Quattro mandamenti (Trapani, Alcamo, Mazara del Vallo e Castelvetrano) e 17 famiglie. Secondo la Dia (Direzione Investigativa Antimafia) continuerebbe a essere questa la struttura della mafia in provincia di Trapani. Il dato è contenuto nella relazione del 2° semestre 2020 presentata in Senato proprio dalla Dia. Un documento corposo di 531 pagine che approfondisce gli aspetti della criminalità organizzata nell’ambito del Sud Italia ma anche in altre regioni d’Italia.

Secondo gli investigatori «Matteo Messina Denaro costituisce ancora la figura criminale più carismatica della mafia trapanese». Proprio il mandamento della sua città natia farebbe riferimento proprio a lui, «il quale, per le posizioni di vertice dell’organizzazione, ha sempre scelto elementi appartenenti alla propria cerchia familiare».

Duri sono stati i colpi inferti dagli investigatori in questi anni con arresti e confische ma «benché “u siccu” continui a beneficiare della fedeltà di molti sodali, non mancano segnali d’insofferenza. Alcuni affiliati – scrivono ancora gli investigatori nella relazione – sarebbero infatti insoddisfatti di una gestione di comando troppo impegnata a curare la sempre più problematica latitanza del boss, anche in ragione della costante azione investigativa in larga parte volta a colpirne la rete di protezione».

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