«Questo non è un semplice tema, questo è quello che sto provando io». Inizia con queste parole il messaggio che Monica Graffeo, una nostra giovane lettrice, ha deciso di inviarci per dare sfogo alle sue emozioni derivate da questo difficile momento storico. «In questa terrificante battaglia mi sento persa, mi sento vuota e sola – scrive la ragazza – è vero, non sono sola, c’è la mia famiglia accanto a me, ma non si fa altro che parlare della guerra che stiamo combattendo. Le paure sono tante, e in certi momenti riesco a trovare positività e rifugio nei miei libri, dai miei amici e dal mio ragazzo con cui parlo ogni giorno e mi rassicura dicendomi di pensare positivo e che presto potremmo rivederci per riabbracciarci, ma questo conforto dura poco poiché, riflettendoci, non faccio altro che pensare che tutto andrà male, che la società andrà in frantumi e comincerà la vera guerra, quella fatta di armi e violenza».

Monica Graffeo spiega di pensare al negativo perché in questo modo, forse, questa sensazione di malessere provata oggi, potrà portare una maggiore consapevolezza e resilienza nel futuro incerto di domani; e spera, con tutta sè stessa, che questo periodo non sia altro che un gioco, una simulazione, una sfida a chi resiste di più o un rito di passaggio utile per preparare i giovani che mai hanno pensato di dover affrontare tutto questo.

Tra le maggiori sofferenze e preoccupazioni di Monica vi sono quelle di non essere in grado di dare coraggio e sostegno alla sua famiglia in questo momento tragico, e di non essere capace di affrontare il pericolo a testa alta come sta facendo la madre in prima linea impiegata come infermiera: «Io non sono la donna forte che è mia madre, io sono solo una ragazzina».

In conclusione la giovane lancia un appello significativo: «Durante la seconda guerra mondiale agli ebrei è stato vietato di frequentare cinema, parchi e negozi. Gli ebrei non potevano più essere proprietari di imprese e non potevano andare nella stessa scuola degli altri. Anne Frank è rimasta nascosta nel retro di una casa per 25 mesi, prendiamo esempio lei e lasciamo stare la stupidità che vive dentro di noi alle nostre spalle».

La speranza non può e non deve mancare mai, e questo Monica lo sa bene: «La saggezza nel tempo di crisi spinge a un ritorno alla propria interiorità, che sembra essere il più potente farmaco contro i virus di paure, stupidaggini, cattiverie, invidie, egoismi».

Monica Grafffeo

 

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