Martedì 13 novembre avrà inizio, presso la Sala del Consiglio Comunale di Castelvetrano, la Manifestazione che inaugurerà la Mostra dal titolo “Il cammino di Garibaldi, Castelvetrano e Partanna percorrendo la Strada Provinciale Zangara dei Prefetti Amari”, che vuole degnamente celebrare il 150° Anniversario della visita di Giuseppe Garibaldi, il quale, dal balcone del locale “ Municipio nel 1862, pronunciò lo storico discorso che rivendicava all’Italia la città eterna al grido “o Roma o Morte”.
La Mostra accoglierà preziosi cimeli offerti dalla Collezione Tronca nel Castello Grifeo di Partanna e nell’Archivio Storico Comunale di Castelvetrano che, per l’occasione, proporrà anche inediti e importantissimi documenti conservati nei propri Archivi, attestanti il non secondario ruolo che i Comuni di Sicilia ebbero nel preparare e nel favorire il successo dei Mille, indizio di un progetto politico intimamente sentito da una illuminata classe dirigente.
I documenti si riferiscono alle vicende che vedono impegnati in quella determinata fase storica i Comuni di Sicilia e in particolare la Città di Castelvetrano con la figura del suo Presidente Bartolomeo Amari Cusa, già Presidente all’epoca del Comitato Provvisorio e successivamente anche Presidente del Magistrato Municipale di Castelvetrano, prima di essere, nel 1861, ricordato come il primo Prefetto della Provincia di Trapani.
Le notizie storiche sono avvalorate e tutte confermate da alcuni inediti, che testimoniano il prestigioso incarico ottenuto e ritrovate, per l’occasione, nell’Archivio Storico di Castelvetrano da una paziente ricerca condotta dal Prof. Francesco Saverio Calcara e dal Dott. Emerico Amari consulenti del Sindaco. La Mostra ha ottenuto sia il Riconoscimento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha assegnato alla Città di Castelvetrano e Partanna le due Medaglie di Rappresentanza, sia il Patrocinio della Regione Siciliana, e la Manifestazione rientra così a pieno titolo nelle iniziative che sono indicate dal Protocollo d’Intesa siglato a Milano nel 2011 tra Expo2015 ed il Comune di Partanna.
Il Programma della Manifestazione si articolerà nel seguente modo:
– Teatro “Selinus”: lectio magistralis con l’intervento del Prof. Giuffrida dell’Università di Palermo
e degli storici Giuseppe Libero Bonanno, Aurelio Giardina e il Dott. Mimmo de Gennaro.
– Palazzo Pignatelli, Sala del Consiglio Comunale di Castelvetrano: scoprimento della lapide in
onore del primo Cittadino di Castelvetrano, primo Prefetto di Trapani e dell’Italia Unita e
consegna all’ Onorevole Ministro degli Interni della copia anastatica delle lettere qui di seguito
riportate donate, dall’Amministrazione di Castelvetrano, al Ministero degli Interni ed alla
Prefettura di Trapani:
– Lettera della Cancelleria Comunale di Castelvetrano del 12.07.1860 indirizzata al Signor
Ministro Segretario di Stato del Dipartimento dell’Interno in Palermo.
— Lettera col timbro Sabaudo del Governo della Provincia di Trapani indirizzata al Sindaco del
Comune di Castelvetrano e scritta, con la data e la Città Castelvetrano 31 Marzo 1861, da
Bartolomeo Amari Cusa in qualità di Intendente, l’attuale Prefetto, e da Vice Governatore pel
Governatore, carica quest’ultima che con la fine del Regno Borbonico decadrà.
– Archivio Storico Comunale “Virgilio Titone”, via Garibaldi, 18 – Castelvetrano: inaugurazione
della Mostra “Il cammino di Garibaldi, Castelvetrano e Partanna percorrendo la Strada
Provinciale Zangara dei Prefetti Amari”.
– Castello Grifeo Partanna: inaugurazione della Mostra dei cimeli garibaldini “Collezione Tronca”.
AUTORE. Comune di Castelvetrano
Anche se capisco la valenza celebrativa dell’iniziativa e lo scrupoloso studio alle spalle della stessa, non posso non sentirmi amareggiata “dall’altra storia”, quella narrata dal giornalista e scrittore Pino Aprile nel suo libro “Terroni”.
Ponci ponci ponci po…
Ennesimo riciclo per rendere indimenticabile la falsità della storia. Rientra nel lungo e lento processo di lavaggio del cervello. Se, peró, dopo 152 anni siamo ancora qui a rappresentare l’altra storia, per utilizzare le parole di Loredana, forse non tutto è perduto. Mi aspetto e mi auguro uno spazio dibattito .
corsi e ricorsi….il fascino del generalissimo Giuseppe Garibaldi è veramente eterno. E Castelvetrano, dopo avergli negato la piazza principale, Gli dedica giustamente una manifestazione d’affetto.
Lo storico….a canossa.
vitop
Ovviamente ho un mio personale punto di vista sul Risorgimento, su Garibaldi e sui Borbone. E non ho bisogno di andare a Canossa, considerato che a Garibaldi resta intestata una delle principali strade castelvetranesi, mentre non c’era assolutamente alcuna ragione che a lui fossero dedicate: una piazza, una strada, una porta, un giardino pubblico (credo caso unico in tutto l’orbe terraqueo). Ma chi fa storia – anche un modesto studioso locale come me – ha il dovere di raccontare i fatti “sine ira et studio”, come direbbe Tacito. Mi sono imbattuto, nel corso di mie ricerche, in una serie di documenti, di cui credo si era persa memoria, che riguardano un momento oggettivamente importante della nostra citta’ e ho semplicemente cercato di raccontarlo, sulla scorta del materiale che avevo a disposizione, senza dare particolari giudizi di valore. Punto. Ho sempre avuto in uggia la retorica risorgimentale, ma non mi piace neppure certa retorica revisionista, promossa quasi sempre da gente che parla per luoghi comuni o per sentito dire e che ha poca dimestichezza con un oggetto che si chiama libro. I fatti – come diceva il grande Edward Carr – sono lì, come la merce sul banco del bottegaio; lo storico li deve semplicemente raccontare senza nasconderli o amplificarli a seconda delle sue personali convinzioni.
Ribadisco comunque quanto segue:
1. Giudico un valore positivo l’Unità d’Italia;
2. Reputo, tuttavia, sbagliato il processo attraverso cui essa fu conseguita e critico fortemente la soluzione centralista imposta dal Cavour;
3. Reputo ridicoli i sogni legittimisti di chi vagheggia impossibili restaurazioni di troni e anacronistici ritorni di dinastie;
4. Giudico positivo certo revisionismo, volto a dar conto delle ragioni dei vinti;
5. Credo fortemente nel valore delle autonomie locali e, nello specifico, della identità siciliana, che però gli stessi Borbone – non dimentichiamolo – mortificarono, decretando la fine del secolare Regnum Siciliae;
6.Credo che vadano giustamente onorati – a 150 anni – tutti coloro che combatterono, su vari fronti, in buona fede per un loro ideale. Tra questi c’era ad esempio il garibaldino Scarperia, nostro concittadino, e, ovviamente, Montalto, soldato castelvetranese che non volle venir meno al giuramento prestato e che per questo fu internato nel lager piemontese di Finestrelle, dove morì;
7. Credo che la ricerca storica debba continuare ad occuparsi di tante vicende dimenticate per contribuire a creare un quadro più obiettivo e meno condizionato ideologicamente di un processo che, ci piaccia o no, ci ha fatto diventare italiani.
Francesco Saverio Calcara
benissimo la storia dei 150 anni, ma il nostro territorio ha dato centinaia di morti in due guerre mondiali, da cui è nata una repubblica che in fatto di sangue e lacrime ,per il belice, è la morte e la somma di tutte le millenarie angherie che ha patito,da portella della ginestra al terremoto..e il risultato è che i giovani che rimangono non sanno niente del terremoto ,delle lotte, e sentono che si ripete ad ogni sisma,le parole…non vogliamo fare la fine del belice… sinonimo d scandali e malaffare….per migliaia di italiani siamo perennemente baraccati,senza dignità…la storia recente che dimostri che non siamo dei falliti come tutto,italiani e cristiani,è sconosciuta…. pure ai nostri cittadini..
Egregio professore, comprendo e condivido quanto da lei nuovamente ribadito, soprattutto l’evidenziare il fatto che molti valorosi hanno combattuto in buona fede in nome di un ideale che li avrebbe liberati dal laccio della dominazione borbonica. Quello che loro forse non sapevano è che sarebbero stati oggetto di un’altra dominazione, quella centrista di Cavour e del suo disegno politico. Qui, mi viene da sottolineare il suo punto 4, ovvero il dare conto delle ragioni dei vinti. Questo al solo fine di raccontare una storia diversa da quella imparata sui banchi di scuola. Non c’è altro scopo. La Sicilia è sempre stata una terra ricca di risorse, con una posizione centrale nel mediterraneo, tutti l’hanno voluta dominare prendendo qualcosa e tutti hanno lasciato traccia. Ritengo giusto ricordare chi ha creduto in un ideale pulito in nome della libertà, ma vorrei che la Sicilia risorgesse davvero con l’impreditoria privata facendo conoscere al nord le sue eccellenze, “esportando” i suoi prodotti ad opera di imprenditori illuminati, che il carburante costasse meno che al nord,che gli olivocoltori si mettessero insieme per proteggere il prezzo del loro prodotto, che gli studenti siciliani non abbandonassero la loro isola per le università del nord, che i figli di questa terra capace di emozionarmi sempre rimanessero lì per dire siamo italiani, ma abbiamo una forte identità siciliana. Con orgoglio.
Condivido pienamente il commento di Loredana e vorrei che risorse ed impegno corale di imprenditori ed amministrazioni pubbliche fossero maggiormente dedicati ad una piu’ moderna ed efficace interpretazione del territorio belicino. Mi piacerebbe che le attivita’ divulgative fossero piu attinenti alle effettive esigenze di sviluppo economico, alla creazione di nuove possibilita’ di occupazione per i tanti giovani senza lavoro. Che si dia piu’ spazio a progetti dedicati alla cura dell’ambiente, al decoro; senza questi presupposti il turismo di qualita’ non si accostera’ mai a Castelvetrano ed al suo territorio; basta percorrere pochi chilometri per osservare cosa si sta facendo in questo senso in buona parte del territorio siciliano, compresi alcuni comuni virtuosi non lontani dalla nostra citta’, dove si cerca di recuperare la distanza abissale con il resto d’Europa. I gemellaggi dovrebbero servire anche a confrontarsi con cio’ che caratterizza la citta’ gemellata. In questo senso il viaggio ad Aquileia e’ servito a qualcosa? Il confronto serve ad allargare gli orizzonti e non lo si deve temere per paura di perdere le piccole prerogative racimolate in sistemi sociali e politici che per fortuna si stanno disfacendo sia in ambito nazionale che locale. Antonio Colaci
E’ bellissimo poter leggere questi commenti, che non solo contribuiscono al c.d. dibattito su un singolo tema (è ovvio che Garibaldi come figura storica non si discuta e che ogni città è onorata nel ricordarLo), ma che attorno al tema poi si colga l’occasione di ampliarne la portata e divagare costruttivamente sulle reali esigenze del nostro tempo e del nostro territorio.
E in questo consiste il problema: si chiede allo studioso o storico (impersonale) di approfondire tematiche storiche non per mero “piacere”, ma per contribuire ad approfondire e/o analizzare problemi odierni (vedi gap di 400 anni del Sud nei confronti del Nord, sviluppo del fenomeno mafioso, etc…….). In quanto così la platea dei cittadini c.d. comuni (come me) sente forte la tentazione di pensare che lo “storico” e “lo studioso” (sempre impersonale) voglia, anche indirettamente, farci pensare ad altro o distogliere l’attenzione dai problemi veri, come ad esempio l’attuale “indignazione” nei confronti della classe politica che ha “tradito” il mandato dei cittadini stessi.
Buon lavoro a tutti.
n.b. concordo con Colaci.
vitop
Allo studioso non potete togliere il piacere e il disinteresse della ricerca, a meno che qualcuno non vuole riesumare la figura dell’intellettuale “organico” all’ideologia. Attualizzare, riflettere sul presente, problematizzare è altro campo, legittimo e utile, ma che non appartiene per sé alla “curiosità” dello studioso. Come sempre, c’è chi deve fare le pulci su tutto e impancarsi a maestrino anche sulle notizie e sui fatti più ovvi e condivisibili.
Come al solito i commenti propositivi, specie se privi di qualsiasi traccia di posizione ideologica, danno fastidio; molto meglio i sussiegosi atteggiamenti dei tanti che hanno bisogno di difendere a spada tratta le scelte di sistema, o l’asfittica opposizione a tutto cio’ che viene dalla maggioranza di turno costituitasi in Consiglio Comunale. Nessuno che abbia amore a questa citta’ puo escludere la valenza delle ricerche storiche con tutto cio’ che ne consegue in termini di diffusione; ma non si possono osteggiare le esortazioni a tutelare maggiormente i veri fattori di sviluppo, specie quando si e’ assistito per tanti anni allo sperpero di denaro destinato a processioni, festini e sagre che niente hanno determinato nella crescita del territorio. Confermo la mia esortazione a concentrare l’attenzione su veri progetti di crescita. Perche’ ce lo impongono le scelte di una nazione che si sta accorgendo di quanto sia stato deleterio lasciar fare ai mestieranti della politica. Antonio Colaci
E quali sarebbero i fatti più ovvi e condivisibili? Non mi pare che nei commenti letti fino ad ora ci sia qualcuno che si sia voluto assumere il ruolo di maestrino. Nessuno toglie nulla allo storico. Forse si vuole sottolineare, senza presunzione e con spirito costruttivo, che dal momento dell’unità d’Italia, il sud è diventato “la questione meridionale” e, secondo il mio modesto punto di vista, la Siciia ha tutte le risorse pere diventare il centro produttivo del mediterraneo. Ha bisogno di una classe politica che le voglia bene. Non credo che questa sia la sede adatta per spingersi oltre, si rischierebbe di uscire fuori dal seminato per la celebrazione di quei cstelvetranesi che hanno dato la vita in nome di un ideale in cui credevano. Quanto alle riflessioni sul presente forse, servono a rendere meno sterile una celebrazione con delle medaglie. Coloro che si sono immolati, sono sicura, a distanza di 150 anni lo apprezzerebbero. Loro, avrebbero voluto vedere la loro terra splendere insieme alle altre regioni d’Italia.
Condivido il punto di vista del dott. Lombardo. C’e’ un fatto: un anniversario da celebrare, ci sono dei documenti che la ricerca del prof. Calcara e del dott. Amari ha fatto venir fuori, c’e’ una mostra da inaugurare. Cosa c’entrano le maggioranze in consiglio comunale, i festini, le sagre, la dietrologia storica, ecc. ecc.? Per piacere, nei commenti atteniamoci al merito e non cerchiamo ad ogni costo divagazioni che c’entrano come i cavoli a merenda.
Mi piace considerare che le persone in generale e quindi anche coloro che leggono questo sito, siano “teste pensanti”. L’articolo, per l’argomento di cui si tratta, fa riflettere e pensare, ed i commenti non sono altro che l’espressione libera e non offensiva delle teste pensanti delle persone. Che siano come cavoli a merenda è un suo personalisssimo pensiero, che rispetto ma non condivido.
Un plauso ai “defensor fidei” dell’autorevole studioso, di cui non ha assolutamente bisogno. I veri maestrini sono loro, che preparano gli interventi, mentre il sottoscritto e altri, i più, senza offendere nessuno, cercano di dire semplicemente una cosa: la società soffre e non sopporta sterili lezioncine di storia, inutili perdite di tempo, che sembrano soltanto materiale oppiaceo per distrarre dai veri problemi. Questo, e solo questo, i voleva sottolineare nel mio intervento.
vitop