Laura Bonafede, l’insegnante di scuola materna a Castelvetrano, arrestata stamattina nella sua abitazione di Campobello di Mazara (nel video del Ros il momento dell’arresto) temeva i controlli, usava nomi in codice, era attenta ai “nemici”, così chiama le Forze dell’ordine e, a un certo punto, decise e comunicò al capomafia latitante che era “meglio evitare di viaggiare con scritti, i nemici sono troppo assetati di risvolti e possono tentare di tutto, Semmai si può cercare un’altra soluzione”.

“Oggi mi sono molto arrabbiato perché i nemici non mollano – scriveva in un pizzino trovato dai carabinieri parlando di sé al maschile per cautela – sono stato al mio supermercato preferito a fare un cambio di un articolo e siccome mi ero dimenticato la lista della spesa sono andato un’altra volta e subito dopo di me è entrato uno che mi girava intorno e quando ho chiamato al telefono Lupetta (la figlia Martina, ndr) si è avvicinato per sentire. Mentre parlavo con Lupetta dissi che c’era uno che mi girava intorno e che sicuramente era uno sbirro”. Quest’atteggiamento faceva diventare nervosa l’insegnante.

 

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