Matteo Messina Denaro gli fu presentato come cugino di Andrea Bonafede. Era il 2020 quando Giovanni Luppino, l’autista del boss arrestato e finito in carcere anche lui, conobbe il latitante: «Andrea Bonafede, mio compaesano che non frequentavo abitualmente, mi presentò un uomo sostenendo che fosse suo cugino e chiedendomi di accompagnarlo a Palermo per delle cure». Questo ha dichiarato Luppino davanti al gip all’udienza preliminare che lo vede imputato di associazione mafiosa. A chiedere di rilasciare dichiarazioni spontanee è stato lo stesso Luppino.

L’imputato inizialmente aveva detto di non sapere che l’uomo accompagnato alla clinica Maddalena di Palermo per le terapie il giorno del blitz fosse il latitante. Il padrino gli avrebbe dato un nome falso e gli avrebbe chiesto un passaggio. Una versione smentita dalle indagini che oggi Luppino ha parzialmente modificato.

Luppino oggi ha pure raccontato che un giorno il passeggero, conosciuto col nome di Francesco, si sentì male durante uno dei viaggi per il capoluogo e all’invito di Luppino di andare in ospedale avrebbe detto: «portami a casa, sono Messina Denaro non posso andare in ospedale». Come scrive l’Ansa, da allora «per ragioni umanitarie», sapendo che il boss era gravemente malato, l’imputato l’avrebbe continuato ad accompagnare alle terapie. Il padrino gli avrebbe di volta in volta lasciato nella cassetta delle poste un biglietto con l’orario dell’appuntamento successivo. Una versione che, per gli inquirenti, fa acqua da più parti. Luppino ha negato di aver rapporti di frequentazione con Bonafede e con la cugina Laura, altra favoreggiatrice del boss, ma gli investigatori hanno scoperto che la donna ha battezzato i figli dell’imprenditore.

Le indagini, inoltre, hanno accertato che Luppino, prima di essere arrestato, avrebbe chiesto denaro ad alcuni imprenditori dicendo che era un emissario del padrino di Castelvetrano e che i soldi erano destinati al boss. Circostanza confermata dai testimoni a cui l’autista del capomafia aveva chiesto le somme che hanno negato però di aver pagato.

Il momento dell’arresto di Giovanni Luppino.

AUTORE.