiamo deciso di riunirci lunedì 15 ottobre a partire dalle 10.30, presso la sede di Villa Niscemi a Palermo, e lì rimarremo fino a quando non avremo incontrato l’assessore alla sanità, al quale chiederemo l’impegno di sospendere a tempo indeterminato il decreto che doveva attuarsi a partire da lunedì, e chiederemo concertazione anche sul piano di rientro, a tal proposito avrà un ruolo anche il neo-presidente di Federsanità Anci, il sindaco di Caltanisetta Salvatore Messana, che con la sua azione incisiva, potrà sempre più tutelare gli interessi dei comuni”.
(comunicato n.55 – Alessandro Quarrato)
AUTORE. Redazione