«”La mafia, come ogni fatto umano, ha avuto un inizio ed avrà anche una fine”: questo ripeteva Falcone, sollecitando coerenza e impegno educativo, spronando chiunque nella società a fare la propria parte insieme alle istituzioni, a ogni livello. La mafia ha subìto colpi pesantissimi, ma all’opera di sradicamento va data continuità, cogliendo le sue trasformazioni, i nuovi legami con attività economiche e finanziarie, le zone grigie che si formano dove l’impegno civico cede il passo all’indifferenza». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 33° anniversario della strage di Capaci che ricorre oggi, venerdì 23 maggio. Mattarella ha ricordato l’importanza di «tenere sempre alta la vigilanza, coinvolgendo le nuove generazioni nella responsabilità di costruire un futuro libero da costrizioni criminali»

«Il nostro impegno, unitamente a quello del sistema degli enti locali, è promuovere la cultura della legalità e della memoria storica. Per questi motivi, ricordare le stragi di Capaci e di Via D’Amelio vuol dire trasferire, soprattutto ai giovani, gli ideali di giustizia che hanno caratterizzato l’opera dei giudici Falcone e Borsellino che rappresentano un grande esempio di coraggio e integrità. La nostra Associazione, da sempre, esorta i sindaci dell’Isola a rafforzare il senso di comunità e di responsabilità civica, affinché il sacrificio di Falcone e Borsellino non venga mai dimenticato e perché la Sicilia possa continuare a essere terra di speranza e di rinascita», hanno ribadito Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia.

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