La lotta alla mafia comincia dalla scuola: chi vuol fare antimafia sul serio alla fine deve rivolgersi principalmente ai giovani, battersi per una nuova cultura. E anche quelli di Addiopizzo Catania non hanno fatto eccezione: decine di assemblee nei vari istituti, e alla fine un questionario per capire come il ragazzo medio s’impatta col potere mafioso. La mafia ai ragazzi non piace. Ma mettercisi contro gli fa ancora paura.

Tra le attività più importanti svolte da Addiopizzo Catania si collocano sicura­mente gli incontri organizzati nelle scuole della città. Da qui l’idea di somministrare ai ra­gazzi un questionario per sondare le conoscenze sull’antimafia e la propen­sione alla le­galità, distribuito in sedici medie su­periori di Catania e provin­cia a più di mille studenti del quarto e quinto anno, età media 17 an­ni.

Interessanti i dati emersi, dai quali si evince, per esempio, la percezione reali­stica che i ragazzi hanno del tasso di crimi­nalità cittadino (alto per il 52%) e la volon­tà di colla­borare alla crescita della legalità (l’81% si impegnerebbe per una “scuo­la della legalità”), ma anche che più del 50% sarebbe disposto a chiedere raccomanda­zioni. Ne abbiamo parlato col presidente di Addiopizzo Catania, Chiara Barone.

Che dati vi hanno colpito di più?
“Probabilmente le risposte relative alla (non)conoscenza da parte dei ragazzi di chi la lotta alla mafia l’ha fatta nel passato e che per questo ha dato la vita (più del 60% dei ragazzi non sa chi siano Pio La Torre e Libero Grassi). I ragazzi non hanno più me­moria storica, o comunque non ne hanno a sufficienza, e questo ha inevi­tabili conse­guenze anche sul presente. L’al­tro dato che colpisce è la percentuale di studenti per cui la mafia ha più potere dello Stato ( 63,5%). Non so se i ragazzi lo pensano sul serio o sentono, anche incon­sciamente, che è più “comodo” pensare così, ma la rassegnazione non va bene: il potere la mafia ce l’ha perché qualcuno gliel’ha dato e perché la rassegnazione con­tribuisce a mantenerlo costante. Insomma,è l’atteggiamento psicologico che deve cambiare. Per questo crediamo cosi fortemente nel progetto scuole. Andare a parlare con gli studenti insieme a un ma­gistrato e a un imprenditore che ha alle spalle un’esperienza di denuncia è per noi il modo più corretto per comunicare con i ra­gazzi. Fatti, non parole e luoghi comuni”.

Cosa ha imparato Addiopizzo Catania da questi questionari e dagli incontri nelle scuole?
Ne terrà conto per intraprendere azioni future o perfezionare quelle già in­traprese? “I questionari, con i dibattiti che nascono in questi incontri, ci hanno dato un quadro generale della situazione. Abbia­mo capito ancora di più quanto sia fonda­mentale il la­voro di informazione che fac­ciamo. Per esempio, fornire un’adeguata in­formazione sui mezzi e gli strumenti legi­slativi ed am­ministrativi messi a disposizio­ne dagli or­gani dello Stato è necessario per smentire la convin­zione errata che il 45 % dei ragazzi ha sul fatto che il commerciante vittima del pizzo non sia adeguatamente protetto. Ai professori e ai presidi diciamo che il lavoro di educazione alla legalità andrebbe fatto non solo in queste giornate, ma anche e soprattutto nelle piccole occasioni quoti­diane della scuola. Dai giornali letti in clas­se allo studio della storia, tutto dovrebbe rien­trare in questo percorso. Ai ragazzi vorremmo dire di non rasse­gnarsi e di essere più curiosi, leggere e in­formarsi sul nostro, sul loro passato. Per combattere la mafia dobbiamo avere a di­sposizione tutti i mezzi necessari, a partire dalla memoria storica. E’ questa che, anche in una prima fase, può creare consapevolez­za, può dare una motivazione in più per non arren­dersi e proseguire questo percorso ini­ziato da persone come Libero Grassi, Pio La Torre, Borsellino… Se vo­gliamo cam­biare le cose dobbiamo sapere cosa è stato fatto e cosa va cambiato, cosa non deve più succedere e cosa dobbiamo migliorare. Addiopizzo darà sempre il massimo per cercare di essere presente e vicina agli stu­denti e alle scuole, per collaborare insieme e fortificarci, tutti, dai presidi agli studenti e agli insegnanti stessi, nella conoscenza di questi argomenti, per aumentare la sensibi­lità nei confronti di queste tematiche e per passare subito dopo dalla voglia di cambia­re le cose, a cambiarle. O quanto meno a provarci”.

Agata Pasqualino
per ucuntu

**** I RISULTATI DELL’INCHIESTA DI ADDIOPIZZO NELLE SCUOLE DI CATANIA ****

Scuole: 16 Età media: 17 anni Totale partecipanti: 1094 Maschi: 36,5% Femmine:63,5%

1. Ti impegneresti a costruire una “Scuo­la di legalità” con la partecipazione atti­va della comunità scolastica?
– Si: 81%
– No: 16%
– Non sa: 3%

2. Hai mai assistito ad episodi di bulli­smo nella tua scuola?
– Si: 54%
– No: 45% Non risponde: 1%

3. Hai mai chiesto raccomandazioni per superare esami?
– Si: 6%
– No: 93%
– Non risponde: 1%

4. Le chiederesti per un posto di lavoro?
– Si: 53,5%
– No: 44,5%
– Non sa: 2%

5. Chiedere la raccomandazione o conce­derla è un atteggiamento:
– Mafioso: 49%
– Amicizia: 32%
– Solidarietà verso i meno fortunati: 15%
– Non sa: 4%

6. Ti rubano il motorino e ti vengono chiesti dei soldi per riaverlo, cosa fai?
– Denunci alle forze dell’ordi­ne: 71,5%
– Paghi e ti riprendi il motorino: 24,5%
– Non sa: 4%

7. Chi è Andrea Vecchio?
– Un politico: 10,5%
– Un pregiudicato: 17,5%
– Un imprenditore: 51%
– Non sa: 21%
– Risposte corrette: 51%
– Risposte non corrette: 49%

8. Come giudichi il tasso di criminalità della tua città?
– Basso: 4%
– Medio: 43%
– Alto: 52%
– Non sa: 1%

9. Cos’è la Mafia?
– Uno stile di vita: 5,5%
– Un fenomeno umano: 4%
– Una organizzazione illegale di persone che vive sfruttando i cittadini onesti: 88,5%
– Non sa: 2%

10. Cos’è il Pizzo o Racket?
– Protezione da atti vandali­ci: 6%
– Controllo del territorio da parte di orga­nizzazioni criminali: 88,5%
– Non lo so: 5,5%

11. Chi è Pio La Torre?
– Un imprenditore: 12%
– Un pregiudicato: 26%
– Un politico: 38%
– Non sa: 24%
– Risposte corrette: 38%
– Risposte non corrette: 62%

12. Apriresti un’at­tività commerciale nel­la tua città?
– Si: 44%
– No: 19%
– Si, ma non mi sentirei sicuro: 33,5%
– Non risponde: 3,5%

13. L’imprenditore che denuncia rac­ket: – E’ protetto dallo stato: 39,5%
– Viene lasciato solo: 45%
– E’ un incosciente: 9,5%
– Non risponde: 6%

14. Chi è Libero Grassi?
– Un politico: 18,5%
– Un imprenditore: 36%
– Un pregiudicato: 15%
– Non sa: 30,5%
– Risposte corrette: 36%
– Risposte non corrette: 64%

15. Conosci il Comitato Addio Pizzo?
– Si: 27,5%
– No: 72,5%

16. Se è si, lo sosterresti?
– Si: 47%
– No: 12%
– Non sa/non risponde: 41% (tra coloro che hanno risposto; si: 80%, no: 20% )

17. Sei testimone di una rapina o un fur­to e hai elementi utili all’ individuazione del responsabile: cosa fai?
– Denunci alle forze dell’ordine: 63%
– Fai finta di nulla: 13,5%
– Non denunci per paura ma ti senti in colpa per non averlo fatto: 20,5%
– Non risponde: 3%

18. Secondo te ha più potere:
– La mafia: 63,5%
– Lo stato: 13,5%
– Il popolo: 18,5%
– Non sa: 4,5%

19. Dopo l’uccisione dell’ispettore Raciti, la squalifica del campo di calcio è stata:
– Necessaria: 62,5%
– Eccessiva: 19,5%
– Ingiusta: 15,5%
– Non sa: 2,5%

20. In quali di queste espressioni ti rico­nosci?
– Il fine giustifica i mezzi: 26%
– L’importante non è vincere ma partecipa­re: 46,5%
– La migliore parola è quella che non si dice: 22,5%

AUTORE.   Agata Pasqualino