Pasqua in lutto nella comunità castelvetranese per la scomparsa di una persona straordinaria, il 48enne Gaspare Rizzo. Un uomo che nella sua vita ha raggiunto traguardi importanti come quello di entrare nella prestigiosa Accademia Militare di Modena. La sua particolare determinazione lo ha portato a superare lunghe maratone ma si è dovuto fermare alla più terribile, quella contro la sclerosi laterale amiotrofica, una malattia neurodegenerativa che lo aveva privato negli ultimi anni anche della possibilità di deambulare in maniera autonoma.
Alla vigilia di questa insolita Pasqua il suo corpo ormai debole non ha resistito all’ennesima complicazione e la sua anima è volata in cielo poco dopo il ricovero in una struttura di Padova dove viveva con la moglie. Prima del decesso, è stato anche effettuato il tampone per il Covid-19 ma l’esito è stato negativo. Questo ha escluso che le complicazioni fossero legate all’emergenza Coronavirus che ha messo in ginocchio il Veneto e che ha costretto la sua famiglia a non potersi spostare da Castelvetrano per l’ultimo saluto.
Oggi, nel giorno della Risurrezione dei Gesù, desideriamo ricordare Gaspare con le parole della sorella Nicoletta: “Caro Gaspare che il Signore ti abbia chiamato a sè, proprio in questo giorno, è perché ti ha voluto ridare una vita! Una nuova vita, dove le sofferenze che ti fanno messo a dura prova durante questi anni, lì non ci saranno.
La tua ambizione ti ha spinto ad esaudire il tuo più grande desiderio, entrare all’Accademia Militare di Modena… eri appena diventato Maggiore, che orgoglio per mamma e papà! I miei occhi e quelli di tutta la tua famiglia, ti ammiravano per la forza e la compostezza. Quella forza che mostravi durante le tue maratone, quella forza e intelligenza nel perseguire i tuoi obiettivi, le tue lauree… che mente che avevi… tutto la mamma!
E io al tuo cospetto mi sentivo orgogliosa, mamma e papà ti adoravano e, in cuor loro, avrebbero voluto averti qui vicino a loro. Adesso hai raggiunto il più difficile dei tuoi traguardi…hai vinto sulle sofferenze … ma lasci me senza un fratello, lasci tutti noi con il dolore di non poterti dare l’ultimo bacio e sapere che solo Dio ti accompagnerà alla vita eterna, con tutto il nostro amore e l’affetto di chi ti ha voluto bene”
AUTORE. Redazione
Gaspare,
solo l’11 aprile ho ricevuto il tuo solito buongiorno che mandavi a tutti i tuoi amici e la sera stessa ho saputo del tuo malessere- ho sperato tanto che ti riprendessi e di ricevere una notizia positiva da Serena, tua moglie, ma non è stato così.
Lei, una donna con la “D” maiuscola che ti ha accudito e che ha saputo rispondere a tutte le tue necessità giorno dopo giorno, dal lavarti la mattina, a sistemarti il comunicatore oculare, a portarti in spiaggia, a portarti a fisioterapia, a fare una passeggiata all’aria aperta, ad organizzare e sollecitare il personale sanitario per farti avere una migliore assistenza. Di questo te ne sei accorto anche tu, della sua forza e caparbietà, nessuna era cosi brava, tanto che ti scocciava rimanere anche 2 ore senza di lei, mentre andava a fare la spesa, in compagnia delle tue assistenti.
Io sono una delle tante che hai avuto, appena laureata in infermieristica, nell’attesa di lavorare in una reparto sono venuta ad aiutare te. All’inizio non andavamo molto d’accordo. Se sbagliavo anche una piccola cosa erano guai.. ma poi ci siamo capiti, il perché della tensione che c’era fra di noi, in realtà perché in alcune cose eravamo molto simili, abbiamo anche scoperto che tu eri nato il 26 ed io il 27 febbraio. D’ora in poi prima del mio compleanno farò gli auguri a te con lo sguardo verso l’alto………
Rimarrai sempre nei nostri cuori..
Ciao Gaspare
Gaspare ti auguro di trovare in questo tuo riposo eterno,tanta pace e quel mondo che tanto cercavi.
Quello che portero’ impresso nella mia mente e’ quel tuo timido e abbozzato sorriso che durante il tuo percorso di vita ,non avevo valorizzato ma che ora mi compare nella mente ogni volta che ti penso.Continuo a guardare le tue foto e continuo a vedere un uomo con il volto da bambino,che si era costruito con tanta fatica una sua vita,una vita difficile, intensa,riservata e timida.Adesso e’,come se a quel bambino, volessi chiedere tante cose,cose che non avranno mai una risposta.Mi piace pero’ pensare che dietro quella bozza di sorriso c’era tanta felicita’e soddisfazione per i risultati che eri riuscito ad ottenere.Sto scrivendo questi miei pensieri ascoltando il brano Ave Maria che, se fosse stato possibile, avrei voluto ti accompagnasse nelle tue ultime ore di vita.Sono felice di avere trovato una tua foto che, mentre la guardo, non mi carica di tristezza ma anzi riesce a farmi nascere un sorriso complice e fare in modo che la mia grande pena si attenui.Te nei sei andato con un volto sereno,un volto che sembrava avere finalmente trovato pace dopo quella travagliata e pesante malattia.Un grande abbraccio da quella sorella che ti faceva incazzare tanto quando faceva la buffona e mi raccomando proteggi la mamma perche’ senza di te ha perso molta della sua linfa vitale.