I sottoscritti consiglieri comunali, nell’esercizio delle proprie e rispettive competenze, interrogano la S.V. sulle motivazioni che hanno indotto codesta amministrazione a disporre il trasferimento dell’Efebo di Selinunte dal Museo Civico di Castelvetrano alla Casa del Viaggiatore dell’Acropoli di Selinunte, considerato che:
– Contrariamente a quanto a suo tempo annunciato (cfr. https://www.castelvetranoselinunte.it/lefebo-esposto-a-selinunte-per-tutta-la-durata-dellexpo/68609/#testoarticolo), l’iniziativa non appare più connessa a quelle legate all’Expo di Milano, che chiude i suoi battenti l’ultimo giorno del presente mese di ottobre;
– Non si comprende il nesso che intercorre tra il reperto selinuntino con la “regia trazzera” e con la cosiddetta “via dei mulini”; realtà del tutto estranee, sia tematicamente che cronologicamente, con l’Efebo, la cui sede, dalla sua scoperta in località Galera Bagliazzo, è stata storicamente quella della città di Castelvetrano, nella quale – dopo annose vicende, un lungo braccio di ferro con l’Amministrazione regionale e l’impiego di ingenti risorse comunali per adeguare il locale Museo – è stato riportato nel 1997; si ricorda, in ogni caso, che Selinunte non era toccata da alcuna “regia trazzera” né tanto meno da nessuna presunta “via dei Mulini”, giacché si raggiungeva da Castelvetrano dalla via della Torre di Polluce (odierna via Errante), come qualunque antica carta topografica (da quella del Camilliani a quella dello Schmettau) ampiamente dimostrano;
– Che l’iniziativa è avulsa da un chiaro programma storico-scientifico (si parla genericamente di una mostra, senza accennare ai temi e ai contenuti di essa, a parte la presenza del “giovane figlio di Zeus”, definizione già per sé discutibile, se attribuita al nostro Kouros, e ricavata di peso da Wikipedia) e, comunque, non è stata supportata da una efficace campagna di promozione pubblicitaria, coincidendo tra l’altro il tempo asserito della esposizione del bronzo al parco archeologico di Selinunte con quello di fisiologico minore afflusso di visitatori;
– Che le presenze al Museo Civico di Castelvetrano, come si evince dalla stessa comunicazione istituzionale del Comune, sono raddoppiate negli ultimi anni, laddove tale Museo appare, alla luce delle ultime decisioni di codesta Amministrazione, notevolmente depauperato; considerato che, oltre al trasferimento dell’Efebo, si è disposto quello della stadera bizantina e quello dei rostri romani, senza che, come la prassi consigliata dallo stesso Assessorato Regionale ai BB CC. suggerisce, siano state richieste alle istituzioni beneficiarie di tali prestiti corrispettivi di altre opere d’arte in loro possesso da esporre in sostituzione di quelle provvisoriamente (si spera) cedute. Ad esempio, in cambio dell’Efebo, si sarebbe dovuto chiedere all’Amministrazione Regionale il deposito temporaneo a Castelvetrano di una delle metope esposte al Museo Salinas di Palermo, o di altro materiale archeologico che essa custodisce negli stessi depositi di Selinunte;
– Che la presenza dell’Efebo a Castelvetrano, nel quadro di un serio programma di valorizzazione dell’itinerario storico artistico della città, alla luce anche della recente riapertura della chiesa di San Domenico, dovrebbe servire a indirizzare parte del flusso turistico del parco archeologico verso il centro storico cittadino, come ben ha compreso, invece, l’Amministrazione comunale della vicina Partanna, città che, pur non essendo storicamente e amministrativamente legata a Selinunte, è riuscita ad ottenere dal competente Assessorato Regionale che l’ingresso al Parco Archeologico costituisse titolo valido per la visita del Castello Grifeo, inducendo in tal modo i visitatori della zona archeologica selinuntini a recarsi a Partanna;
– Che le risorse, ancorché non comunali, impiegate per il detto trasferimento – che ci auguriamo rimanga provvisorio e non sia piuttosto il primo passo per una definitiva cessione di fatto se non de iure del prezioso reperto all’Amministrazione Regionale – avrebbero potuto essere più efficacemente impiegate, in un programma di promozione del territorio, meno episodico ed improvvisato di quanto non sia avvenuto nel recente passato.
Inoltre, i sottoscritti interrogano la S.V. per conoscere dettagliatamente la programmazione che codesta amministrazione ha posto alla base della spesa sostenuta di circa 20 mila euro di denaro pubblico per l’installazione di sistemi di sicurezza: antintrusione, video sorveglianza, sistema di allarme e d’illuminazione esterna, in un locale certamente non di proprietà comunale: la “casa del viaggiatore” all’interno del Parco Archeologico di Selinunte, posto che il “prezioso Efebo bronzeo di Selinunte” avrebbe dovuto essere esposto in tale sito dal 1° maggio al 31 ottobre 2015, in occasione di Expo 2015.
Si chiede l’iscrizione della presente interrogazione all’o.d.g. del prossimo consiglio comunale.
F.to i Consiglieri Comunali
Giuseppe Curiale (gruppo misto)
Maurizio Piazza e Francesco Bonsignore (Città Nuova)
Luciano Perricone (CDU)
Pasquale Calamia e Monica Di Bella (PD)
Personalmente il temporaneo trasferimento del nostro Efebo a dal Museo al Parco Archeologico, non mi pare motivo di critica.Quello che ritengo argomento, molto puù importante, di interrogazione e ogni mancanza di forte iniziativa politica ( e forse giuridica ) in merito alla custodia delle metope dei templi di Selinunte, ed altro materiale archeologico a Palermo. Se in passato ci poteva essere stato un motivo legato alla inadeguatezza e sicurezza del sito di custodia delle metope nel parco, oggi si dovrebbe fare di tutto per destinare risorse alla realizzazione di una adeguata struttura per la conservazione e l’esposizione dei reperti, metope comprese, ed il trasferimento delle stesso NEL LUOGO OVE SONO NATE. Mi rendo conto delle resistenze a tale progetto, ma questa Amministrazione avrebbe il dovere di iniziare e condurre una battaglia che significherebbe un aumento esponenziale per l’interesse a visitare Selinunte.
Continuo a nutrire qualche pelplessità sulla iniziativa del trasferimento dell’Efebo a Selinunte anche se temporaneamente. Mi auguro che vengano attuate le iniziative affinchè chi visita il parco archeologico venga invogliato a visitare anche il museo civico nel momento in cui è orfano dell’efebo.Colgo positivamente l’auspicio del Sig.Stelio Manuele, di cominciare a muoversi per riportare i reperti selinuntini e non solo le metope al leggittimo proprietario cioè il comune di Castelvetrano, per arricchire però il museo selinuntino della nostra città, cercando una ubicazione più idonea e prestigiosa(vedi il restaurato convento dei minini o il plesso del liceo classico) Il liceo (non me ne vogliano gli estimatori), potrebbe trovare facilmente una sede altrettanto idonea. Pensate al ritorno turistico che ne avrebbe la nostra città.Invito i nostri amministratori, sindaco in testa a farci un pensierino….se non sono in altro impegnati
Iniziativa velleitaria, priva di qualunque supporto storico-scientifico, avviata senza alcuna promozione, che non avrà alcun ritorno per il centro storico di Castelvetrano. Condivido in pieno le argomentazioni dei consiglieri di opposizione e giudico dilettantistica, episodica e controproducente la politica culturale di questa amministrazione nella quale all’inizio avevo creduto ma che mi delude ogni giorno di più.