Riemerso inaspettatamente dopo millenni di oscurità in una spendida mattina di novembre nel corso degli scavi della Necropoli di Timpone Nero lo scheletro perfettamente conservato di un giovane individuo ha entusiasmato i suoi scopritori.
Agli occhi degli archeologi si è presentato infatti uno scheletro in ottimo stato di conservazione e perfetta connessione anatomica con una tazza di fine argilla a vernice nera in prossimita della mano destra recante inciso il nome MOSKO.
E’ probabile che questo sia stato il nome del giovane selinuntino sepolto in quella fossa, inciso dai genitori affranti dal dolore provocato dalla sua morte sul fondo di quella tazza che avrebbe dovuto dissetarlo nel suo lungo viaggio verso l’eternità.
Successivi esami di laboratorio hanno accertato che i resti rinvenuti nella tomba appartenevano ad un’ individuo di sesso maschile, di circa dodici/quindici anni di eta, deceduto per cause naturali e vissuto con molta probabilita negli ultimi anni del V secolo A.C.
Questo è quanto accaduto qualche giorno fa sulla collina nota con il toponimo di Timpone Nero in Contrada Manicalunga, sul margine sudoccidentale dell’antica “chora” selinuntina, subito ad Ovest dei santuari extraurbani di Contrada Gaggera (Demetra Malophoros, Zeus Meilichios, Hera Matronale), dove si estende una delle più vaste e importanti necropoli nel periodo di maggiore splendore di Selinunte. Localizzata e sporadicamente scavata da F. S. Cavallari sul finire dell’Ottocento, nel dopoguerra fu indagata da Jole Bovio Marconi che rinvenne anche alcune tombe a grotticella, parzialmente distrutte dallo scavo delle sepolture di età greca, con corredi riferibili alla facies di Naro–Partanna e alla cultura del bicchiere campaniforme.
Scavi regolari, furono successivamente ripresi negli anni Sessanta dello scorso secolo da Vincenzo Tusa (1963-1967) per arginare l’attività degli scavatori di frodo che avevano già saccheggiato un considerevole numero di tombe che, quasi senza soluzione di continuità, si estendono sulla sommità e lungo le pendici del Timpone Nero.
Dal 2008 nell’area archeologica di Selinunte la Fondazione Kepha possiede un complesso di edifici con antistanti 10 ettari di terreno, struttura denominata CAM – Campus Archeologico Museale, all’interno dei quali sarà possibile effettuare ricerche e campagne di scavo finalizzate allo studio della necropoli e dei reperti recuperati che potranno essere restaurati nei moderni laboratori del CAM.
L’Avv. Giovanni Miceli, direttore del centro, afferma:
Desideriamo rendere fruibile la necropoli per creare quel museo aperto sulla necropoli finalizzato alla promozione della cultura archeologica ed allo sviluppo turistico del territorio
Alcune immagini degli scavi
pubblicato in data 9 gennaio 2013
AUTORE. Redazione
resta da dire semplicemente una parola… viva selinunte…
turismo, turismo, archeologia, ricettività, accoglienza, infrastrutture, servizi… e Castelvetrano volerebbe…
Non rimane che ringraziare tutti coloro che collaborano alle ricerche e agli scavi. Tutto questo dovrebbe essere valorizzato dai nostri politici , locali, provinciali, regionali e perchè no anche nazionali.Io ho sempre pensato e detto che il nostro paese potrebbe vivere solo con il turismo che ci da la nostra amata Selinunte.
Semplicemente emozionante.
Certo la Sicilia è da considerarsi la “Svizzera italiana”: nella sola Agrigento c’è molto di più di quel che si può vedere nell’intero Peloponneso. Selinunte, poi, dovrebbe diventare unod ei tanti orgogli italiano.Basterebbe si facesse una politica più coscienziosa e meno ladrona e tutti ne beneficerebbero.
sperando che non faccia la fine degli scheletri di piazza umberto, che non si sa a che era appartengono ,forse tredicesimo secolo ,e che sono in una cassa di vetro nel museo…
in altre parti con tecniche scientifiche ne avrebbero ricostruito il volto..qui no..tutto impossibile…come a bolzano la mummia di oetsi….seguire l’esempio.
ho consultato wikipedia ,e con il vocabolario ho tradotto moscos,significa vitello,animale sacro ad atena ..se cercate su wiki,la parola moscoforos,trovate la figura di un pastorello di vitelli,e la relativa immagine che si trova sull’acropoli di atene e nel relativo museo..risale al 480 a,c.pressapoco il periodo della distruzione di selinunte nel 490 a.c.
In altre parfti con tecniche scientifiche e tanti tanti soldi avrebbero … fritto l’aria.
Non e possibile vedere una carta della zona, per farci vedere essatamente dove era trovato questo corpo? Io conosco Selinunte abbastanza bene, ma non riconosco le fotografie nel brano.
w l’archeologia.
Dear Cliff, con le teste piene d’acqua che girano a Castelvetrano e dintorni sarebbe meglio non far sapere di preciso il sito di simili ritrovamenti.
il passato ,ti permette di capire il presente.
tutte le ‘scoperte antiche’sono le piu’ preziose perche’ sono scrigni che contengono ricordi che permettono di andare verso l’evoluzione futura .
le critiche sono costruttive ,ma a volte infastidiscono coloro che ‘faticano tanto’.
Scusate la mia ignoranza? su quale base si sono fatti questi scavi…..? nel senso come sapevano il posto preciso ? e poi mi sembra poco profondo come scavo? sicuramente ci saranno degli accertamenti delle autorita’ competenti…x verificare questo splendido reperto…comunque spero che sapranno rivaalutare bene laa nostra SELINUNTE…SPESSO MESSA IN POCA LUCE DALLA VECCHIA POLITICA AGRIGENTINA…SE VI CAPITASSE DI ANDARE NEGLI UFFICI DELLA REGIONE SICILIANA NON TROVERETE MANCO UNA FOTO DI SELINUNTE MA SOLO DI AGRIGENTO!!!!!!!!!!!!!!!
GRAZIE
In effetti una individuazione così precisa appare strana…o è solo la fortuna che una volta tanto ci ha messo lo zampino. Per quanto riguarda Agrigento (bellissima, nella sola città c’è tutto quel che si può vedere nel Peloponneso) direi che forse sarebbe meglio levassero quella statua in bronzo che catalizza l’attenzione dei turisti solo per la classica foto ricordo accanto agli attributi. Selinunte, invece, poco pubblicizzata, secondo me, è stata una magnifica scoperta unitamente alla Cave di Cusa luoghi in cui prorpio si viene catapultati nella storia.
l’unesco e’ un’ente che dovrebbe regolamentare i siti piu’ importanti e creare dei percorsi turistici .la sicilia compresa selinunte uno scrigno .
Sottoscrivo l’ultimo commento della sig.ra Catenanuova. Occorre istituire, in Sicilia, un itinerario della Magna Grecia, che comprenda 3 tappe fondamentali: Siracusa-Akragas-Selinunte. Perché? Ma é semplice. oggi Siracusa viene visitata da 400.000 turisti l’anno. Attratti dalla fama della più importante città della Magna Grecia. Ma lo sapete quante ‘Syracuse’ ci sono negli Stati Uniti? Decine!! Una di queste ha dato i natali a Tom Cruise.. Ma sto divagando. Ora, di questi 400.000, la metà si reca pure ad Akragas ( non ad Agrigento, dove non c’é niente da vedere ), e la metà di questi a Selinunte. Direi che l’obbiettivo di una politica turistica regionale appena appena elementare dovrebbe essere quello di far sì che tutti i 400.000 visitatori di Siracusa visitino pure Akragas e Selinunte. Sperando,da mazarese, che molti di questi, già che ci sono, facciano pure un salto qui a Mazara per ammirare il Satiro. Ovviamente, per permettere tutto questo, occorre lavorare, e bene, sulle reti di trasporto pubblico, treno compreso. Prendo atto di quel che dice Angela, ma certo che nemmeno l’Ente provinciale del turismo, ora soppresso, ha sostenuto Selinunte: per quello esisteva soltanto San Vito lo Capo! Non ho mai capito perché Castelvetrano ed i castelvetranesi si sentano così legati a Trapani.
LA MAGNA GRECIA E’ ESSENZIALMENTE TERRA DI DEI.
Questa, come tante altre campagne di scavi nelle necropoli selenuntine dimostra ancora una volta l’alto valore culturale e l’indiscussa vocazione TURISTICA del nostro territorio…………..
Auspico in questo momento di forte recessione e di profonda crisi economica, l’attuazione di politiche VERE in tale direzione.
Il consigliere comunale: arch. Tommaso Bertolino
riappropriatevi del vostro territorio che e’stato spesso dimenticato.
paride e venere con menelao ,troia .perche’ in sicilia non avanza la cultura ,perche’ dobbiamo per forza scornarci a vicenda .i greci sono abituati agli sforzi anche mentali ,gli italiani siamo un popolo di nullafacenti ,bivacchiare nei bar e’ il nostro mestiere c’e’ tanta terra da scavare e da scoprire e noi invece parliamo ,popolo di filosofi ma poi la filosofia ,le parole non valgono a nulla se non si agisce .le rivoluzioni di solito appartengono ad una sola persona la piu’ intelligente.
All’Architetto nonché consigliere comunale Bertolino, che cosa c’entra il suo commento? “Auspico in questo momento di forte recessione e di profonda crisi economica, l’attuazione di politiche VERE in tale direzione.” Qua si parla di una bellissima scoperta della necropoli di Selinunte, questa vuol dire che di Selinunte non si è scoperto ancora niente, se Selinunte deve splendere della ricchezza che ha vissuto, voi politici fannulloni e gestori alberghiere dovete organizzare e sponsorizzare eventi che mettano in LUCE il Parco Archeologico con prezzi ragionevoli che il turista sia entusiasta anche dell’ospitalità e non di “FREGARLO”, mostre all’interno del Parco come cè stata ad Agrigento dell’Artista Igor Mitoraj, spettacoli di teatro, e concerti a pagamento. Quello che consiglio a tutte le strutture alberghiere del territorio del Belice di sponsorizzare le visite guidate a Selinunte, questa è la strada giusta per portare TURISMO, perchè come vedo nelle pagine Web degli Hotel consigliano le visite ad Agrigento e Segesta e tutto questo mi rammarica perchè questo meraviglioso posto MERITA attenzione. Grazie
non ci avrei mai creduto che uno scheletro sarebbe rinvenuto dopo mille anni.