Tutto come da copione; la maturità, anzi l’esame di Stato, come lo ha ribattezzato, qualche anno fa, l’ineffabile ministro Berlinguer, che nei proclami dei vari riformatori doveva tornare ad essere una cosa seria, è finita a tarallucci e vino.
Tutti promossi, salvo rare eccezioni; che dico promossi? Schiere di cento, menzioni, onore al merito, e chi più ne ha più ne metta. Anche quest’anno l’esame ha felicemente varato legioni di geni, dove chi ha beccato un “novanta” è guardato come un derelitto, un Franti di deamicisiana memoria. Tutti raggianti dunque: alunni ai quali è stato consentito tutto; genitori che sulle spiagge decantano le imprese dei loro rampolli; commissari interni che si sentono realizzati per avere avuto nella loro sezione più cento che nell’altra; commissari esterni che, chiudendo tutti e tre gli occhi, si sono messi al riparo dalla rogna di possibili, e sempre minacciati, ricorsi; presidi che vedono nei brillanti risultati della loro scuola una sorta di lancio pubblicitario per fare più clienti, pardon: alunni; burocrati e ministro che possono, sulla carta, vantare il conseguimento di prodotti eccellenti, a riprova della bontà di un sistema scolastico che, invero, si è trasformato in un gigantesco diplomificio.
Tutto bene, a parte le solite ripicche per un voto mancato o per una lode sfuggita, salvo poi a scoprire che al primo test d’ingresso di una qualunque facoltà le percentuali dei bocciati sono altissime e che gran parte di chi ha preso “cento” non riesce ad affrontare dignitosamente la carriera universitaria. Non sono fra quelli che ritiene di per sé seria la scuola che boccia, ma seria non è neppure una scuola che concede a tutti, in modo indiscriminato e con altissime generalizzate valutazioni, un titolo che ha valore legale ed è spendibile sul mercato del lavoro.
Questo esame-farsa, dove appena appena un commissario esterno osa chiedere qualcosa che non sia compreso nel cosiddetto “percorso” (una sorta di mappa concettuale dove, ad ogni costo, devono essere “collegati” gli argomenti più disparati) è guardato come un extraterrestre, questo esame, dicevo, ha tolto alla maturità il valore formativo che esso aveva una volta, quando era visto come il vero primo ostacolo che il ragazzo doveva affrontare e superare, secondo un idea della vita intesa come sacrificio e impegno, dove i risultati si devono conquistare con fatica e determinazione.
Il messaggio che la scuola oggi dà è in linea con la filosofia dominante per cui “tutto si aggiusta”, tanto c’è sempre qualcuno disposto a chiudere un occhio, ad “aiutarti”, giacché vale più la forma della sostanza, più l’apparire dell’essere. Il giovane acquisisce così la falsa convinzione che davvero troverà sempre un “padrino” a dargli una pedata per farlo andare avanti, che tutto gli sia dovuto senza sforzo e volontà; altro che “educazione alla legalità” o altre manfrine di cui, grazie alla mania dei “progetti”, oggi la scuola è piena.
Il sistema educativo oggi si nutre di scartoffie, di fatue e ripetute parole d’ordine, di stupide manie tuttologiche per cui si vuol far tutto e lo si fa male. Una scuola che svende diplomi, che concede a tutti il massimo dei voti non è una scuola che educa. Per mettere fine allo spreco di risorse che si consuma nella scuola, occorre il coraggio di varare l’unica vera e risolutiva riforma: eliminare il valore legale del titolo di studio.Solo così la scuola si potrà salvare dal suo sfascio e tornare ad essere una istituzione libera e democratica. Non ci sono altre soluzioni.
Chi studia, pensi a studiare e i professori pensino a insegnare. I Presidi e i Magnifici Rettori devono garantire l’accesso alla conoscenza a tutti i cittadini, senza numero chiuso, ad ogni categoria ed età e non devono pensare ad amministrare la scuola come si amministra una azienda, perché la scuola non deve generare profitto.Solo eliminando il valore legale del titolo di studio, chi studia, potrà studiare per amore dello studio e della conoscenza e non per accaparrarsi un titolo da spendere sul mercato del lavoro, come se si trattasse di una merce sulla quale speculare.Per formare, di là da tutte le sperimentazioni e di tutte le riforme, credo che occorra recuperare una parola che oggi suona forse un po’ obsoleta, provocando stupore e reazione. E’ la parola “autorevolezza”, attraverso cui si forma il carattere, si abitua il giovane allo spirito di sacrificio, alla rinuncia, alla vittoria su se stesso. Senza autorità l’educazione diventa una barzelletta e il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi. L’autorità è necessaria e si fonda sulla preparazione: i giovani ne hanno bisogno come della libertà; se manca l’autorità non può esserci la libertà. Perché questa è il punto di arrivo, ma è quella è il punto di partenza.
AUTORE. Francesco Saverio Calcara
Io, che ho studiato statistica, aggiungerei: che fine ha fatto il potere discriminante del voto? A cosa serve una scala di misura in centesimi, se poi i punteggi si addensano sempre sulle code?
Lo so, sembra sempre penoso quantificare con un numero la “maturità” di un ragazzo, ma se il criterio scelto è questo, per lo meno si cerchi di attribuire ad ogni punto della scala il giusto valore!
Parole sacrosainte. In certe classi nella seconda e nella terra prova quasi tutti hanno preso 15 e quindi poiil voto finale ha messo sullo stesso piano chi ha studiato e chi ha semplicemente copiato. Una vergogna!
Prof. ha cento volte ragione. Ogni anno lo spettacolo è sempre più mortificante. Insegnanti (!) che passano i compiti, asini che alla fine prendono più di chi ha studiato sempre, insomma una autentica vergogna. Non basta abolie questo esame farsa, bisogna davvero ripensare ab imis tutto il nostro sistema educativo.
e i professionisti del domani alla fine si vanteranno del loro percorso scolastico e poi lavorativamente si materializzeranno in delle vere bestie matricolate, come tanti avvocati, professori, architetti e banchieri che non hanno idea di cosa sia un congiuntivo…
Non vi preoccupate fra un poco toglieranno il valore legale al titolo di studio.
Adesso penserete che io voglia parlare male del sud, ma questa è una realtà solo di alcune zone d’Italia. Vivo in Piemonte da trentacinque anni (pur essendo nata a Castelvetrano) e insegno in un liceo di Torino. Nel mio liceo ci sono stati pochissimi 100 e solo due con lode ma i nostri allievi sono ai primi posti per quanto riguarda i risultati nelle varie università. I ragazzi del sud non sono più bravi ma solo più raccomandati.
Ancora una volta si parla di differenze tra Nord e Sud…. dunque gli alunni del Nord sono più preparati???Forse più dotati??? Forse i Prof del Nord sono meno corrotti???Nessuno raccomanda nessuno??……ma allora come mai tanti studenti del Sud che al liceo sono veri e propri asini magari ripetenti, giunti nelle università del nord finiscono per laurearsi in tempi record ed altri alunni meritevoli al sud abbandonano dopo anni le università perchè stanchi di essere rimandati???Qualcuno mi sà dare una risposta???
perchè se non vanno a colpi di raccomandazioni ,gli studenti a castelvetrano, vengono giudicati per la loro.. muzzina ..sociale. più il padre è ricco ,più sono considerati dai professori.provate a smentirmi… conosco ragazzi umilissimi ,intelligenti, che non vengono considerati ,neanche se si coprono d’oro..gli studenti non sono asini ma sottovalutati apposta per fare valere più gli asini,o meglio delle fattispecie e sottospecie di idioti con l’aspetto umanoe idioti di professori che non si sanno imporre alle pretese mussoliniane di certi genitori…
LEGALITA’MA CHE PAROLONA TUTTO GIRA INTORNO A QUESTA PAROLA UOMINI DONNE HANNO PERSO LA VITA E IL RISULTATO QUALE ITALIA QUELLA DELLE RACCOMANDAZIONI O QUELLA DELLA MERITOCRAZIA W L ‘I T A L I A .
La prof.ssa Ferlito ha perfettamente ragione. Sono un ragazzo Castelvetranese e studio al politecnico di Torino…La differenza si vede anche se poi si va riducendo. Riconosco che i licei di Torino e del nord in generale sono più seri… Non ci sono raccomandazioni così evidenti…! di sicuro qualche raccomandato c’è ma non nella misura dei licei del sud questo è sicuro … Non è una novità a castelvetrano, in questi ultimi anni fra classico in primis e scientifico la quantità di 100 sfornati è superiore a qualsiasi altro liceo di Torino … Non è un problema di qualità dei ragazzi ma penso che sia un problema legato al giudizio … Giù hanno il vizio di abbondare nei voti… Un problema di serietà nel valutare..
Ottimo articolo e rispondente in tutto e per tutto alla realtà! Quel che scrive è vero e nello stesso tempo vergognoso. Un’esame di stato si è ridotto davvero ad una farsa… Che vergogna la triste consuetudine delle raccomandazioni, e che chi studia di più venga messo sullo stesso piano del figlio del/della prof o dell’amico.
A Castelvetrano si parla tanto di legalità, si organizzano cortei, ma questa non vi sembra una palese violazione di LegalitA’?
la gratificazione sta’ nel voto dare il massimo agli studenti che sono i primi non i raccomandati dalle mammine ma chi fa interscambi chiprende patentini europei unici sbocchi per poter volare in EUROPA.
Scusi se mi permetto ma cosa sono questi “patentini europei”????
il delf ed il pet sono viaggi in famiglia dove impari chi e’ l’altro e dove impari veramente la lingua ospiti e asua volta vieni ospitato alla fine ricevi un ‘attestato che ti permette di andare a studiare nei paesi della lingua che hai scelto senza dover dare la materia insomma un pass.
Ah lei si riferisce alle certificazioni di lingua straniera!! Ma non sono dei viaggi!?! io ho preso il FCE B2 a l università.. Cmq è vero sono importanti ma non fondamentali… per imparare veramente una lingua devi andare in giro per l Europa..
lo stato deve capire che non si puo’ valutare uno studente con la calcolatrice perche’ egli e’ un essere pensante e quindi soggetto a compiere anche un minimo sbaglio anche per stanchezza mentale un ragazzo che ha voti alti rispetto alla classe deve secondo me essere gratificato con un voto di diploma di ‘cento’il boggiolera di catania da senzaltro un’ottima preparazione ma e’ troppo restio a dare voti alti equipara i’bravi’con chi non studia tanto ma insomma lanciatevi e alzate i’cento’ l’anno prossimo siete una scuola d’eccellenza o no i vostri alunni sono figli del popolo aiutateli a volare alto perche’ il voto finale da loro una spinta in piu’ per l’universita’
se si vorra’ creare un mondo nuovo, anche l’educazione dovra’ rinnovarsi.
il porsi continuamente degli interrogativi e una salutare curiosita’sono i primi requisiti per ogni tipo di apprendimento.La curiosita’ dovrebbe essere temperata dall’umilta’e da una rispettosa considerazione per l’insegnante.non dovrebbe mai degenerare in imprudenza.quest’ultima e’ nemica della recettivita’mentale.non puo’esservi conoscenza senza umilta’ e volonta’ di apprendere.
un utile lavoro manuale, seguito con intelligenza,e’ il mezzo per excellence per lo sviluppo dell’intelletto…un intelletto equilibrato presuppone una crescita armonica del corpo ,della mente e dell’anima…un intelletto che venga sviluppato attraverso il mezzo del lavoro socialmente utile si porra’ al servizio del prossimo e non si lascera’ facilmente fuorviare o deviare per strade traverse.
il carattere non lo si costruisce con la pietra e la malta.non lo si costruisce con altre mani che con le proprie.Presidi e professori non possono forgiarvi il carattere con le pagine dei libri.L’edificazione del carattere deriva dall’esempio delle loro stesse vite e,parlando concretamente,bisognerebbe trarla dalla nostra interiorita’.
SIGNORI CI SI NASCE NON CI SI DIVENTA.
onore alla patria.