Il risultato del sondaggio è pieno di sconforto: il 49,8% di studenti intervistati, alla domanda se la mafia può essere sconfitta ha risposto di no. A sottoporre il questionario a 1578 studenti siciliani, con un’età compresa tra 14 e 21 anni, è stato il centro studi “Pio La Torre” nell’ambito di un progetto educativo antimafia promosso nelle scuole. Nonostante i successi delle azioni di contrasto, soltanto il 20,6% dei giovani interpellati ha risposto in modo positivo alla domanda se la mafia possa essere sconfitta. Il 49,8% ha detto di no. In pratica uno su due. Circa uno su tre dichiara di non avere un’opinione precisa in merito. Sommando gli studenti che hanno selezionato “no” fra le modalità di risposta e quanti, al contrario, si mostrano dubbiosi, si raggiunge un dato che sfiora l’80%. Dai risultati è emerso che solo uno studente su cinque, in sostanza, pensa che la mafia possa essere messa definitivamente fuori gioco.

«Le domande che ci pongono i giovani, su come migliorare la lotta alle infiltrazioni mafiose e come colpire corruzione e clientelismo, non possono restare senza risposte chiare e convincenti», dice Loredana Introini, presidente del Centro studi “Pio La Torre”. «Dagli studenti – aggiunge Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro – arrivano segnali da non sottovalutare rispetto all’attuale crisi sociale, economica e politica che investe non solo i sistemi democratici, ma gli Stati dell’intero Pianeta, scosso da un veloce processo di trasformazioni tecnologiche, sociali, economiche e ambientali e minacciato da guerre locali che possono degenerare in guerra nucleare. La scarsa partecipazione dei cittadini al voto nei sistemi democratici, in Italia non supera il 50% nelle ultime elezioni, un indicatore della loro sfiducia verso la classe dirigente e verso i partiti trasformati da organismi di rappresentanza dei vari strati sociali a ristretti gruppi di potere elettorale senza una visione strategica del cambiamento per eliminare disuguaglianze e ingiustizie sociali».

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