Tanti visitatori, alcuni molto giovani, non sono andati a dormire la scorsa notte in attesa dell’evento organizzato al Parco Archeologico di Selinunte da CoopCulture., la prima “alba lirica” a Selinunte. L’esperimento è riuscito perfettamente. Circa 300 persone hanno partecipato all’evento per una visita inconsueta per orario, metodo e fascinazione. Il prossimo appuntamento è previsto per domenica 21 agosto ed i biglietti saranno disponibili su www.coopculture.it

Entrare in un parco archeologico addormentato, dove un semplice sospiro rimbomba, è un’esperienza che difficilmente si dimentica: sembra tutto ovattato e nello stesso tempo, grandioso. E ascoltare la voce lirica che si alza, si trasforma, accompagna le morbide carezze della luce che nasce, diventa quasi di latte, e poi inonda i templi dorici che appaiono come se nascessero dalla terra. Le “stazioni” hanno impegnato tre cantanti – i soprani Federica Maggì e Emanuela Sala, il tenore Luciano Giambra – accompagnati da Maurizio Maiorana (fiati percussione e voce), Manuel Scarano (chitarra e voce) e Marcello Iozzia al pianoforte, seguendo la drammaturgia musicale di Giovanni Mazzara.

Le arie e le romanze sono tra le più conosciute, unite a brani pop: Tacea la notte placida da Il Trovatore; Quando m’en vo (Il Valzer di Musetta) da La Boheme; Nessun dorma da Turandot; Libiam ne’ lieti calici da La Traviata; le canzoni popolari che rendono omaggio all’alba, O sole mio, la serenata E vui durmite ancora a Mattinata di Leoncavallo, la ninna nanna Durme Durme. E le scorribande pop anni ’60 e ’70, ma anche un medley da Hair, ovvero Aquarius e Let the sunshine.

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