L’on. Giovanni Lo Sciuto, in occasione delle celebrazioni in memoria del tragico evento sismico del 1968 che devastò la Valle del Belice e, in ragione di possibili ricerche di petrolio o di altro genere di idrocarburi nella zona del Belìce, intende presentare a breve, un’articolata interrogazione parlamentare dove, oltre a chiedere al Governatore Crocetta di non autorizzare eventuali perforazioni nel territorio belicino, inviterà il presidente della Regione, a convocare una conferenza di servizio alla presenza di tutti i sindaci del Belice , in guisa tale da valutare le reali condizioni del piano operativo riferito alla ricostruzione e all’ infrastrutturazione delle aree interessate al terremoto del 1968.

lo sciuto trivelle

L’attuale legge n.14 del 3 luglio 2000, -afferma l’on. Lo Sciuto -che disciplina le ricerche di idrocarburi liquidi e gassosi in Sicilia, non richiede il parere vincolante dei comuni interessati dalle richieste di concessioni, per la ricerca di idrocarburi. Questo non significa che l’amministrazione regionale possa autorizzare attività di questo genere senza aver coinvolto le comunità interessate. In ogni caso –aggiunge -l’on. Lo Sciuto, come si può pensare ad autorizzare l’Enel, o altre società, a perforare un territorio come quello della Valle del Belice, senza tener conto del parere delle comunità che insistono nella zona? Tale comportamento è a dir poco antidemocratico.

Oltre all’ evidente rischio geologico, vi è anche quello ambientale. E’ fuori da ogni logica immaginare piattaforme petrolifere tra gli scenari naturalistici del Belice. Mi chiedo , che bisogno c’era di costruire decine di alberghi nel territorio se pensavamo di dedicarci agli idrocarburi? Selinunte, Menfi , Salemi, Santa Ninfa , Poggioreale ., Salaparuta, Partanna ed altri comuni della Valle del Belìce non sentono il bisogno di trivelle. Prima che la Regione Siciliana rilasci una possibile concessione-conclude l’on. Lo Sciuto- occorre un serio confronto con tutti i comuni interessati . Sarò a loro fianco , per questa eventuale battaglia in difesa del nostro territorio. L’esperienza di Gela e di Augusta è già costata molto ai siciliani.

L’ ADDETTO STAMPA
Filippo Siragusa

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