«Escludo di pentirmi». È quanto ha ribadito il boss Matteo Messina Denaro davanti ai magistrati Maurizio De Lucia e Paolo Guido nell’interrogatorio del febbraio scorso e che solo oggi è stato depositato. Come scrive l’agenzia Ansa, Messina Denaro davanti ai giudici ha detto: «La mia vita non è che è stata sedentaria, è stata una vita molto avventurosa, movimentata. Non sono uomo d’onore. Io mi sento uomo d’onore ma non come mafioso. Cosa nostra la conosco dai giornali». Alle domande dei magistrati Messina Denaro ha altresì risposto alle accuse che gli vengono mosse. L’Ansa riporta alcuni passaggi dell’interrogatorio: «Non ho commesso i reati di cui mi accusano: stragi e omicidi. Non c’entro nella maniera più assoluta. Poi mi possono accusare di qualsiasi cosa, io che ci posso fare». Sulla cattura, sempre secondo quanto riportato dall’Ansa, Messina Denaro ha detto ai magistrati: «Non voglio fare il superuomo e nemmeno l’arrogante, voi mi avete preso per la mia malattia».
Per la gestione della latitanza e sulla permanenza a Campobello di Mazara, come scrive l’Ansa, Messina Denaro ai giudici ha citato un proverbio ebraico: «Se vuoi nascondere un albero piantalo in una foresta. Ora che ho la malattia e non posso stare più fuori e debbo ritornare qua, allora mi metto a fare una vita da albero piantato in mezzo alla foresta, allora se voi dovete arrestare tutte le persone che hanno avuto a che fare con me a Campobello, penso che dovete arrestare da due a tremila persone: di questo si tratta». E ha aggiunto: «A Campobello mi sono creato un’altra identità: Francesco. Giocavo a poker, mangiavo al ristorante, andavo a giocare».
AUTORE. Redazione