Centotrenta pagine che raccontano una storia lunga 108 giorni. Che raccontano, passo dopo passo, cosa è avvenuto in quelle settimane interminabili durante le quali i 18 pescatori di Mazara del Vallo hanno subìto violenze e umiliazioni e le loro famiglie hanno sofferto tra attesa e ansia. Si intitola “Mazara rapita” il libro scritto dal giornalista Francesco Mezzapelle e dal nostro direttore Max Firreri ed edito dalla Uila pesca. Un testo che mette a fuoco la vicenda dei 18 pescatori di Mazara del Vallo, sequestrati da militari libici nel canale di Sicilia il 1° settembre 2020 e detenuti per 108 giorni in carcere in Libia.

Una storia di cronaca che ha scosso l’opinione pubblica italiana e che ha lasciato un segno profondo nelle famiglie dei pescatori sequestrati (8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi) e nella stessa comunità di Mazara del Vallo. Un lavoro faticoso di raccogliere i pezzi di un mosaico quello fatto dai due giornalisti che hanno seguito sul campo tutto ciò che è successo nei tre mesi, incontrando i familiari sia in aula consiliare che nelle loro case. Mettere insieme il racconto di diversi momenti per dare contezza di una storia – quella del sequestro dei 18 pescatori – che racchiude l’oramai problema della pesca nelle acque internazionali rivendicate dai libici, in maniera unilaterale, come acque proprie, e l’aspetto umano di lavoratori e delle loro famiglie.

Tre capitoli (Così vengono sequestrati i pescatori…, “Una guerra per amore”/Le testimonianze, Il comparto pesca di Mazara del Vallo: dagli anni d’oro a quelli della crisi) che si leggono tutti d’un fiato e che trascinano il lettore in un racconto dal taglio giornalistico. «Il libro non è un romanzo – spiegano gli autori Mezzapelle e Firreri – ma un racconto appassionato di ciò che è successo in quei 108 giorni: dalle proteste in aula consiliare alle donne che hanno deciso di recarsi a Roma e incatenarsi davanti la sede del Parlamento, l’impegno della Diocesi a sostegno delle famiglie, quello dei sindacati». Nelle pagine si dà voce alle testimonianze dei protagonisti. «La vicenda dei pescatori ha dimostrato anche la forza del legame che negli anni si è creato tra mazaresi e uomini e donne provenienti da paesi diversi che hanno deciso di fare di Mazara del Vallo la loro casa» scrivono nella prefazione Enrica Mammucari e Fabrizio De Pascale della Uila pesca.

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