Gli utenti dell’ospedale di Castelvetrano, protestano per i ritardi dovuti alle prestazioni sanitarie. Adesso, pure per le analisi cliniche vi è un contingentamento.
Molti cittadini che si recano in ospedale da sterni, leggono questo striminzito avviso che indica il numero di prestazioni sanitarie possibili dal laboratorio di analisi cliniche. “Non più di 10 al giorno e dopo aver fatto il turno per il ticket”.
Secondo le solite voci riportate da diversi pazienti che, peraltro vengono anche confermate dal Tribunale dei Diritti de Malato di Castelvetrano, a causa dei continui tagli a costi e personale, il laboratorio non può gestire l’utenza spontanea ed è costretta a dover agire con una specie di numero chiuso.
Le proteste fioccano. L’ospedale Vittorio Emanuele II fa capo ad un bacino d’utenza ampio. Difficile gestire il servizio con 10 prelievi al giorno, quando le richieste sono per il triplo. Un «giro di vite» che si riflette direttamente sull’utenza che fa riferimento alla struttura ospedaliera, preferendo rivolgersi al pubblico rispetto ai laboratori privati di analisi.
In merito, l’ex consigliere comunale Eugenio Brillo, che ha informato della vicenda anche il deputato regionale, Giovanni Lo Sciuto, afferma:
Come è possibile che un ospedale come quello di Castelvetrano, con le sue specialità ed il suo bacino d’utenza possa subire le scelte a dir poco illogiche, da parte dell’amministrazione sanitaria locale e regionale, che ha ridotto al minimo insopportabile la prestazione di servizi per tutti i cittadini i quali per fare delle indagini diagnostiche o delle analisi debbono girovagare per i laboratori privati? Tutto questo è incomprensibile.
Un altro esempio del difficile momento della sanità castelvetranese che in questo periodo riceve, anche, molto pubblico dalla vicina Mazara del Vallo, per via della chiusura momentanea dell’ospedale «Abele Aiello». I cittadini chiedono il potenziamento del servizio analisi.
Filippo Siragusa
per GdS
lagnarsi è inutile. Se non si fosse capito la salute del cittadino non è più la priorità di questo Stato e di questa Regione: la prevenzione e la salute dipendono dal quadro contabile, e dalle scelte politiche del momento. Oggi l’ospedale di Castelvetrano, come altri del territorio trapanese, non interessano più, anzi, devono chiudere, per rientrare nelle spese… Più chiaro di così, ci si deve rassegnare. La speranza è che il privato (mi pare improbabile, ma possibile) sia in grado di sopperire a questa carenza, a questo vuoto, senza “spennare” i propri pazienti-clienti, trovando il giusto equilibrio tra il desiderio del profitto e il dovere di svolgere il proprio lavoro rendendolo economicamente “possibile” a tutti, anche ai meno abbienti. O tempora, o mores…
Bravo Francesco ottima analisi della situazione, quello che dici non fa una piega, ma siamo sicuri che entri privati a sua volta non vengano sovvenzionati dallo stesso Stato/Regione?? Bisogna ribellarsi ed alle prossime elezioni prendere a calci nel c_ _ o i nostri illustri politici.
@peppe
le strutture private convenzionate con lo Stato/Regione sono certamente strutture che in qualche modo “dipendono” dallo Stato o dalla Regione (loro effettuano prestazioni che poi vengono rimborsate dallo Stato appunto): la loro prestazione, si spera sempre professionale (ma non sempre è così e ognuno di noi può fare degli esempi personali), è sempre legata allo Stato. Il problema è: perchè il privato funziona ed il pubblico no? Perchè bravi operatori medici e paramedici nel pubblico sono “bloccati” nella loro attività e nel privato no? Perchè nel pubblico una apparecchiatura costa quattro volte che al privato? Perchè il privato riesce ad eseguire cento prestazioni al giorno, e la struttura pubblica dieci? troppi perchè, m’è venuto il mal di testa…
Condivido quanto esposto da Francesco, sono curioso sapere se fra i 10 pazienti sono inclusi i raccomandati, perché se così fosse, sarebbe il vero probblema.E gli altri?