Si fece voce dei terremotati del Belice, che vivevano al freddo nelle baracche. Fu Pastore in terra di camorra, in anni in cui i morti si contavano a centinaia. Prete-terremoto, vescovo anticamorra: è morto monsignor Antonio Riboldi, per tutti don Antonio, vescovo emerito di Acerra (Napoli).
Il decesso all’alba, a 94 anni, a Stresa, in Piemonte, presso la casa dei rosminiani dove si trovava dalla scorsa estate.
Don Antonio Riboldi, mentre era parroco di Santa Ninfa, in una trasmissione dell’11 aprile 1977 denunciò le condizioni di degrado in cui versa la popolazione locale. “Come essere prete lì in mezzo? Come si fa a dire a un uomo che per nove anni vive nelle baracche dove ci sono topi e dove piove, Dio è qui e ti ama?! Come trasmetterlo questo messaggio d’amore a un uomo che non capisce più bene se vivere è sopravvivere o realizzarsi?”.
Per Don Riboldi, Santa Ninfa fu una lezione pratica di sofferenza, accolta con dolore, ma grande compostezza. Ma fu anche un’esperienza di grande dignità e forza, nel chiedere la ricostruzione, e di tanti esempi di solidarietà. È la storia di uomini e donne che hanno scritto una pagina stupenda, che non deve mai essere dimenticata.
Una gran persona, un vero uomo di Dio, intelligente e altruista. Sono onorata di averlo conosciuto.