Caro Signor Ministro, permetta che mi presenti.
Mi chiamo Goffredo D’Antona, faccio l’avvocato penalista a Catania, da 23 anni.
Mi sono laureato in corso, a 24 anni, secondo un Suo collega di Governo, sono quindi un “figo” anzi un “fighissimo”.
Ho fatto la pratica presso uno degli studi legali più seri della mia città. Ricordo quegli anni spensierati, ma pieni di sacrifici, tanti sacrifici. Uscivo la mattina da casa e tornavo la sera. Sabato e domenica compresi. Non ricordo in quegli anni un cinema, forse una pizza ogni tanto con i pochi amici che, visto il poco tempo libero, riuscivo a mantenere.
Nel 1995 ho aperto il mio studio legale. Mio padre non è un avvocato, ed era già pensionato da un anno al momento della mia laurea.
Sono andato avanti solo con le mie forze, non ho mai cercato scorciatoie professionali di nessun tipo.
Lavoro 14 ore al giorno. Spesso pure il sabato e la domenica. Non ho fai fatto fare una pratica fittizia. Ho avuto in questi anni diversi praticanti, e tutti si sono in qualche modo realizzati.
Allo stato ho un buono studio, avviato, con due sostituti avvocati, che hanno un loro spazio che gli consente anche di svolgere presso di me attività in proprio.
Ho una figlia, con la quale cerco di stare più tempo possibile, certo a volte non sono stato con lei. Ricordo la sua prima recita scolastica, anzi non la ricordo perché non ero a vederla. Ero davanti un Giudice di Pace di un paesino fuori distretto. A fare il mio dovere di avvocato.
Una buona percentuale dei miei assistiti, non mi pagano, per diversi motivi, altri mi pagano con onorari al di sotto di qui minimi tariffari che non esistono più
Nonostante tutto ciò sono felice del mio lavoro, al quale ho dato tanto, ma ho ricevuto altrettanto, sia in termini economici ( anche se i tempi non sono più quelli di una volta ma si va avanti lo stesso) sia in termini di soddisfazione personale.
Vincere un processo, far bene il proprio lavoro, vedere un Giudice che segue il nostro argomentare non ha prezzo.
Da bambino volevo fare l’avvocato o il giornalista. La vita mi ha fatto optare per la prima. Faccio l’avvocato perché credo all’importanza dell’avvocatura, al suo rilievo Costituzionale.
Sulla mia scrivania c’è un libro di tale Calamandrei, un avvocato di tempo fa. Faccio l’avvocato per quello che c è scritto in quel libro.
Come detto mi chiamo Goffredo D’Antona, ma potrei chiamarmi in altro modo, perché penso di essere una avvocato normale, che esercita la propria funzione istituzionale a servizio della Nazione. Faccio l’avvocato come lo fanno in tantissimi, in maniera seria e onesta.
Si chiederà perché le scrivo, ove mai mi leggerà Signor Ministro.
Le scrivo perché sono stanco e deluso. Reputo Lei ed i suoi Colleghi di Governo responsabili aver definitivamente svilito il mestiere dell’avvocatura.
Fare l’avvocato oggi comporta tanti sacrifici, di tutti i tipi Signor Ministro, eppure lo si continua a fare, forse perché a quasi 50 anni non si sa fare altro, ma forse perché non si vuol fare altro. Forse perché vi è ancora l’illusione che l’avvocato è una Sentinella della Costituzione.
Ora però mi sono stancato ancor di più.
Leggo il decreto sulle liberalizzazioni.
Mi perdoni, ma mi rifiuto e mi rifiuterò di vedere i miei assistiti come dei “ consumatori “.
Tali vengono definiti nel decreto.
Mi perdoni ma il Governo di cui Ella fa parte mi ha fatto sentire come un bottegaio.
Al momento del conferimento dell’incarico con il “ consumatore “ devo dare i dati della mia polizza assicurativa per i miei errori professionali.
Sarebbe auspicabile che questa polizza ci fosse pure per i parlamentari e i membri di Governo e per chiunque ricopra cariche pubbliche. Non contesto che un avvocato debba essere assicurato. Contesto che vada comunicata al momento dell’incarico. Iniziare un rapporto in questo modo è sbagliato, minando ab origine un rapporto che dovrebbe essere fiduciario tra professionista e assistito.
Già il rapporto fiduciario, quello che ormai non esiste più.
Quello che ci obbliga a fare “ preventivi “, caro Signor Ministro il preventivo, che comunque mi rifiuterò di fare perché non sono un carrozziere, non tutela dagli avvocati disonesti in alcun modo i consumatori.
In ultimo Signor Ministro da giorni mi risuonano le parole di libero mercato e che gli avvocati devono aprirsi alla concorrenza.
Per cultura politica diffido del libero mercato, ma questa è una mia pecca, lo so. Non so però come fare la concorrenza. Mi perdoni ma all’università non me l’hanno insegnato, men che mai il mio Mastro ( Dominus al nord).
Mi dica Lei caro Signor Ministro come si fa in maniera etica e morale, a fare la concorrenza ?
Mi dica Lei: vado negli ospedali a lasciare i miei biglietti da visita ? Mi compro una pagina di un giornale ? magari pubblicizzando i miei prezzi.
Certo potrei diminuire ancora di più i miei prezzi, il termine onorario ormai non va più.
Potrei licenziare la segretaria e prendere un neo-laureato che tra un anno sarà avvocato.
Ma vede caro Signor Ministro, nonostante quelle che Lei pensa, non sono un bottegaio o un carrozziere, men che mai uno sfruttatore di “ manodopera”.
Mi perdoni la presunzione, ma io come tanti miei colleghi, sono una Sentinella della Costituzione.
Io al momento di indossare per la prima volta la toga ho giurato “ di adempiere ai miei doveri professionali, con onore lealtà e diligenza, per i fini della Giustizia e per gli interessi superiori della Nazione “.
La prego Caro Signor Ministro, non mi faccia sentire o apparire un bottegaio.
Con ossequio.
Catania 1 febbraio 2012
Goffredo D’Antona
avvocato.
Tratto da: www.informarexresistere.fr
AUTORE. Redazione
Conosco abbastanza l’ambiente forense da comprendere lo sfogo dell’avvocato D’Antona. Che però condivido solo fino ad un certo punto. Sì perchè la trasparenza del rapporto tra professionista e cliente passa proprio dalla chiarezza sull’impegno economico di chi deve promuovere o, peggio, affrontare un giudizio. E personalmente, penso che la gente si avvicinerebbe più facilmente agli studi legali se ne potesse mettere in preventivo la spesa. Con vantaggio di tutti. Rischio di passare per bottegai? Quella dell’avvocato è una nobile professione. Ma non si può voler tutto dalla vita..
bravo, Valenziano.
Solo chi è serio e preparato va avanti e può andare in giro a testa alta, non diventerà mai ricco, non va in giro per far salotto o passeggiate con macchinoni. E’ rispettato da tutti.Lavora con abnegazione E’ disponibile con tutti, con qualcuno addirittura ci rimette di tasca dei soldi per aiutarlo, vince sempre perchè consiglia la causa solo se ci vede e non per interesse personale(la triste storia dell’albero la conosciamo tutti) E’disponibile con tutti ma guai a farlo arrabbiare. Non si interessa di politica in prima persona e ritiene l’interesse personale futilità perchè sa distingure il vero bene dal male. Io conosco qualche donna avvocato che è così e merita tutta la mia stima e riconoscenza per tutto quello che ha fatto in quanto mi ha fatto restituire, tra l’altro, la dignità.
@hans suter: grazie, troppo buono!
Esami!
Lettera aperta al Ministro della Giustizia Paola Severino sulla Professione Forense
Preg.mo Signor Ministro
grazie al Suo intervento siamo sicuri che cambieranno in meglio diverse cose nel Sistema Giustizia italiano.
Con la presente lettera noi di Quinto Piano Roma Le chiediamo di intervenire sul problema dell’accesso alla professione forense, in quanto come è noto i meccanismi di ingresso sono basati su logiche che prescindono da un concreto e verificabile accertamento delle capacità ed attitudini dei candidati. Un esame basato su valutazione discrezionale, insindacabile nel merito da parte dei Tribunali Amministrativi Regionali, scevro da obblighi di motivazione e finalizzato a ” falciare ” il numero degli ammessi, a beneficio dei potenti, della massoneria, dei figli di papà e dei potenti è una vergogna che il Legislatore italiano dovrebbe abolire. Chiediamo una prova trasparente, verificabile e idonea. Ci auguriamo che questo Governo si preoccupi di garantire ai praticanti ammessi al patrocinio l’esercizio alla professione, per un lasso di tempo seppure parziale, che superi i 6 anni.
La preghiamo di leggere questi siti. Grazie per quello che ha fatto finora.
V Piano
1
http://www.lavocedirobinhood.it/Articolo.asp?id=143&titolo=ESAMI%20DI%20AVVOCATO%20A%20MILANO:%20UNA%20FARSA
2
http://www.altalex.com/index.php?idnot=7692
3
http://www.facebook.com/group.php?gid=46949574565&v=wall#!/group.php?gid=46949574565&v=info
4
http://www.malagiustizia.eu/dossier%20malagiustizia.htm
5
http://www.praticalegale.it/forense/archivio/ddl7178.htm
Avv. D’Antona, per giustificare il suo scontento nei confronti di un cambiamento ormai necessario anche nella categoria degli avvocati, lei è stato costretto a fare una lunga presentazione di se stesso. Ha dovuto elencare tutti i suoi meriti e i suoi sacrifici per potersi differenziare dalla massa di colleghi che invece si comporta troppo spesso in modo scorretto o addirittura disonesto nei confronti del cliente. Noi clienti, o consumatori che dir si voglia, abbiamo bisogno più che mai di essere tutelati da voi. In un Paese di corrotti e corruttori, giudici e avvocati si collocano ai primi posti. Il suo panegirico sull’onestà e la diligenza con cui affronta il lavoro non mi commuove, anzi, mi irrita molto, perchè mi ricorda che per un professionista che si preoccupa del bene del cliente, ce ne sono 99 pronti a fare solo il proprio interesse anche cagionandogli gravi danni. Quindi, benvenga qualunque cambiamento e regolamentazione della sua professione! Se poi fosse possibile finalmente arrivare all’abolizione di tutti gli ordini professionali sarei ancora più contenta
http://www.mininterno.net/fmess.asp?idt=1657
Dov’è l’onestà degli avvocati che quando gli contesti qualcosa triplicano la parcella? (se vuol el ainondo di persone cai quali è capitato questo…). Dov’è l’onesta degli avvocati quando ti chiedono: “Se vuole è questo . piuesto più questo ma se pagna in nero”. DOv’è l’onestà degli avvocati quando vieni a sapere che il 37,5 per cento degli avvocati iscritti alla Cassa forense guadagna meno di 1300 euro al mese… (perché non si danno algricoltura?), Dove sono gli avvocati quando se vedono che il giudice sbaglia non dicono nulla… perché hannp paura di metterselo contro… Ma per cortesia avvocato… la realtà dei tribunali è che il cittadino voi avvocati lo potete massacrare finché volete! Siamo tutti dementi noi cittadini che facciamo espsoti al consiglio dell’oirdine che ne prende in considerazione solo 1 su 5000?… ma quando mai… Perché non siete i primi a dire all Guiardia di FInanza questo e cioè: ogni causa chiusa deve avere la sua parcella come da preventivo, e ionvece capita che chiudono una causa ti chiedono i soldi in nero e poi via… chi si è visto si è visto… Perché certo.. piuttosto di pagare parcelle salatissime meglio riparmiare l’iva, eccc… ma certamente gli avvocati in generale non possono dare lezioni di onestà e limpidezza!