Come emerso dalle recenti cronache giornalistiche, le barbarie commesse a Selinunte ai danni di tre cani territoriali e il più recente ritrovamento di un altro cane morto per cause ancora ignote, invitano ad una riflessione profonda sul grado di crudeltà raggiunto dall’uomo su animali inermi, cui è stato strappato violentemente il diritto di sopravvivere.
Gli animalisti locali che, con tanta dedizione, si occupano degli amici a quattro zampe, dei quali ormai conoscono ogni comportamento e reazione, si rifiutano di giustificare un uomo, integrato nella civiltà del terzo millennio, che possa uccidere un cane con un’arma da fuoco per autodifesa e per paura di essere aggredito, come se si trovasse da solo a fronteggiare una belva nella giungla.
Nel caso in cui venga esercitata l’azione penale da parte della Procura della Repubblica, l’Enpa si costituirà parte civile.
L’Enpa di Castelvetrano gestisce ogni giorno casi di randagismo e di sopravvivenza e si impegna quotidianamente alla soluzione di ogni problema con abnegazione e sacrificio nei limiti delle proprie competenze, nel rispetto della legge e con le sole energie dei propri volontari, ma è assolutamente necessaria la collaborazione delle Istituzioni e dei cittadini, ai quali chiede solo di essere coinvolta e chiamata nei casi di emergenza, affinché queste barbarie contro i cani non si radichi negli animi degli uomini e non passi perfino inosservata, proprio nel momento storico in cui tutto il mondo occidentale è impegnato severamente contro ogni lotta di terrorismo e di sopraffazione dell’uno contro l’altro e in favore della libertà e del diritto alla vita di ogni essere vivente nel rispetto delle regole e di ogni senso civico.
Corinne Tamburello – Enpa di Castelvetrano
AUTORE. Redazione
No,scusate, fatemi capire : qui mi sa che non si tratta di autodifesa, anche se, mi pare, nessuno sa esattamente come sia andata. Ma io penso trattarsi di atto gratuito e ripugnante. Ma questi signori dell’ENPA “si rifiutano di giustificare un uomo che possa uccidere un cane con un arma da fuoco per autodifesa”. Chiedo conferma. Se é cosi dissento. Per fortuna, dissente pure il Codice penale: art.54 Stato di necessità
Caro Valenziano, amico da sempre degli animali e della razza canina in particolare. Lei quando si va a fare le passeggiate, esce con un arma da fuoco per difendersi da qualche cane…vero?
@ Peppe : io no. Ma se una persona che detiene legittimamente un’arma all’esterno (.appartenente a forze dell’ordine o guardia giurata ) venisse attaccato da un cane feroce, tipo mastino napoletano o da un branco di cani e sparasse per difendersi non c’è proprio niente di cui discutere. Io rispetto gli animali e quelle foto mi hanno scosso.Ma le confido una cosa: ho più rispetto per me stesso e per i primati della specie homo sapiens sapiens in genere. Neanche il peggiore delinquente merita di morire sbranato dai cani.Almeno qui. Dalle parti dell’ISIS non so.
@Valenziano: … con un fucile, in una zona non di caccia…tre cani…
******* chi fantasia signor Valenzano!
@ peppe: fantasia de che? Io biasimo l’episodio di Castelvetrano. Ma dissento dalla generica posizione dell’ENPA. Ed il diritto vigente sta dalla mia parte. Non dalla sua. Si può uccidere un uomo per legittima difesa, figurarsi un animale.
Approvo e rispetto l’impegno dell’ENPA. Purtoppo però io mi sono ritrovato più volte sia a Selinunte che a Triscina/Tre Fontane, durante la corsetta in spiaggia all’alba o al tramonto, cioè a spiaggia deserta o quasi,ad essere inseguito da cani spesso in branco, e questo fa paura. Tanto che mi sono munito di un robusto bastone che a dire il vero finora bastava brandire, inoltre purtroppo ho spesso rinunciato alla corsetta per paura dei cani. Comunque non credo nel caso di qui si parla nell’articolo si tratti di autodifesa. Se per autodifesa basta brandire un bastone, penso basterebbe sparare in aria o nelle vicinanze del cane ma senza colpirlo. A meno chè non si tratti di cani addestrati al combattimento, e questi poveri animali non lo sembrano proprio.