Laura Bonafede, la maestra di Campobello di Mazara, amante storica di Matteo Messina Denaro, ha chiesto di essere giudicata con il rito abbreviato. L’istanza è stata fatta oggi al gup Paolo Magro che ha rinviato il processo a giugno per le conclusioni del pm Gianluca de Leo. Alla donna, arrestata ad aprile del 2023, inizialmente era stato contestato il reato di favoreggiamento aggravato, modificato nel corso delle indagini in quello di associazione mafiosa. Figlia dello storico padrino di Campobello Leonardo, fedele alleato dei Messina Denaro, la maestra è cugina di Andrea Bonafede, il geometra che ha prestato l’identità al boss durante l’ultima fase della latitanza. Secondo la Procura di Palermo sarebbe stata un pezzo fondamentale del meccanismo che per 30 anni ha protetto la latitanza di Messina Denaro.
I due, insieme alla figlia della donna, Martina Gentile, indagata per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, avrebbero vissuto insieme e si sarebbero comunque sempre frequentati. “Eravamo una famiglia”, scriveva il capomafia in un pizzino diretto a Blu, uno dei nomi in codice usati per la maestra.
Sono passati più di 160 anni dall’unità d’Italia, 200 anni dal baronaggio, e la Mafia è ancora tra noi, oggi come allora. Chissà quanti collusi ci sono là fuori, gente comune che protegge i segreti di questa gentaglia, e la Sicilia è ancora lì, fanalino di coda della nostra Italia, oggi come 160 anni fa… Possiamo dare la colpa allo stato italiano se ci piace e se ci fa stare bene con noi stessi, ma il problema è la mentalità di una grossa fetta di siciliani, per i quali tutto ciò “non è poi tanto grave”…