I sindaci la definiscono una «drammatica emergenza idrica». E hanno pure ragione, sapendo di dover affrontare l’estate con la carenza d’acqua che potrebbe sfociare in emergenza sociale e sanitaria. In un documento i sindaci del Belìce – Vita, Salemi, Gibellina, Santa Ninfa, Salaparuta, Poggioreale, Partanna – esprimono seria preoccupazione: «Dopo tre riduzioni che erano state operate tra dicembre 2024 e marzo 2025, ci era stato comunicato il ripristino di una riduzione che certamente avrebbe portato sollievo alla popolazione. Ma di questo ripristino non abbiamo visto nemmeno l’ombra e i dati che risultano a “Siciliacque” si scontrano con una realtà totalmente diversa e a cui noi sindaci ogni giorno dobbiamo far fronte», scrivono.
La questione è legata all’approvvigionamento idrico dei Comuni da “Siciliacque”: «Ci ritroviamo, non per nostra volontà, in una situazione di incertezza assoluta, con Eas proprietaria delle reti e soggetto gestore che è in liquidazione coatta amministrativa e di fatto non esiste più e poi “Siciliacque” con cui non abbiamo alcun rapporto contrattuale che, invece, ci fornisce l’acqua ma non riesce a garantire i quantitativi concordati in sede di cabina di regia a causa dei continui guasti e interruzioni».
Nelle ultime settimane i disservizi sono aumentati, secondo i sindaci: «Spesso “Siciliacque” ci ha avvisato di interruzioni e manutenzioni, ma negli ultimi giorni sconosciamo i motivi per cui non arriva acqua ai serbatoi comunali e ciò ha comportato l’allungamento dei turni di erogazione, arrivati a più di 15 giorni, a cui abbiamo cercato di rimediare con erogazioni seppur di scarsa portata».