La veglia alla Madonna dell’Addolorata è una tradizione ancora viva a Castelvetrano e desideriamo portare l’attenzione dei lettori a quando scrive un concittadino, Giovanni Asta:

“Non sono solito condividere o scrivere post religiosi – scrive il giovane – questo vuole essere soltanto un tentativo di non far morire una tradizione a cui tengo particolarmente. Sento spesso parlare della Veglia alla Madonna Addolorata come un ricordo del passato.

Pochi sanno che la veglia continua ad essere fatta ogni anno, subito dopo la processione, dai pochi che continuano ad andare per non far morire questa tradizione o per devozione.

Io vi partecipo con la mia famiglia ogni anno da 30 anni anche se non li ho ancora compiuti; la prima volta ero in pancia di mia mamma, dato che sarei nato dopo un mese circa. E prima di me anche i miei genitori e mio fratello partecipavano insieme a mia nonna che ci ha trasmesso questa tradizione.

Ho ricordi della mia infanzia e fino a circa 8 – 10 anni fa, sopratutto fin quando Gennaro Bottone (che teneva moltissimo a questo evento) era ancora in vita, in cui la chiesa era piena di gente, alcuni portavano addirittura una sedia pieghevole da casa e si passava la notte a recitare preghiere e canti in dialetto, percorrere via crucis e ad un certo orario a notte inoltrata qualche membro della confraternita offriva un po’ di caffè caldo e qualche savoiardo per ristorare i presenti, poiché la veglia si protraeva fino alle 5 – 6 del mattino. (Questo piccolo ristoro, vuole anche ricordare “lu cunsulu” un usanza siciliana, nella quale durante le veglie funebri viene portato qualcosa da mangiare ai cari che rimangono tutta la notte.)

Poi qualcuno iniziò a divulgare la notizia che la veglia non si sarebbe più fatta e molti credettero a questa voce e non vi parteciparono più, mentre gli altri, incuranti di tali voci la fecero sia quell’anno, sia gli anni avvenire, fino ad oggi.

Venerdì notte, o sabato mattina noi saremo lì, alla chiesa dell’Addolorata a fare l’alba come da sempre, vi invito a partecipare, sia se è la prima volta che ne sentite parlare, sia se l’avete fatto in passato e pensavate non si facesse più.

Se magari avete sentito di qualche parente più o meno anziano che raccontava di questa tradizione e pensa che non si faccia più, informatelo del fatto che esiste ancora e continueremo a farla indipendentemente dal numero di partecipanti.

Sarebbe davvero bello riviverlo come un tempo con due sale gremite di gente

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