Giovanna Inzirillo, oggi suor Maria dell’Eucaristia, è una giovane monaca di clausura castelvetranese che oggi vine nel Monastero Santa Maria degli Angeli di Castelbuono.

«Tra gli altri doni che ricevemmo e ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il Padre delle misericordie, per i quali dobbiamo maggiormente rendere grazie allo stesso glorioso Padre, c’è la nostra vocazione».

Così esordisce la nostra madre santa Chiara nel suo Testamento, interpretando la vocazione anzitutto come dono del Padre, cui siamo tenute a rendere grazie e, solo in un secondo momento, come nostra personale risposta.

Suor Maria (Giovanna Inzirillo), a sinistra nella foto.

Suor Maria (Giovanna Inzirillo), a sinistra nella foto.

Sì, ogni vocazione, e nello specifico quella di speciale consacrazione, è principalmente un dono di grazia che si inserisce nel più ampio dono della consacrazione battesimale. Così mi piace considerare l’inizio della mia vocazione, in quell’ormai lontana notte di Pasqua in cui, appena ricevuto il dono della vita, ricevevo quello del santo Battesimo che mi imprimeva il sigillo dello Spirito Santo rendendomi, in Cristo, figlia del Padre.

Tutto mi era già stato dato in grazia: il dono della fede, da formare e nutrire, e il piccolo seme della vocazione, nascosto e silente, tutto da scoprire, accogliere e sviluppare.

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