Ha chiesto che il processo a suo carico sia aperto al pubblico, nonostante il rito abbreviato preveda la celebrazione a porte chiuse, Giovanni Luppino, imprenditore che faceva da autista a Matteo Messina Denaro e che con lui è stato arrestato il 16 gennaio del 2023. Il 13 marzo, giorno in cui si terrà la prossima udienza, dunque il procedimento si svolgerà a porte aperte.

Nelle scorse settimane la Procura di Palermo ha chiesto per Luppino la condanna a 14 anni e 4 mesi di carcere. Imprenditore agricolo di Campobello di Mazara, l’imputato venne indagato per favoreggiamento, ma la sua posizione si è aggravata nel corso delle indagini, quando è venuto fuori che quello che appariva come un “semplice” fiancheggiatore, chiedeva il pizzo per conto del capomafia.

Al gup che lo processa Luppino aveva raccontato che a presentargli Messina Denaro come suo cugino, nel 2020, era stato un compaesano, Andrea Bonafede (il geometra che ha prestato l’identità al capomafia ndr), che gli avrebbe chiesto di accompagnarlo a Palermo per delle cure. Un giorno, però, il passeggero, conosciuto col nome di Francesco Salsi, si sarebbe sentito male durante uno dei viaggi per il capoluogo e all’invito di Luppino di andare in ospedale avrebbe detto: «portami a casa, sono Messina Denaro non posso andare in ospedale». Lo scorso 13 febbraio sono stati arrestati per favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena anche i figli di Luppino Antonio e Vincenzo.

(foto tratta dal profilo pubblico Facebook del signor Giovanni Luppino)

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