Il Tribunale del Riesame ha detto no alla scarcerazione di Laura Bonafede, la maestra di Campobello di Mazara finita in carcere il 13 aprile scorso, con l’accusa di aver coperto la latitanza di Matteo Messina Denaro. Bonafede deve rispondere dei reati di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. La Bonafede venne immortalata dalle videocamere del supermercato “Coop” di Campobello di Mazara mentre si trovava a fianco il boss quando ancora era latitante. Tra Bonafede e Messina Denaro gli inquirenti hanno scoperto una corrispondenza con un linguaggio cifrato per tutelare l’identità di altri protagonisti della rete di protezione del boss e curato con maniacale attenzione la sua sicurezza.
La Bonafede è cugina sia di Andrea Bonafede senior (che ha prestato l’identità al boss latitante), di Andrea Bonafede junior (il geometra che andava a ritirare le ricette dal medico Alfonso Tumbarello) e di Emanuele Bonafede, marito di Lorena Lanceri, che negli ultimi anni si è preso cura del boss latitante. L’indagine è coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pubblici ministeri Gianluca De Leo e Piero Padova.
AUTORE. Redazione