Pubblichiamo di seguito la lettera aperta di un genitore di Castelvetrano che attraverso il nostro giornale desidera accendere l’attenzione su un fatto increscioso avvenuto nella borgata di Marinella di Selinunte.

“In questi giorni si parla tanto di emergenza ambientale e climatica, di salvaguardare il nostro pianeta e di sensibilizzare chi ancora non lo è. Ma non solo, si parla anche, soprattutto in questo periodo così particolare per Castelvetrano, di senso civico e rispetto per la propria città e per l’ambiente in cui viviamo. Premettendo tutto ciò e dopo l’accaduto vissuto oggi che mi ha lasciata con l’amaro in bocca, quello che mi domando e sul quale vi invito a riflettere è: dov’è finito il senso civico e l’educazione da dare ai figli?

Nel primo pomeriggio di domenica a Marinella di Selinunte, dopo una passeggiata come tante altre, mi siedo con mia figlia sulla panchina alla fine del molo a chiacchierare; nel mentre sopraggiunge una coppia con figli a seguito che si sofferma ad ammirare il mare e scattare qualche foto, noncuranti però di cosa il figlio stesse facendo. Il bambino, probabilmente di 7/8 anni circa, vede una sedia di plastica sul bordo -magari lasciata lì da pescatori (contestabile anche quello)- e senza esitazione la lancia verso il mare. Al mio istintivo gesto di fermare la sua intenzione urlando “no, no nooo!” i genitori si accorgono del gesto. L’unica cosa che riescono a dire al bambino è: “ma che fai…………..”, perché più interessati invece a chiedermi in maniera alquanto stizzita “ma cosa no?”.

Sbigottita dalla situazione, gli chiedo “ma com’è che ragiona il ragazzino? Ma che fa?”
La loro reazione è stata quella di giustificare il figlio dicendo semplicemente “ma è un bambino” e poi testuali parole ” vulissi viriri si li so figghi un ficiru mai cosi strani (traduzione: non credo che i suoi figli non abbiano mai fatto nulla di strano).

Beh, oltre a rispondere che non si sarebbero mai permessi di farlo e -aggiungo ora- non avrebbero mai preso nessuna cosa non nostra senza chiedermelo, gli ho chiesto solo se fosse finita in mare e se fosse stato difficile riprenderla e portarla su. Il padre, con indifferenza e noncuranza si rifiuta dicendo di non potere perché caduta troppo in basso.

Piano piano come se niente fosse se ne vanno così come sono venuti, lentamente passeggiando. Ho successivamente controllato di persona e, come visibile dalle foto, poteva benissimo scendere a prenderla. Era un ragazzo giovane e con scarpe da ginnastica; avrei potuto farlo io se non avessi avuto gonna e scarpe non adatte.

Poteva scendere a prenderla e dare un esempio di civiltà e soprattutto d’insegnamento per suo figlio. Sconcertata e arrabbiata da tale indifferenza e inciviltà MI e VI faccio una domanda: cosa può fare un cittadino che vede tutto ciò?

So già che ci saranno due tipologie di idee: quelli che come me avrebbero reagito e quelli che mi diranno che ho sbagliato e avrei dovuto farmi gli affari miei e non dire nulla. Ma è proprio questo modo di fare che, a umile parere personale, fa sì che accadano situazioni del genere. L’indifferenza e l’omertà sono i fattori che causano l’accadersi di azioni e situazioni simili e che ci hanno portato a toccare il fondo, come città e come società.”

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