pane nero di castelvetrano

Castelvetrano è il paese che dà il nome al tipico pane nero, conosciuto appunto come Pane nero di Castelvetrano.

Dalle origini antiche, caratterizzato da un profumo intenso e dal suo particolare aroma tostato, il suo tipico colore bruno è dato dal grano utilizzato, la Tumminia un grano a bassa resa, che proprio per questa ragione non viene più utilizzato altrove. A questo viene aggiunto un altro cultivar di grano autoctono, dal chicco duro e povero di crusca, la Russulidda.

Antichi fornai sovrintendono alla panificazione con l’uso di tecniche tradizionali in tutti i processi che portano all’impasto finale, cotto poi in forni a legna riscaldati a 300° C, dando fuoco a frasche di ulivo, resti della potatura, che contribuiscono al suo gusto particolare. La lievitazione naturale conferisce al pane fragranza e morbidezza, che durano, e addirittura aumentano, con il passare dei giorni. Le forme di pane che oggi vengono prodotte, sono chiamate vastedde, hanno forma circolare e pesano circa un chilogrammo.

Anticamente esistevano forme da 2 kg, cui si dava il nome di pani. Si trovano anche forme più piccole, come le Cuddure (1/2 kg) e le Cudduredde (150-200 g). Una volta l’anno, con la farina appena molita, si usava preparare le Cuddure a pedi di voi (a piede di bue), come segno di gratitudine nei confronti dell’animale che aiutava a solcare i campi. È ottimo da gustare caldo, condito con olio, origano e sardine salate.

Il pane nero di Castelvetrano è da anni un Presidio Slow Food, che ha riunito i panificatori in un piccolo consorzio.