Con la chiusura del 27 maggio scorso del Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Salina Grande – Trapani si è conclamato l’esubero di 40 dipendenti della Cooperativa sociale Badia Grande di Trapani che ha gestito il servizio di accoglienza.
L’esame congiunto, già avviato dall’azienda ai sensi degli articoli 4, 5, e 24 della legge n.223 del 1991, potrebbe portare alla mobilità e quindi al licenziamento dei lavoratori interessati se non interviene un accordo tra i sindacati e le strutture di accoglienza del trapanese.
Il tavolo istituzionale presso la Prefettura di Trapani dovrebbe dare un impulso importante alla soluzione della vertenza.

C.A.R.A. Salina Grande
“Siamo impegnati in prima linea per tutelare i livelli occupazionali messi a rischio dalla chiusura del Centro di prima accoglienza Cara di Salina Grande a Trapani.”. A dichiararlo, Franco Fasola, reggente dell’Unione territoriale del lavoro – Ugl di Trapani.
“Il consequenziale esubero di 40 i lavoratori – prosegue Fasola – che rischiano di uscire dal sistema di accoglienza migranti della Provincia di Trapani, è il nodo centrale da sciogliere nei prossimi giorni e per il quale come Ugl siamo impegnati in prima linea per il ricollocamento di tutti i lavoratori”.
“Abbiamo incontrato alcuni lavoratori del Centro di Identificazione ed Espulsione (CIE) di Milo a Trapani – dice il reggente di Ugl a Trapani – ai quali abbiamo confermato il nostro impegno totale per una soluzione positiva della vertenza sindacale ed abbiamo avuto un colloquio cordiale con il direttore della struttura, Maria Concetta Papa”.
Sulla vertenza lavorativa interviene il Reggente di Ugl Sicilia, Giuseppe Messina.
“Resta la preoccupazione per i lavoratori che potrebbero finire in mobilità – afferma Messina -. Riteniamo centrale –aggiunge – che la trattativa resti nelle mani del Prefetto di Trapani che del complessivo sistema d’accoglienza ai migranti a Trapani ha un quadro chiaro e può contribuire in maniera determinante a favorire la possibile ricollocazione dei lavoratori interessati attraverso la mediazione convinta dei sindacati e la disponibilità dei centri di accoglienza operanti in provincia di Trapani”.
La vicenda appare paradossale, nel momento di maggiore frequenza di sbarchi di migranti, che coincide con l’imminente stagione estiva alle porte, si chiude una struttura di accoglienza in una delle province maggiormente esposte al fenomeno.