«Insussistenza di gravi indizi di colpevolezza». Lo scrivono i giudici del Tribunale del Riesame nelle motivazioni depositate relative alla scarcerazione dell’assistente capo di Polizia, Salvatore Virgilio, in servizio alla DIA (Direzione Investigativa Antimafia), avvenuta lo scorso 5 aprile. L’uomo è stato rimesso in libertà per la questione di incompetenza territoriale del gip (doveva essere l’Ufficio di Palermo e non quello di Trapani) che ha consentito di rimettere in libertà le 27 persone coinvolte con misure cautelari per corruzione e associazione segreta, nell’ambito dell’operazione “Artemisia”.

L’avvocato Gianni Caracci (che difende Virgilio) chiarisce che «i giudici nelle motivazioni chiariscono il fatto che, se non ci fosse stata la motivazione dell’incompetenza dell’Ufficio Gip, il mio assistito sarebbe stato, comunque, rimesso in libertà per mancanza di gravi indizi di colpevolezza». L’assistente capo della Polizia Salvatore Virgilio è accusato di due asseriti episodi di corruzione. Coinvolti nell’operazione sono anche i poliziotti Salvatore Passanante (in servizio presso il Commissariato di Castelvetrano) e Salvatore Giacobbe (in servizio a Palermo). Il collegio del Tribunale del Riesame era presieduto da Emilio Alparone.

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