Incendio nella stalla, in provincia di Reggio Emilia. A rimanere uccisi i suini allevati in una delle province dei prosciutti italiani. Le fiamme sono divampate ieri mattina, forse a causa del malfunzionamento del bruciatore, ovvero dell’impianto di riscaldamento. Le fiamme hanno così avvolto i primi recinti che serviviano a stabulare i maiali mentre gli altri suini sono morti asfissiati. 233 maiali della T.B.I di Brescia sono così morti nella stalla di Campovecchio, nel Comune di Carpineti, in provincia di Reggio Emilia.
Ad intervenire i Vigili del Fuoco di Castelnovo né Monti ed i Carabinieri di Carpineti. I danni ammontano a 100.000 euro. Difficilmente potrà essere contestato alla ditta il reato di uccisione di animali. Questo perchè l’art. 544/bis (come del resto tutti i reati delitti della legge 189/04, tra cui lo stesso maltrattamento) ha escluso dal suo campo di applicazione la previsione colposa, ovvero si applica solo se vi è volontà di uccidere. Nell’ipotesi che l’impianto era difettoso e, ad esempio per mera negligenza, non era stato riparato a dovere, nulla potrà essere imputato per la morte dei suini. Pensate se lo stesso discorso avvenisse per l’incendio colposo (ad esempio impianto difettoso) di una scuola o altra struttura adibita all’uso umano.
La legislazione sull’allevamento dei suini, poi, rappresenta uno dei più evidenti insuccessi delle presunte lobby animaliste al parlamento europeo (più o meno le stesse che hanno plaudito alla nuova criticatissima direttiva sulla vivisezione). Di fatto ai poveri maiali è consentito fare di tutto. Dal taglio della coda e dei canini (a vivo) a gabbie per le scrofe che impediscono alle stesse finanche di girarsi liberamente. La voce grossa in favore degli allevatori, la fece proprio l’Italia con il suo impianto produttivo di prosciutti e cotechini Made in Italy, fiore all’occhiello dello stile italiano con il risvolto, però, di coprire gli occhi sulle sofferenze animali. La legge di recepimento italiano (non a caso) è decisamente animalicida (vedi articolo GeaPress).
AUTORE. Geapress