Non so se è opportuno ancora parlare di dignità umana. Ancora un suicidio. Stavolta a decidere di lasciare il treno della vita, padre di famiglia alcamese. I motivi sembrano ripetersi, come una sorta di calco che si usa in queste circostanze. Il suicidio sta diventando quasi come una pratica per risolvere i drammatici problemi che attanagliano tanta gente.
E’ molto grave che ciò accada. Ed è ancora più grave che tutto questo avvenga nell’indifferenza di molti, istituzioni comprese. Ogni suicidio è una condanna ingiusta. Una condanna emessa dal Tribunale più iniquo che ci sia: quello dell’interesse economico di pochi. Come se chi, decidesse di fare questi gesti, pagasse il conto per tutti. Invece di gridare basta!!!
Con il loro drammatico silenzio denunciano lo sfacelo di un sistema che non più andare avanti. Basta con le logiche delle banche e dell’alta finanza. Per salvare gli interessi di alcune grandi lobbyes finanziarie ci stanno togliendo tutto, pure la speranza. I grandi manager a capo dell’alta finanza mondiale, con la loro becera “creatività” hanno dissanguato un sistema sociale, già debole di suo. Derivati, azioni, fondi e altre diavolerie chi li ha propinate se non loro?
Hanno tolto fiumi di denari all’economia reale, allontanando somme ingenti dall’economia di produzione e adesso, ancora una volt, con la complicità dei governi centrali, il conto lo deve pagare solo la povera gente? Tutto questo è inaccettabile. Chi perde un posto d lavoro o chi non ha più speranza di farcela, rimane nella sua solitudine e disperazione.
Quello che un tempo si definiva “ceto medio” è allo stremo. La piccola famiglia dove padre e madre, con il duro lavoro hanno cercato di costruire un progetto di vita ,pure per i figli è allo stremo. Tra il fisco capestro, Equitalia, la perdita di occupazione e la mancanza di risorse, tante persone non ce la fanno più. Sentono la pesantezza delle responsabilità e spesso, sono solo i sacerdoti, quelli più attivi ,a dover dare sostegno.
Ma la Chiesa da sola ,non può fare tutto. Quanti suicidi ci vorranno per fermare questo stillicidio continuo di decisioni estreme? Basta! Se una classe politica o dirigente, non riesce ad avere più rispetto per la dignità umana e dare un po’ di calore a chi soffre, in ragione del mero interesse economico o finanziario, non può essere più considerata tale, è essa stessa ad un passo dall’agonia finale. Non ci può essere futuro se l’uomo come entità, conta meno di un calcolo di matematico. Per favore, governanti di turno, pensate meno ai facili proclami mediatici e abbiate più rispetto di chi sta vivendo momenti difficili.
Filippo Siragusa
AUTORE. Filippo Siragusa
Si, sarebbe ora di dire basta! A chi, dobbiamo dire basta? Allo Stato, che tale non può definirsi? Lei sbaglia quando dice: istituzione comprese! Perchè sono proprio le istituzioni, che ci hanno ridotti all’osso, quelle stesse istituzioni, che rubano, mangiano, sperperano, hanno permesso gli illeciti per lucrarci, quelle istituzioni che chiedono sacrifici, ma non sono propensi a rinunciare a niente! E a nulla serve dire che abbiamo il potere nelle urne, perchè il nostro voto non conta una beata mazza, quando loro sono asserviti e schiavi dell’alta finanza, che calpesta tutto e tutti senza guardare in faccia nessuno,senza rispetto per la vita altrui! Ci hanno tolto tutto e ancora non si degnano di darsi una regolata, ancora parlano di una Europa che uccide, ancora dicono di cedere la nostra sovranità nazionale! Ma noi abbiamo ancora qualcosa da cedere? Si, la nostra vita! E se non ci diamo una mossa, almeno per morire con un poco di dignità, quella delle pompe funebri, sarà la sola economia che si riprenderà! E allora mi chiedo: ma uno Stato che riduce il suo popolo in queste condizioni, è lecito definirlo UNO STATO CRIMINALE? Penso proprio di si, il nostro stato è il primo criminale, purtroppo autorizzato a compiere crimini. Lo fanno in maniera pulita, non ci sparano,sono magnanimi, ci lasciano decidere come vogliamo morire: dal balcone, la corda, una pallottola! La scelta è ampia!