AUTORE. RedazioneGentile Prof. Calcara,
sono un educatore come lei, perché concorderà che un professore prima di tutto è e deve essere un educatore ed è proprio questo il punto cruciale della questione.
A tal proposito vorrei dirle un paio di cose: La scuola ha un fondamentale ruolo pedagogico prima che istruttivo e nel momento in cui si permette alle forze dell’ordine di far irruzione nelle aule scolastiche si è perso di vista questo principio fondamentale.
In un paese civile e democratico gli agenti preposti all’educazione ed alla formazione (di cui lei stesso parla) sono famiglia, scuola e reti sociali di vario tipo che concorrono alla crescita ed alla formazione di un individuo. Alle forze dell’ordine costituzionalmente non è affidato un ruolo educativo, ma repressivo.
Gli organi preposti alla prevenzione e all’educazione sono altri. Ebbene, se alla scuola non resta altra alternativa che questa, essa ha abdicato al proprio ruolo. Ha rinunciato ad ogni dialogo con i propri studenti; Ha rinunciato a formare a trovare modelli alternativi di comunicazione. Questo è il principio che al di là di tutto è stato gravemente violato.
La scuola non puo’ e non deve proteggere ricorrendo a forme repressive, ma preventive. Lei ha citato Dante e Petrarca, io le cito uno dei piu’ grandi conoscitori dell’animo umano: Seneca. Non penso che in un dialogo immaginario con lui lei riuscirebbe a portare avanti le sue ragioni. Tornando ai fatti la informo che non è affatto vero che non vi sono stati ragazzi che son stati perquisiti e denudati perché fortunatamente sono ancora capace di dar ascolto con fiducia a questi giovani.
Inoltre le faccio presente che anche io non mi sento umiliata se ad un posto di blocco la mia autovettura viene perquisita o se in aeroporto a me stessa vengono messe le mani addosso. Ebbene il paragone non regge e sa perché? Perché in questi posti io sono preparata a questo in quanto esiste una normativa che lo prevede ed è la stessa normativa che informandomi preventivamente tutela la mia dignità personale, in nome della sicurezza pubblica a cui tutti dobbiamo concorrere.
Quello che è successo nella sua scuola è tutt’altro e non ha niente a che vedere con la sicurezza pubblica e con l’insegnamento dell’etica, perché parlare di morale non mi piace. Inoltre, poiché fino a prova contraria vivo in un paese democratico, voglio che la libertà mia e quella dei miei figli venga tutelata e venga esercitata in tutti i luoghi a ciò deputati.
Pertanto io personalmente devo e voglio capire se il tutto è stato eseguito con le dovute garanzie costituzionali (mandato di perquisizione o procedura d’urgenza con il rispetto dei requisiti che questa prevede).
Caro professore concordo con il rappresentante d’Istituto Agostino Alagna… e sarei stata molto piu’ orgogliosa del mio Paese se aprendo il giornale avessi letto che le forze dell’ordine avevano sgominato un grosso traffico di stupefacenti sul territorio di Castelvetrano, invece di ahimè dover apprendere che si erano recati solo in una scuola dove studenti inermi, sono stati costretti a dimenticare dove si trovavano e a pensare che improvvisamente erano stati catapultati, come in un film, dentro una questura, dove invece certe pratiche avvengono giornalmente.
Non si meravigli professore se da ora in poi dentro la sua scuola ci saranno sentimenti come la diffidenza e il timore. In una scuola dove l’accoglienza si manifesta in tutte le forme sentimenti del genere dovrebbero rimanere fuori dall’ingresso, ma non sarà così oramai. Avete rotto un patto fondamentale, il patto di cui le parlavo all’inizio.
Un’ultima cosa come mamma mi sento di ringraziare quella madre che ha scritto che non prenderebbe mai a ceffoni suo figlio.. da quando è nata cerco di crescere la mia piccola allo stesso modo, con la stessa libertà e lo stesso spirito critico. Purtroppo a volte penso che in un paese come questo, sopraffatto dalla mediocrità, dall’ipocrisia, dal bigottismo becero sarà una gran fatica per lei…ma cercherò sempre di inocularle il seme della libertà, quella libertà di pensiero che travalica ogni spazio ed ogni confine e se riuscirò nell’impresa sarà una grande vittoria…per questo mi sento di fare i complimenti a quella mamma.
Selenia Conigliaro
14 Marzo 2016 | Redazione | CONDIVIDI SU FACEBOOK |
Una bella lettera con argomentazioni profonde che meritano accurate riflessioni su un tema molto complesso e delicato, trattando delle educazione della nostra gioventù. Tuttavia non mi posso esimere da una considerazione critica : manca di una qualche ipotesi di soluzione al problema concreto dell’uso delle droghe da parte dei giovani.
ma cosa dobbiamo pretendere: con questi educatrici che giustificano andare a a scuola con le canne perchè non si preoccupa di parlare del livello di apprendimento di questi ragazzi che ne fanno uso.Sarebbe stato più utile se l’educatrice, fosse stata zitta e avesse ringraziato le forze dell’ordine, ma anche questa fa parte di quelle persone che preferiscono aspettarsi una visita delle stesse forze dell’ordine che gli riconsegnano i documenti del figlio, invece di prevenire.
io sto con il Prof Calcare, e non con Selenia Conigliaro.
Gent.ma Sigra Conigliaro,
Mi permette di farle alcune domande ? E non in veste istituzionale ma, diciamo in veste professionale;
– non si doveva permettere l’irruzione a scuola: chi avrebbe dovuto dare il permesso?
Pensa davvero che ci sia una legge che imponga agli agenti operanti di chiedere il permesso per fare un’operazione del genere a scuola o in altri luoghi?
Mi indicherebbe qual è questa legge?
– mandato di perquisizione : stiamo parlando di sostanze stupefacenti dunque non necessita alcun mandato preventivo da parte di nessuno
– le perquisizioni si fanno così come sono state fatte e descritte, anche dai ragazzi; le garantisco che in caso di ipotesi di reati più gravi si fanno perquisizioni molto più approfondite con ispezioni corporali molto invasive; resta fermo quanto ho detto e ripetuto a tutti: se qualcuno ritenesse che l’attività è stata svolta in violazione delle norme di legge, esistono i mezzi di tutela.
– sopporto i controlli in aeroporto perché me li aspetto: beh, mi permetterà, ma se esco di casa con 0.1 centesimo di grammo di sostanza stupefacente me lo aspetto eccome di subire un controllo e se me lo becco sto anche zitta!!
– io non conosco gli effetti delle sostanze stupefacenti che, ritengo, siano diversi da soggetto a soggetto ma voglio sperare che tutti coloro i quali sostengono la tesi delle due innocue cannette non abbiamo mai a piangere una persona cara investita da uno al volante i cui riflessi siano stati limitati dall’effetto delle due cannette.
su una cosa ha certamente ragione: i ceffoni non hanno mai risolto assolutamente nulla; coi figli si parla ci si confronta e si litiga. Adesso credo sia il caso di mettere fine alle parole e affrontare l’intera vicenda coi fatti.
Cordialmente
Grazie di cuore Selenia, grazie per il suo garbo, per la serenità con cui espone il suo punto di vista. Grazie davvero, le faccio lo stesso augurio per i suoi figli che faccio ai miei e a tutti i figli del mondo, anche quelli che, come dice De’ Andre’, non sono “gigli”: buona libertà a tutti; non solo un augurio, un impegno. LIBERTA’ vuol dire tante cose, libertà è l’insieme delle tessere del mosaico uomo
Egr. Educatrice Conigliaro, mi permetto di dare un mio pensiero a quanto da Lei scritto e sottofirmato, a parte che son sicuro che anche Lei se avesse un colloquio con Seneca farebbe la stessa figura di cui accusa il Prof Calcara, sicuramente (ma questo lo dice Lei) il Prof Calcara non potrebbe competere in un discorso immaginario con Seneca, ma sicuramente ed è un dato di fatto, ne io e, quanto letto, ne Lei potrà MAI e poi Mai competere con il prof Calcara. Detto questo mi addolora leggere nella sua missiva quel paragrafo dove allude ai controlli in macchina, in aeroporto ecc riferendosi a una ben specificata normativa, le chiedo: Ma le normative prevedono che a scuola (in questo caso) si debba detenere o far uso di sostanze (sia pur leggere) stupefacenti? perchè se a quanto ho capito bene Lei si indigna perchè è stata violata la libertà? Ma la libertà di cosa? di fare ciò che si vuole? Lei è libera di inculcare ai suoi figli ciò che desidera, ma i Suoi Figli hanno l’obbligo di osservare le normative e sopratutto il buon senso e se la scuola non è in grado di fare ciò… mi perdoni ma Lei che “educatrice” è?
Spero che i miei figli non incontrino mai un educatrice come Lei .Si definisce educatore colui che realizza un’azione educativa ovvero che contribuisce alla crescita umana della persona. Tale azione può essere esercitata sia attraverso rapporti spontanei, generalmente familiari, sia attraverso interventi speciali legati a una funzione socio-professionale (insegnanti, pedagogisti, istruttori, capi scout, ecc.). Si dice che l’autorità dell’educatore è un servizio di guida che si coordina con la volontà di auto perfezionamento dell’educando. Piero Bertolini ha messo in evidenza come attualmente l’attività dell’educatore si sia parcellizzata e che pertanto questi si trovi ad operare in modo molto settoriale. L’attivazione, negli anni settanta, di corsi regionali e successivamente di corsi universitari nelle facoltà di Medicina e Scienze dell’educazione hanno contribuito a dare consistenza alla figura e alla professione dell’educatore professionale.Lei contribuisce a far si che i giovani definiscano irrilevante portarsi 05 grammi di sostanza stupefacente in classe, da padre le dico di vergognarsi per quello che suggerisce a questi giovani.
È facile dire sono un Educatrice ma oggi come oggi sono tutti bravi ad educare,che poi questa educazione è difficile vederla è un altro paio di maniche! La verità è che tutto questo rappresenta il fallimento della nostra classe genitoriale!!! Mai e poi mai negli anni passati avremmo assistito ad alunni che andavano contro le forze dell’ordine e soprattutto mai e poi mai avremmo assistito ad un educatrice che va contro un Professore e contro le forze dell’ordine! I nostri genitori non lo avrebbero mai permesso anche con qualche bella sberla che non ha mai “Ucciso ” nessuno!!! E chi non ne ha preso? Eppure siamo qui vivi e vegeti!!! Purtroppo adesso mi accorgo che si vive solo di diritti ! I doveri chi se ne frega!!! E chi ancora crede nei valori morali della famiglia della fede (qualunque essa sia) o nei valori dell’amicizia negli insegnamenti scolastici purtroppo deve rassegnarsi ad essere un reietto perché oggi gli insegnamenti sono altri! Oggi sono “toco ” se mi faccio uno spinello di pochi grammi , sono “toco” se mando a quel paese l’insegnante, sono “toco ” se scappo ad un fermo di polizia del resto sono ” toco” perché quando arrivo a casa e lo dico mi viene detto “hai fatto bene “! Ma chiediamoci cosa si nasconde dietro tutto questo? Cosa vogliono comunicarci i nostri ragazzi? Qualcuno si sofferma a pensare ciò? Un ultima domanda è se l’articolo “Blitz al liceo ” fosse stato “Morte per droga al liceo ” mia cara Educatrice lei avrebbe detto che le forze dell’ordine non sono intervenute! In tutto questo sono fiero del lavoro che svolgo e che ho scelto!!!
achille posso chiederti se sei genitore?
perche se lo sei e hai piena fiducia a tuo figlio che lo controlli in tutto e per tutto che sai che fa una vita serena e ben educata e che poi incappa vicino a un compagno di banco che ha una certa quantita di ssostanze stupefacenti e che per non farsi beccare li mette dentro lo zaino di tuo figlio.
prova a difendere il tuo nome e tuo figlio.
in questo blitz poteva succedere pure questo.
quindi dire grazie alle forze dell’ordine diventa difficile.
per quanto ho potuto capire qualcuno sapeva chi erano i sospettati e allora che le forze dell ordine andavano a casa di questi individui era piu corretto.
la mattozzi in una lettera in cui risponde a agostino alagna dice se lo stesso se chiesto come mai si sono fatte certi classi e non tutte e che cerano pure due donne poliziotte quindi erano gia informati avevano sospetti avevano indagato.
ci sono troppe irregolarita.
Gentile Signora, ovviamente non è il caso di aprire in questa sede un dibattito su quello che io ho voluto dire ai miei studenti e che, credo, in parte, le sia sfuggito. Né ritengo utile disquisire sul rapporto tra etica e morale, ché faremmo solo dell’accademia. Tuttavia, visto il tono non offensivo e costruttivo della sua lettera, ritengo doveroso aggiungere qualcosa a quello che la dott.ssa Mattozzi ha osservato e che condivido. E’ovvio che l’azione educativa non può risolversi in quella repressiva, ma è altrettanto vero che qualunque forma di educazione si basa sul rispetto delle regole e sulle sanzioni per chi non le osserva.Dove sta scritto che una azione di controllo condotta dalle forze dell’ordine in un luogo pubblico quale è la scuola sia alternativa al lavoro degli insegnanti? Chi le dà il diritto di arrivare a questa conclusione, sminuendo il lavoro di tanti colleghi che sono ogni giorno in trincea? Pensi, ad esempio ai casi di bullismo o di maltrattamento dei minori, per i quali è stata necessaria una immediata azione repressiva, salvo poi individuare dei percorsi formativi di prevenzione. Non dimentichi che la droga è stata trovata, che essa dunque circolava nell’istituto e che nessuno dà a me insegnante il diritto di perquisire zaini e giubbotti. Vuole dunque che mentre a Roma si discute Sagunto sia espugnata? giusto per rimanere nell’ambito delle citazioni classiche. Oggi, nonostante fosse il mio giorno libero, sono andato in classe per parlare coi miei ragazzi, soprattutto con l’alunno a cui è stata sequestrata una certa quantità di sostanza proibita, e le assicuro che non ho trovato né diffidenza né timore, ma gratitudine e apprezzamento per quello che ho scritto. Se poi, in altre classi, ci sono stati abusi, questi vanno denunziati nello specifico, senza bisogno di oltraggiare l’Arma dei Carabinieri che assieme alla Polizia e alle altre forze armate, è presidio della democrazia, a cui tutti i cittadini devono rispetto e grastitudine. Senza, cioè, strumentalizzare i fatti secondo una logica di parte; senza tentare di trovare giustificazioni pseudosociologiche al fatto che i giovani consumino droghe; senza, mi consenta infine, ricorrere all’insulto gratuito e volgare nei confronti di chi la pensa diversamente. E visto che le piace tanto Seneca, la invito a riflettere su tutto il cap. III del De ira. C’è un tempo per le ammonizioni, ma ce n’è uno anche per le punizioni. Cordialità.
Quello che Maurizio dice non poteva accadere. I carabinieri si sono presentati in borghese, si sono qualificati con la professoressa, hanno chiesto gentilmente a tutti di mettere le mani sul banco, ci hanno invitato ad uscire dall’aula lasciando giubbotti e zaini al loro posto. Nessuno di noi è stato umiliato. Sono cose che dispiacciono ma che ritengo siano necessarie.
toti c vedi che non sei informato bene qualcuno e stato umiliato.
e chi ha brutte intenzioni lo puo fare in un millesimo di secondo
Gentile signora Matilde Mattozzi, lei mi pone delle domande e non posso esimermi dal rispondere. Dopodiché non è mia intenzione aprire un cortile mediatico, pertanto non farò piu’ alcun commento in merito. I fatti verranno valutati da chi di competenza. Mi sono sentita di esprimere la mia opinione perché mi reputo una persona libera e dotata di pensiero critico, anche impopolare e fuori dal coro.
Per tornare alle sue domande le dico prima di tutto che fortunatamente la libertà è inviolabile e i casi in cui la stessa puo’ essere violata sono tassativamente indicati dalla legge (art. 13 Cost.) Ad ogni modo le garanzie costituzionali prevedono, il decreto motivato di un Pubblico Ministero e nei casi di necessità ed urgenza, e ci tengo a sottolineare necessità ed urgenza, la convalida, sempre motivata, entro 48 ore. Il fatto che il decreto, prima o dopo, debba essere motivato, significa che comunque tali motivazioni nelle sedi opportune siano opinabili. Penso che anche il caso dell’urgenza e della necessità possa essere opinabile. Suvvia, ma lei crede davvero che dentro una scuola ci si aspettasse di trovare alunni-spacciatori con chissà quali grandi quantitativi di droga? Il fatto che potenzialmente tutti siamo perquisibili, e ripeto con le dovute garanzie, non implica che io, anche se persona onesta e corretta, debba accettare di vivere in uno stato di polizia. In ogni caso io ho detto solo che la procedura sarà da verificare, ed ovviamente nelle sedi adeguate, non in un blog. Forse le è sfuggito invece il nocciolo della questione che a me premeva evidenziare, e qui non siamo piu’ sul terreno della legittimità, ma su quello dell’opportunità, dell’etica, del mandato istituzionale a cui ogni educatore dovrebbe adempiere. Ebbene io ho rivendicato a gran voce, e lo rifarei altre mille volte, il ruolo della scuola che, ripeto, deve accogliere e non reprimere. La scuola non puo’ alzare muri ai suoi ragazzi, non puo’ e non deve abbattere i ponti della comunicazione e del dialogo. Non puo’ esimersi dal progettare in modo costruttivo percorsi di vita per e con i suoi ragazzi. Se la scuola fa questo per me, dispiace dirlo, ha fallito come ruolo, ha abdicato in favore di altri agenti sociali il compito che le è proprio. La scuola non fallisce se qualcuno porta con se sostanze, queste cose (sostanze o altro, addirittura armi nel ’68) sono accadute sempre, inutile far finta di niente, ma lo fa nel momento in cui rinuncia ad educare se ha bisogno di rivolgersi alle forze dell’ordine. Troppo facile rivolgersi a loro. Troppo semplice reprimere tout court senza porsi domande e proporre risposte alternative. Scusi, non credo che se lei sospettasse che suo figlio rientra a casa con un grammo di hashish in tasca si rivolgerebbe alla polizia; penso invece che da buon educatore cercherebbe di aprire un dialogo con suo figlio, soprattutto cercherebbe di comprendere e di ascoltare. Ebbene io non faccio grande differenza tra famiglia e scuola. Ho sempre pensato che questa debba essere un luogo sacro di educazione e formazione prima ancora che di insegnamento dottrinale. Per mia figlia nella scelta degli insegnanti ho sempre dato priorità alle modalità educative e pedagogiche piu’ che alla bravura degli stessi nelle varie discipline. Ebbene far intervenire la polizia non mi sembra un buon modus educandi. Non quello che desidero per mia figlia. Per quanto riguarda le perquisizioni invasive di tipo corporale, conosco bene l’argomento, pertanto non deve garantirmi nulla in proposito. Piuttosto le dico che anche se il nostro Paese, come sempre è indietro anni luce rispetto alla normativa internazionale in tema di diritti umani, anche quel tipo di perquisizioni devono essere effettuate con le dovute tutele e senza violare la dignità delle persone. Lei pensa sia difficile violare la dignità di diciottenne, o peggio ancora un minorenne? Io no. Ad ogni modo lei sa benissimo che avrebbero potuto agire anche fuori dalla scuola, pertanto penso ci sia stata proprio la volontà di permettere che i fatti si verificassero in questo modo. Questa è l’amarezza.
Cordialmente
Selenia Conigliaro
era meglio denunciare i singoli e prendersi le proprie responsabilita’,invece di creare tutto questo casino.
soltanto che di responsabilita’ e di coraggio ……..
Maurizio, io parlavo della possibilità di mettere roba nello zaino di un altro. Se qualcuno è stato umiliato lo denunci, ma dica tutto. Io dico di quello che è avvenuto nella mia classe. Stop.
La discussione si deve necessariamente chiudere qui perché Lei prima sostiene, meglio, insinua, che ci siano state irregolarità nelle perquisizioni e adesso modifica il suo dire – citando articoli di legge che non si applicano in questo caso in cui vige una normativa a se stante- ed io non sono abituata ad interloquire con chi, per aver necessariamente ragione, “cambia le carte in tavola”.
Ribadisco che è il tempo di porre fine alle parole, rectius alle chiacchiere e di agire.
Castelvetrano, capitale globale psicodrammi ed affini !
Signora Conigliaro, grazie per le Sue parole. Aiuteranno sicuramente tanti giovani ad avere ancora fiducia nel futuro e nella società.
Al contrario di altri, che tendono ad intimorire con le loro repressive, paternalistiche, patetiche, ipocrite e bigotte parole e argomenti fuori luogo e che non tengono.
Grazie ad Agostino per il suo coraggio, perché mi dà la speranza che Castelvetrano non è solo codardia, ma che forse vale aspettare e compiacersi dell’avvenire futuro.
Per farla breve, visto che si fanno diversi paragoni fuori argomento e anche i temi del Prof. anche se comprensibili non c’entrano con il fallimento del proibizionismo, per farla breve non sarebbe stato meglio, molto meglio, più di una volta parlare con questi ragazzi
(potrebbero essere figli di ognuno di voi)
ora criminalizzati, prima di allarmare le forze dell’ordine? Se ciò è stato fatto, più di una volta e fino all’esaurimento assoluto di tutte le capacità che un educatore deve possedere, bene. Se non è stato fatto, oramai il danno è fatto, vi lascio alle vostre coscienze.
@ Maurizio , si sono un genitore, questa cosa montata ma di quale bliz stiamo parlando, sono certo che queste visite dei carabinieri e guardia di Finanza con i cani antidroga si fanno in tutte le scuole d'<Italia, e ci si raccorda sempre con i Presidi, ma fatta bel paese di M Denaro gli state dando una valenza nazionale,ha me da solo fastidio che questi scagnozzelli hanno perso il senso della ragione, infrangendo le regole elementari, ma a scuola è possibile portarsi le canne ? essu!!! benedetto Dio ora tutti che si professano pro questi bulletti e che un domani vedremo cosa saranno capaci di fare.
“…al contrario di altri, che tendono ad intimorire con le loro repressive, paternalistiche, patetiche, ipocrite e bigotte parole e argomenti fuori luogo e che non tengono”
Ecco il tipico ragionamento apodittico. Quando non si hanno argomenti, basta mettere in fila una serie di parole prive di argomentazione, e il gioco è fatto; come quando, a prescindere dai contenuti, si dà del fascista a chi non la pensa come noi, senza dimostrare dove sta sbagliando. Nella guerra delle parole, alcuni sono imbattibili!
Un pensiero per la signora Conigliaro ed il signor Calcara. Leggere le Vostre riflessioni ed il “botta e risposta” ,in così educata maniera e rispetto verso chi magari la pensa in maniera leggermente diversa ma restando sulle proprie convinzioni ( dimostrando di avere entrambi tanto sale in zucca), mi ha fatto un gran piacere. Spero restiate nella scuola il più a lungo possibile , i giovani hanno bisogno di insegnanti come voi. Son sicuro che una volta cresciuti tornando con la memoria ai tempi della scuola (dove magari si era spensierati e si commetteva anche qualche cazzata in più) si ricorderanno sicuramente di Voi e di chi ha saputo trasmettere qualcosa ! Come io ricordo alcuni dei visi del Cipolla dei 90! Un grande abbraccio e buon lavoro
Apodittico io? Potrei fare una lista delle prese di posizioni *repressive dell‘assessore ma anche di altri; *paternalistiche e rasentanti il *patetico e *fuori luogo, non solo ma tra gli altri del Prof. che resuscita personaggi di epoche dove la marijuana esisteva ma non i profitti del narcotraffico e i problemi sociali erano altri; *ipocrite e *bigotte di tutti i genitori che credono che dopo il sequestro di 15 grammi di marijuana i loro figli saranno più al sicuro (un bene che sia stata sequestrata e non ha intossicato polmoni e cervello di giovani a mio parere); *argomenti (paragoni) fuori luogo portati tra gli altri dall’assessore con i controlli stradali e altro (che ben vengano a mio parere). OK, la lista ora l’ho fatta, i dettagli gentile Fausto li può facilmente reperire nei diversi post e lettere aperte.
L’ultimo commento di Franko è un monumento all’insulsaggine umana e una palese conferma della totale incapacità di argomentazione. Ha proprio ragione Fausto.
“Mai e poi mai negli anni passati avremmo assistito ad alunni che andavano contro le forze dell’ordine” amico mio credo tu ti sia perso la storia d’Italia dal 1968 ad oggi.
Non avrei mai creduto che la discussione durasse tanto… comunque, io ho frequentato il liceo scientifico, ne sono uscito quattordici anni fa, ed anche io, in verità, mi portavo l’erba a scuola (tanto è tutto prescritto, attaccatevi!) semplicemente perché pensavo che l’unico modo per non essere sgamato fosse portarmela dietro (voi genitori siete prevedibili, “perquisite” le camere a nostra insaputa, ma non ci mettereste mai le mani in tasca). Un’altra volta portai addirittura una bottiglia di ottimo Stock84 (era il compleanno del mio compagno di banco, era doveroso festeggiare, non potevo presentarmi mica con un gin Bosford da 9.000 lire). Il mio compagno di banco… con Mario siamo ancora in un certo senso compagni di banco! Le amicizie del liceo sono indistruttibili. Non eravamo certamente studenti brillanti, ma al diploma ci siamo arrivati. Io con 78, Mario qualcosa meno a dir la verità. Avremmo certamente potuto fare di più, ma la sala giochi Corseri era ancora aperta e questo costituiva un grosso deterrente alla regolare frequenza delle lezioni. Comunque, tra canne, assenze ingiustificate, tornei di biliardo e superalcolici di sottomarca, i cinque anni del liceo sono passati e (incredibile, tenetevi forte) io e Mario siamo ancora vivi, vegeti, e inseriti nella società. Io ho 32 anni, auto e casa di proprietà, moglie, lavoro per due aziende solide, niente mutuo addosso, Mario invece 33, anche lui auto e casa, moglie e tre figli (quelli che non ho fatto io li ha fatti lui per compensazione), e la sua attività che gli va anche abbastanza bene. Entrambi leggiamo, molto più di quanto avessimo fatto al liceo, abbiamo una vita sociale, non abbiamo pendenze con la legge, non siamo segnalati presso nessun casellario etc.
Siamo sopravvissuti al vostro clichè! Ebbene si: gli studenti mediocri, gli emarginati, quelli che non erano dell’Interact, del Rotaract, del Rototrac, del Lions, del Pigeons, del Kiwanis, del Bananis, quelli che non andavano nel localino in per giovani perché, sempre con le 9000 lire di gin Bosford, si beveva in cinque, quelli che venivamo con le Converse quando ancora erano scarpe da poveracci, che la pizza si prende da asporto e si mangia sullo scalone di marmo per sparagnare, noi, gli scarti della classe, siamo riusciti (finora) ad essere parte sana di questa società: lavoriamo, produciamo, paghiamo le tasse, rispettiamo le leggi come voi ex studenti modello parapuritani.
Solo che eravamo ragazzi. Che nonostante avessimo genitori premurosi e severi quando serviva, le combinavamo comunque. E non pensavamo mica al futuro o alle prospettive, quello che forse ci mancava era l’inclusione. Perchè mi ricordo benissimo, la rigida separazione in “caste”, io e Mario, con gli altri figli di salariati, e poi gli altri. Perchè nessuno ci chiamava per uscire il sabato sera dell’area “VIP”, perchè non si studiava assieme col figlio del dottore, perchè i compiti li faceva col figlio dell’avvocato e del dentista, non con noi… però poi ci cercava per le canne. Perchè se anche ti ammazzi la vita a studiare letteratura becchi una fottuta B in italiano, nonostante il tuo elaborato sia palesemente ed oggettivamente superiore a chi ha avuto una A studiando nel tempo libero tra calcetto e aperitivo al Rotatroc, perchè sei una scartina, non sei nel top della classe per diritto di nascita, non puoi andare oltre la B (di “bidello”, mica “buono”). E questo agli “educatori” sfuggiva completamente, quando non era invece incentivato! Quanti di voi fanno caso al tasso di “inclusività” all’interno delle classi? Vorreste una società multiculturale, quando tra i banchi ci si discrimina tra pari? Chissà perchè poi, almeno allora, quella stranissima coincidenza che voleva le sezioni divise quasi come se ci fosse un “criterio” alla base, che manco in India sono così organizzati con le caste…
Non avevamo altro esempio di vita se non noi stessi. E basta dare la colpa a sti’ poveri genitori! Mia madre è ed è stata una madre ME RA VI GLIO SA e qualche funciata, oltre le carezze, l’ho presa da lei! Ma se eravamo noi che “unn’i putiamu tèniri”? E prima che si alzi qualche ditino saccente: se un domani mio figlio venisse beccato con una canna? Magari a scuola? Ahhhh li, punizioni che Guantanamo deve sembrare un villaggio Alpitour, ma dentro di me, bhè, meglio questo che salviniano. E se penso che David Parenzo, giornalista (non laureato) di La7 e Radio24 (leggasi ilSole24Ore) ammette di farsi qualche cannetta, dall’altra penso all’onorevole Cosimo Mele dell’UDC, trovato tra coca ed escort, ed alle mucose nasali dell’onorevole Miccichè di Forza Italia, sulla cui esistenza ancora si dibatte in ambito medico, scientifico e giudiziario.
Franko complimenti, un perfetto autogol il suo. Evidentemente, come si diceva una volta, si è visto un altro film!
Peccato che per leggere il commento di Stewie Garifo occorra scorrere la pagina fino in fondo. Le sue considerazioni potrebbero a buon titolo costituire l’oggetto di un articolo con spunti molto interessanti per la discussione. Mi permetto di suggerirlo alla redazione e mi complimento con l’autore che ha sollevato una problematica purtroppo da sempre presente nelle scuole: il “classismo”, soprattutto negli ambienti liceali.
Concordo con Mauro, sarebbe uno spunto perfetto per un articolo, visto che oramai la discussione si è estesa a chiunque