Quelli che ora sono mancati al sindaco Alfano sono i numeri dei suoi stessi compagni di movimento. Stamattina in consiglio comunale – la seduta era in seconda convocazione dopo quella di ieri dove è mancato il numero legale – i pentastellati erano in 7 e ne mancavano 2 per comporre il fronte di maggioranza. Gli altri consiglieri comunali presenti al momento dell’appello hanno deciso di allontanarsi dall’aula e così la seduta non s’è potuta svolgere. L’ordine del giorno è di quello determinante per le casse del Comune, perché il massimo consesso civico deve approvare la Tari 2023. Senza questo atto l’ente non potrà emettere le bollette e iniziare a incassare. Intanto il Ministro dell’Interno ha firmato la proroga al 15 settembre per l’approvazione del bilancio di previsione, quindi il consiglio ha tempo per dire sì alla nuova Tari.
Resta però la questione politica ed è quella che più preoccupa il sindaco. Era stato lui stesso in consiglio, tre giorni addietro, a dirsi disponibile ad un’apertura ad altre forze, forse convinto che il progetto M5S è oramai al tramonto. Sullo sfondo pare ci siano lotte intestine dentro i pentastellati. Per Alfano, però, la necessità è continuare ad amministrare sino al 2024 quando si rivoterà ed è per questo che cerca una nuova maggioranza. «È giunta l’ora che si dimetta – ha detto Calogero Martire di “Obiettivo città” – e sotto gli occhi di tutti il fallimento della sua Amministrazione».
AUTORE. Redazione